Joel Frederiksen al Teatro Miela tra musiche di John Dowland, Leonard Cohen e Nick Drake

Trieste – Wunderkammer Festival ritorna a “giocare con il tempo” domani, martedì 25 maggio alle 19 al Teatro Miela con musiche elisabettiane affiancate a quelle del ‘900 in “Time has told me” in cui Joel Frederiksen, voce e liuto, e Domen Marinčič, viola da gamba, offrono un programma in cui il seicentesco John Dowland è accostato ai cantautori contemporanei Leonard Cohen e Nick Drake.

Joel Frederiksen, liutista con una profonda voce da basso, statunitense di nascita, vive in Germania ed è direttore dell’Ensemble Phoenix Munich. Ha pubblicato CD pluripremiati con Harmonia Mundi France e Deutsche Harmonia Mundi e tra i vari riconoscimenti è stato insignito dell’Orphée d’Or in Francia nel 2011 e dell’Echo Prize per Requiem for a Pink Moon nel 2013. Riconosciuto come grande artista in tutta Europa e negli Stati Uniti ha un contratto di registrazione esclusivo con SONY.

Questo di martedì è un concerto interamente dedicato alla fusione tra epoche e musiche. La canzone di partenza del concerto di martedì 25 maggio “Time has told me”, è una canzone scritta negli anni ’60 da un giovane cantautore inglese, ovvero Nick Drake, e racconta di sentimenti che solo il tempo può insegnare. Similmente una canzone scritta 400 anni prima, “Time stands still”, da un altro cantautore inglese, John Dowland, descrive lo stato prezioso dell’essere nel momento in cui il tempo è sospeso. Per citare Eraclito: “Non puoi entrare due volte nello stesso fiume” e “Tutto scorre”.

Non c’è da stupirsi se Nick e altri poeti usano così spesso l’acqua come metafora del tempo nei loro testi, perfetto paragone della sua ineluttabilità: e nel tentativo di venire a patti con questo mistero del tempo, sui suoi effetti, la lotta contro di esso e, in definitiva, l’accettazione del movimento e del flusso.

E allora Joel Frederiksen suonerà per Wunderkammer una sua canzone che con il suo titolo, “Ocean”, allude proprio a questo ed è dedicata proprio a Nick Drake, alla sua vita, combinando tra loro sonorità elisabettiane e moderne. Quando Nick Drake morì, aveva solo 26 anni, ma aveva già registrato tre album straordinari in cui la melancolia ha toni dolci, di una intensità indimenticabile, assolutamente similare a quella espressa da John Dowland, vissuto all’epoca di Elisabetta I.

Artista molto diverso invece, dalla lunghissima carriera, è stato Leonard Cohen, nato e cresciuto a Montreal, poeta e romanziere. In questo programma sarà musicalmente e poeticamente collegato alla canzone del Rinascimento francese: si trovano infatti dei legami musicali tra la musica di Cohen e il repertorio antico come in Suzanne con Susanne ung jour di Orlando di Lasso o Hey, that’s no way to say goodbye con Adieu mes amours di Josquin des Prez in nuovi arrangiamenti, influenzati dal passato, ma aggiornato al presente.

«Questo programma – racconta la direttrice artistica del festival Paola Erdas – vuole dimostrare che, accettando la legge del tempo che è la legge del cambiamento, prendendo musica da luoghi ed epoche diverse, si raggiunge il presente e magari per un attimo riuscire addirittura a sospendere il Tempo, trovando quel perfetto stato di libertà gioiosa a cui l’Arte da sempre aspira».

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