Interporto Pordenone, più vicino il terminal ferroviario: accordo con Hupac
Pordenone –
E’ questo il significato dell’accordo siglato questa mattina, 12 luglio, nella sede di Interporto Centro Ingrosso di Pordenone spa, da Giuseppe Bortolussi, amministratore delegato della società del capoluogo e la Hupac spa di Busto Arsizio, rappresentata dal direttore amministrativo Roberto Paciaroni.
L’azienda, fondata nel 1967 a Chiasso (Svizzera), principale gestore di rete nel traffico intermodale europeo e con sedi operative in diversi paesi continentali, avrà il compito di curare, nel terminal ferroviario pordenonese ai nastri di partenza entro il 1° gennaio dell’anno prossimo, la gestione dei treni, trasferendo questi e i camion dalla strada alla rotaia, “occupandosi – ha rilevato Paciaroni – di ogni attività di manovra all’interno del terminal e di tutte le attività complementari e connesse”.
Uno degli elementi portanti riguarda il risparmio ambientale. “Si stima – ha precisato Paciaroni – che il risparmio di anidride carbonica (co2), con l’utilizzo del trasporto su rotaia, anziché su gomma, sia pari al 90%”.
“La novità di questo accordo – ha sottolineato l’ad di Interporto Pordenone, Giuseppe Bortolussi, – riguarda il fatto che Hupac spa farà arrivare i treni, pagandoli loro, e li movimentino, dando certezza a tutto il mondo ferroviario, con date e giorni precisi per dare concretezza ai movimenti dei treni da e per ogni destinazione. Si tratta, quindi, di dare un servizio vero, 365 giorni all’anno, a un’area industriale che non è solo Pordenone, ma si espande lungo tutto il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, vale a dire 31 miliardi di esportazioni. Oggi, chi lavora nel mercato vuole soluzioni semplici, immediate e a basso costo. Qui, le avrà”.
Bortolussi, infine, dopo aver ricordato che, grazie al terminal ferroviario, gli occupati di Interporto Centro Ingrosso di Pordenone passeranno dagli attuali mille, a circa 1.250, ha evidenziato un importante obiettivo nazionale per l’intermodalità: arrivare nel 2030 ad avere un traffico su rotaia pari al 30%.
Attualmente, l’Italia è uno dei fanalini di coda con solo il 10% di questo traffico rispetto alla straripante gomma, che ha il restante 90%. Va meglio al nord, dove già oggi il traffico su rotaia si avvicina al 25%.