Italiani, politica e Costituzione: quante domande…

Trieste – Si sta spargendo l’idea che la Costituzione sia vecchia e obsoleta, mi chiedo, con  rispetto e curiosità, quanti italiani la conoscano davvero, specie nella sua prima parte, dove appare, a mio avviso, alquanto fresca ed aggiornata, direi la vera locomotiva di un popolo che deve ancora e sempre crescere.

All’articolo 1 si parla di una Repubblica democratica, quindi basata sul popolo e su tre poteri, nessuno dei quali può sovrastare gli altri e di un arbitro imparziale, il Presidente della Repubblica, eletto dal Parlamento. Perché allora si sta spingendo per una supremazia assoluta del Capo del Governo, ovvero per un passaggio di fatto da una democrazia parlamentare ad una autarchia?

All’articolo 3 si parla di uguaglianza dei diritti delle persone, come mai c’è ancora tanto ritardo nel riconoscere  le giuste retribuzioni delle donne a parità di lavoro con gli uomini? E inoltre, come mai le tutele dovute a chi è disabile non sono davvero prioritarie e sempre al centro delle attenzioni politiche, per cui la legge di bilancio attuale taglia 350 milioni di euro  ai servizi per la disabilità?

L’articolo 19 apre una grande finestra di civiltà, dando tutela a chi vuole praticare pacificamente un qualsiasi culto religioso in Italia. Come mai non tutti ne sembrano convinti  e si sollevano polveroni sul tema e proprio vicino a casa nostra?

L’articolo 27 dichiara che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. Può essere così in un mai risolto sovraffollamento nelle carceri? È vero poi che in una Commissione parlamentare giace una proposta di legge per depenalizzare , se non abolire, il reato di tortura? Se c’è, spero resti ferma lì, perché se no sarebbe una vergogna nazionale.

L’articolo 31 intende difendere la famiglia con interventi economici non provvisori e altre provvidenze. Come mai allora si chiudono dei consultori famigliari , luoghi di preziosa consulenza ai tanti problemi delle famiglie? E perché si aumenta l’Iva sui prodotti essenziali per i neonati?

L’articolo 32, che punta ad una sanità pubblica egualitaria e giusta, specie per i bisognosi, ci mette davanti  oggi ad una sanità pubblica carica di manchevolezze e di sostegni, anche dove funzionava bene. Come si spiega questa piega così scivolosa, che vede mancare oggi almeno tre miliardi alla sua copertura minima nella legge  di bilancio?

L’articolo 36 tocca un punto cruciale, la retribuzione, che deve essere giusta rispetto al lavoro compiuto e “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Perché le retribuzioni invece sono da noi molto basse e si respinge l’idea di un salario minimo?

L’articolo 53 auspica un sistema tributario  informato a progressività, antidoto all’evasione fiscale. Si può invece continuare a tollerare una così vasta evasione fiscale, che fa pagare più tasse a chi già le paga e condona chi non le paga, e che, se almeno fosse ridotta, darebbe risorse per le grandi cause prima citate: sanità, disabilità, retribuzioni, servizi sociali, scuola?

E infine domandiamoci, cos’è che non funziona nel nostro rapporto di popolo e di Stato con questa mirabile Costituzione? Forse una seria, convinta e praticata educazione civica assieme ad  una prassi politica meno astiosa e faziosa, più consapevole e più responsabile verso tutti e non solo verso alcuni?

 

 

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