Italia digitale: Friuli Venezia Giulia esempio di innovazione
Tra le sfide che il governo dovrà affrontare nei prossimi anni, quella della digitalizzazione del Paese è una delle più difficili e importanti. Ma nonostante un evidente ritardo rispetto agli altri paesi europei, anche l’Italia si sta muovendo per innovare i propri sistemi e le proprie imprese.
Un esempio particolarmente virtuoso è quello del Friuli Venezia Giulia, che è riuscita a sostenere lo sviluppo di realtà imprenditoriali innovative senza danneggiare il territorio, ma anzi promuovendo e migliorando il mercato lavorativo interno alla regione.
Quello del lavoro, infatti, è il settore che più di tutti si sta adattando a questa transizione: di conseguenza, sono moltissime le nuove professioni che stanno nascendo grazie alla spinta del digitale.
Il progetto Imprese Vincenti
L’iniziativa “Imprese Vincenti”, promossa da Intesa Sanpaolo, ha l’obiettivo di sostenere le piccole e medie imprese, fornendo tutti gli strumenti necessari per investire in ricerca, sviluppo e formazione, senza tralasciare i processi di internazionalizzazione e digitalizzazione, fondamentali per avere successo nel contesto economico attuale.
Delle oltre 4.500 piccole e medie imprese che si sono candidate al programma, presentato a maggio 2022, la banca ne ha selezionate 140 che si sono contraddistinte per i percorsi di ricerca e digitalizzazione che hanno intrapreso, e per i risultati raggiunti in termini di competitività ed ecosostenibilità. Tra le realtà imprenditoriali selezionate spiccano ben quattro aziende del Friuli Venezia Giulia, ovvero Zanutta, Alfa Sistemi, Potocco e Cappellotto.
Queste imprese, come ha dichiarato Francesca Nieddu, direttrice regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia, “sono realtà che si sono distinte in diversi settori traino dell’economia del territorio facendo leva sulla digitalizzazione per aprire al cambiamento e ripensare in modo creativo i modelli di business”.
Nuove professioni: (anche) il lavoro oggi è digitale
Il progetto “Imprese Vincenti” si inserisce in un contesto di profondo cambiamento del settore lavorativo, in Italia e nel mondo: molti lavori stanno sparendo, mentre altri stanno nascendo.
Inutile dire che oggi il rapporto tra lavoro e web è molto stretto, infatti il digitale riveste un ruolo fondamentale nella maggior parte dei nuovi mestieri. Dal Cybersecurity Analyst al Cloud Architect, dal Web Developer all’amministratore di dati, le professioni oggi più ricercate hanno tutte le caratteristiche dei lavori digitali: smartworking, gestione di dati e contenuti online, uso massivo di Internet e non solo. Per questo motivo non è un caso che le assunzioni nel settore digital segnino un +30%.
Grazie al PNRR, che tra i suoi obiettivi primari ha quello dell’innovazione e della digitalizzazione del mercato del lavoro e delle imprese italiane, è facile prevedere un ulteriore aumento nella domanda di lavori digitali, sia nel settore pubblico che in quello privato. Infatti, come riportato dal rapporto Ocse in collaborazione con Randstad, ripreso dal quotidiano La Repubblica, in Italia ben il 12% degli annunci di lavoro online riguarda proprio le occupazioni digitali. Un dato in forte crescita, considerando che rispetto al 2014 il numero di annunci è aumentato di quasi nove volte, portando l’Italia in testa alla classifica dei Paesi con più offerte lavorative nel digitale.