Insulti razzisti contro il portiere del Milan, una partita a porte chiuse per l’Udinese

Udine – Il giudice sportivo di serie A ha comminato all’Udinese la sanzione di giocare una partita di campionato a porte chiuse in seguito agli insulti razzisti contro il portiere del Milan Mike Maignan nella partita di sabato scorso. Il match a porte chiuse sarà quello con il Monza, sabato 3 febbraio alle 15.

Così il giudice: In ordine alle manifestazioni di discriminazione razziale che hanno interessato in più occasioni, durante la gara, il calciatore Mike Maignan, e che hanno portato all’effetutuazione di n.2 annunci con altoparlante, nonché a una prima interruzione del gioco per circa un minuto, di poi a una sospensione della gara per circa 5 minuti”. Nel comunicato viene anche sottolineata “la obiettiva gravità dei fatti descritti e riportati”.

L’Udinese valuterà se presentare o meno ricorso contro la sanzione, ritenendo di avere adottato tutte le misure necessarie per dare un segnale forte, escludendo a vita dal Bluenergy Stadium l’autore già individuato delle espressioni razziste.

Le indagini della Polizia

La Polizia di Stato di Udine, nel corso degli approfondimenti investigativi conseguenti agli episodi di razzismo verso il portiere del Milan Mike Maignan, grazie al supporto del sofisticato impianto di video-sorveglianza presente presso lo Stadio Bluenergy, ha individuato una prima persona indiziata di avere proferito invettive a sfondo razzista: “negro di merda” ripetuto per dodici volte.

L’uomo, quarantaseienne della provincia di Udine, già conosciuto alle forze dell’ordine, è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Udine che sta coordinando le attività di indagine.

Contestualmente il Questore della Provincia di Udine ha emesso nei suoi confronti un Daspo per la durata di cinque anni.

Le attività’ investigative proseguono al fine di identificare eventuali ulteriori soggetti responsabili di atti di discriminazione razziale.

Gli insulti razzisti erano stati gridati dagli spalti dello stadio di Udine durante l’incontro di calcio di serie A Udinese-Milan disputato sabato 20 gennaio.

La partita – vinta dal Milan per 2 a 1 – era stata interrotta dal direttore di gara al 33’ del primo tempo a causa degli insulti razzisti rivolti al portiere del Milan Mike Maignan da parte della tifoseria alle spalle della sua porta.

Accertamenti di polizia sono già in corso per verificare altre responsabilità in merito.

Udinese calcio

“L’eventuale Daspo delle autorità giudiziarie ha una durata limitata, noi invece lavoreremo per escludere a vita questi razzisti dallo stadio”. Così il direttore generale dell’Udinese, Franco Collavino, in merito ai responsabili degli insulti a Mike Maignan, sabato sera.

“Siamo convinti che si tratti di non più di due o tre persone – ha precisato – Non ci sono stati cori: ce lo hanno confermato sia l’arbitro, sia la Procura federale. In ogni caso, non importa il numero: fosse anche uno soltanto, resta una cosa gravissima”.

“Udinese Calcio è profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio”. Così in una nota il club friulano dopo quanto accaduto allo stadio.

”L’Udinese collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l’immediato chiarimento dell’accaduto, con l’obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili. Come Club, continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l’integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città ed una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza”.

Il post di Maignan su X

In un lungo post sul social “X” Mike Maignan esprime amarezza e speranza:
Non è stato il giocatore a essere attaccato. È stato l’uomo. È stato il padre di famiglia. Non è la prima volta che mi succede. E non sono la prima persona a cui è successo. Ci sono stati comunicati stampa, campagne pubblicitarie, protocolli e nulla è cambiato. Oggi l’intero sistema deve assumersi la responsabilità: i tifosi, perché è facile agire in gruppo, nell’anonimato di una tribuna. Gli altri spettatori che erano sugli spalti, che hanno visto tutto, hanno sentito tutto, ma hanno scelto di tacere: siete complici. La società Udinese, che ha parlato solo di interruzione della partita, come se non fosse successo nulla: siete complici. Le autorità e il pubblico ministero, con tutto quello che sta succedendo: se non fate nulla, sarete complici anche voi”.

“Ve l’ho già detto e devo ripeterlo ancora: non sono una vittima. E voglio dire grazie al mio club, al Milan, ai miei compagni di squadra, all’arbitro, ai giocatori dell’Udinese e a tutti quelli che mi hanno mandato messaggi, che mi hanno chiamato, che mi hanno sostenuto privatamente e pubblicamente. Non posso rispondere a tutti, ma vi vedo e siamo insieme. È una battaglia difficile, che richiederà tempo e coraggio. Ma è una battaglia che vinceremo”.

La proposta del sindaco di Udine

Esprime dispiacere anche il sindaco di Udine, che sulle pagine del social Facebook lancia una proposta: “La nostra è una città di tutti: Udine non è razzista, per questo ho invitato personalmente Maignan qui per realizzare, insieme a Fondazione Milan, iniziative concrete per la lotta alla discriminazione. Proporrò anche al consiglio comunale di conferire al portiere la cittadinanza onoraria. Il Friuli è una terra accogliente e anche l’Udinese è da sempre una squadra multiculturale e inclusiva. Questi valori non possono essere umiliati da persone accecate dal razzismo con gesti che condanniamo fermamente”.

L’ex portiere Dino Zoff

“È stata una cosa deprecabile, non sono cose da fare”. Così l’ex portiere della Nazionale Dino Zoff , friulano, interpellato dalla stampa locale. “Non c’entra il Friuli, io ero portiere e certe cose le ho avvertite ovunque. Nel calcio come nella vita ho sentito tanti buu. Ai miei tempi succedevano cose diverse, io che ho fatto il portiere ed ero vicino agli spalti ho visto arrivare di tutto in campo. Ho sentito insulti di ogni tipo, ma almeno erano per tutti”.

Immagine tratta da “X” – ACMilan

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