La morte della signora Liliana Resinovich: nuovi sviluppi dalla seconda autopsia
Trieste – La vicenda di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 all’interno di due sacchi della spazzatura in un’area boschiva di Trieste, continua a sollevare interrogativi.
Nonostante la Procura di Trieste avesse richiesto l’archiviazione del caso, ipotizzando il suicidio come causa della morte, il Giudice per le Indagini Preliminari, Luigi Dainotti, aveva respinto questa tesi, disponendo l’iscrizione del reato di omicidio volontario a carico di ignoti.
Nel febbraio del 2024 il corpo della donna è stato riesumato per consentire una seconda autopsia, richiesta dalla famiglia che non ha mai creduto alla possibilità che Liliana si sia tolta la vita.
Il fascicolo aperto per omicidio resta ancora in piedi, e ora iniziano ad emergere i primi risultati di questo nuovo esame, anticipati dal quotidiano di Trieste Il Piccolo.
Tra le novità rilevate dalla perizia medico-legale, vi è una lieve frattura alla lamina della seconda vertebra toracica, una lesione che si aggiunge ad altre ferite già individuate nella prima autopsia.
Il collegio di esperti incaricato dalla Procura sta lavorando per capire l’origine e la dinamica delle lesioni riscontrate, cercando di fare luce sulle reali circostanze che hanno portato alla morte della signora Resinovich.
Il mistero attorno al decesso della 63enne triestina rimane, e questi nuovi elementi potrebbero risultare fondamentali per chiarire se la sua morte sia stata il risultato di un tragico gesto volontario o se si sia trattato, invece, di un atto violento.
“Si sta piano piano delineando – ha detto a Il Piccolo Nicodemo Gentile, legale di Sergio Resinovich, fratello di Liliana – un quadro sempre più obiettivo di una ricostruzione dei fatti assolutamente incompatibile con un suicidio”.
L’avvocato Gentile si augura “che la Procura, gli investigatori, con un atto di grande umiltà, segno di forza e non di debolezza, alla luce di quello che si sta componendo e che verrà messo nero su bianco dai consulenti nominati dalla stessa Procura, rileggano i fatti in maniera diversa”.