Isabel Russinova porta in scena “Safa la sposa bambina” al Teatro dei Fabbri

Trieste – Alla Festa della Letteratura e della Poesia giovedì 30 marzo alle ore 20.30 arriva il nuovo spettacolo dell’autrice e attrice Isabel Russinova, testimonial di Amnesty International e del Concorso “Castello di Duino”.

“Safa e la sposa bambina”, questo il titolo della sua pièce teatrale che andrà in scena al Teatro dei Fabbri alle 20, per la regia di Rodolfo Martinelli Carraresi, è ispirato alla storia vera di una donna siriana costretta a vivere l’incubo della vita nell’inferno della guerra.

Viene rappresentato per la prima volta a Trieste dopo il debutto romano dello scorso anno ed è nato su impulso di Amnesty International, che da anni porta avanti una campagna per accendere i riflettori sulla triste condizione delle “spose bambine”.

Lo script dello spettacolo entrerà a far parte del prossimo libro di Isabel Russinova, dal titolo “Anĝeloj” (Angeli in esperanto), che uscirà per Curcio Editore il prossimo autunno.

Alla protagonista dello spettacolo, Safa, interpretata dalla celebre attrice, hanno tolto tutto: la famiglia, i figli, l’amore, la dignità, il futuro.

Su di lei si è abbattuto l’orrore della guerra che da sempre offende l’uomo, ma il destino le offre un’altra occasione per cui lottare, Awa è una piccola di 10 anni che come tante bambine ha smesso da troppo tempo di sorridere, è una sposa bambina, la famiglia l’ha data in moglie ad un uomo più grande per poter pagare i debiti e tirare avanti. Dopo averla presa quell’uomo l’ha picchiata e torturata, ripetendo il macabro copione che colpisce migliaia e migliaia di bambine e che i conflitti non fanno che esasperare.

Poi il “marito” l’ha venduta ai soldati Daesh, che l’hanno resa una loro schiava, come tante altre donne catturate, fatte prigioniere e piegate al malato volere dell’Is. Sarà lì, in quella condizione di schiavitù, che Safa e Awa si incontreranno, vittime degli stessi carnefici. “Attraverso la storia di Safa e Awa – racconta Isabel Russinova – ho voluto mettere sotto i riflettori la condizione della donna tra le popolazioni martoriate dal conflitto mediorientale che oggi infiamma pericolosamente l’umanità”.

“Con questo spettacolo Isabel Russinova ci porta dentro l’inferno della guerra, ricordandoci che in quel contesto le popolazioni civili pagano il prezzo peggiore e, in particolare, le bambine subiscono violenze indicibili – commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia -. Awa, la sposa bambina fatta schiava, è il simbolo dell’infanzia rubata, del futuro negato. Safa è la luce in fondo al tunnel, la speranza che i matrimoni forzati e precoci e la riduzione in schiavitù sessuale diventino presto un orrore del passato, da ricordare solo per non ripeterlo ancora”.

In mattinata invece, dalle 9.30 alle 13.30, al Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione di via Filzi 14, si svolgerà la seconda e ultima parte del workshop s-Tradurre: ciò che la lingua non può e la traduzione deve”.

Ci si concentrerà sul tema “Tempi grammaticali e poetica della temporalità: lingue autori e traduttori a confronto”, a cura di Gabriella Valera, Ana Cecilia Prenz e José Francisco Medina Montero, con numerosi interventi di studiosi e docenti e con la partecipazione, tra gli altri, degli studenti dei corsi di laurea in Lingue e Letterature dell’Università di Trieste e dell’Università di Lubiana.

La festa della letteratura e delle poesia per la giornata di giovedì 30 marzo avrà inizio alle ore  9,30 per concludersi alle 13.30 presso il Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione, Università di Trieste (Via Filzi 14, Trieste) con l’incontro Tempi grammaticali e poetica della temporalità: lingue autori e traduttori a confronto” a cura di Gabriella Valera, Ana Cecilia Prenz e José Francisco Medina Montero.

Interventi di Claudia Azzola, Alessandra Flores D’Arcais, Giovanni Ferracuti, Miran Košuta,

Sandro Pecchiari, Ana Cecilia Prenz, Enzo Santese, Silvia Storti, Gabriella Valera, Mark Veznaver, Gerasimos Zoras. Con la partecipazione di Liliya Radoeva Destradi, Leonor Buçinca, Raimonda Popaj, Elena Giacomin e degli studenti dei corsi di laurea in Lingue e Letterature dell’Università di Trieste e dell’Università di Lubiana.

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