Interrogativi sui fatti al Cpr di Gradisca dopo la morte del cittadino georgiano
Gradisca d’Isonzo (Go) – L’autopsia del cittadino georgiano Vakhtang Enukidze, detenuto al Centro per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo (Go) e deceduto sabato in ospedale, “si terrà lunedì prossimo” 27 gennaio. Lo ha annunciato l’ambasciatore di Georgia in Italia, Konstantine Surguladze.
L’esame autoptico, inizialmente previsto per il 22 gennaio, è stato posticipato “per consentirne la trasparenza” alla presenza di un consulente di parte, ha spiegato Surguladze.
In queste ore, aggiunge il diplomatico, “sul posto si trova il nostro Console per incontrare il Procuratore di Gorizia che si occupa del caso”. Al momento, sottolinea, “non abbiamo alcun elemento” su come siano andate le cose. “Aspettiamo il risultato dell’autopsia”.
Da parte italiana, aggiunge il diplomatico, “ci è stata garantita l’imparzialità e la velocità delle indagini”. Da parte del governo georgiano, ha fatto sapere Surguladze, “c’è grande attenzione su quanto accaduto”.
A questo proposito, l’ambasciatore italiano a Tbilisi, ha concluso, ha avuto un incontro al mistero degli Esteri.
Intanto il deputato Riccardo Magi (Radicali), in una conferenza stampa alla Camera, ha parlato di gravi fatti che si sarebbero verificati all’interno della struttura del Cpr.
Magi afferma che l’uomo è stato “Picchiato ripetutamente da circa 10 agenti, anche con un colpo d’avambraccio dietro la nuca ed una ginocchiata nella schiena, trascinato per i piedi come un cane. Morto dopo essere stato riportato nel Centro, al termine di una notte d’agonia. È come il caso Cucchi, una persona morta mentre si trovava in custodia dello Stato. Ora bisogna chiarire”.
L’on. Magi, il 19 ed il 20 gennaio scorsi ha fatto due visite nella struttura, ha parlato con 8-9 testimoni (ospiti del Centro, un operatore ed anche un poliziotto) ed ha riferito che hanno dato una “versione concorde” su come sono andate le cose.
“Il fatto preoccupante – ha aggiunto – è che alcune delle persone con cui ho parlato, egiziani ospiti della struttura, sono stati nel frattempo espulsi”.
La procura di Gorizia ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario sul caso. Il deputato ha riferito ai magistrati quello che ha appreso.
“I testimoni citati dall’onorevole Riccardo Magi sono stati sentiti prima che venissero espulsi – ha detto all’agenzia di notizie ANSA il Procuratore di Gorizia Massimo Lia. – Appena il collega che segue l’inchiesta ha saputo della presenza di possibili ulteriori testimoni oculari e di compagni di detenzione della vittima – ha aggiunto Lia – si è immediatamente recato nel Centro per sentirli prima che venisse attuata la loro espulsione, cioè l’epilogo atteso per chi è ospitato in quelle strutture. Per questa ragione, la loro ricostruzione dei fatti, sui quali non entrerò per non violare il segreto istruttorio, è stata raccolta dettagliatamente. Si tratta di quattro persone per le quali c’era l’urgenza di verbalizzare le dichiarazioni proprio perché prossimi a un allontanamento dal territorio nazionale che era stato programmato ed era ormai imminente. Quanto hanno riferito è stato puntualmente acquisito agli atti”.
L’on. Debora Serracchiani (Pd), da parte sua, ha dichiarato che “È doveroso avere fiducia nelle indagini della Procura, che dovrà chiarire lo svolgimento dei fatti e le cause della morte del migrante georgiano. Mentre sono in corso queste indagini è inopportuno avanzare lanciare accuse o alzare scudi a difesa nei confronti delle forze dell’ordine. Giusto invece chiedere che i tempi siano rapidi”.
Per la parlamentare “chi, come fa un assessore regionale, ignora deliberatamente il problema delle condizioni di detenzione non pensa che con quelle condizioni devono confrontarsi anche le forze dell’ordine. Dare fiducia alla polizia significa permetterle di lavorare senza continue emergenze, e questo – conclude – nel Cpr di Gradisca non è possibile”.