Indagine Prometeia per Confindustria FVG: crescita economica lenta con alcuni segnali positivi

FVG – Il Pil (Prodotto interno lordo) del Friuli Venezia Giulia ha chiuso il 2024 con un aumento dello 0,3%, un dato inferiore alle stime precedenti (0,7%) a causa di investimenti ed esportazioni più deboli del previsto.

Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, basata sui dati Prometeia aggiornati a gennaio, la crescita della regione resterà contenuta anche nel 2025 (+0,3%), con una leggera accelerazione attesa per il 2026 (+0,7%). Complessivamente, alla fine del 2026 il Pil regionale potrebbe segnare un +5,2% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019.

Sul fronte dei consumi, la spesa delle famiglie dovrebbe crescere più rapidamente del Pil, con un aumento dello 0,7% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, sostenuta dal miglioramento del potere d’acquisto e dalla riduzione dei tassi di interesse.

Gli investimenti, invece, mostrano un andamento in calo dopo l’incremento registrato tra il 2019 e il 2023. Le incertezze legate alla domanda estera e le difficoltà burocratiche nell’attuazione del piano di Transizione 5.0 stanno influenzando le scelte delle imprese, mentre il settore delle costruzioni subisce la fine degli incentivi fiscali, compensata solo in parte dai fondi del PNRR.

Le esportazioni, che hanno vissuto una fase di contrazione nel 2023 e nel 2024, sono attese in ripresa nel 2025 (+3,7%) e nel 2026 (+3,5%), superando la crescita media del commercio globale.

La tenuta del comparto industriale, che nel 2024 ha registrato un calo del valore aggiunto dello 0,5%, potrebbe beneficiare di questa ripresa. Il settore delle costruzioni, invece, è destinato a un calo significativo nei prossimi due anni, mentre i servizi continuano a mostrare un andamento positivo.

L’occupazione rimane stabile, ma con una crescita più moderata nei prossimi anni. Dopo un aumento dell’1,6% nel 2024, la crescita rallenterà allo 0,8% nel 2025 e allo 0,6% nel 2026, anche a causa della contrazione del settore edilizio. Il tasso di occupazione per la fascia 15-64 anni, già ai massimi livelli, è previsto salire al 70,8% nel 2025 e al 71,6% nel 2026. Tuttavia, per migliorare ulteriormente il mercato del lavoro, sarà fondamentale incentivare l’occupazione femminile e giovanile, ancora distante dai livelli di Paesi come Germania e Olanda. Un altro tema chiave sarà l’ingresso di lavoratori stranieri, necessario per compensare i pensionamenti previsti nei prossimi anni (70.000 entro il 2028).

L’inflazione, dopo essere scesa al 5,4% nel 2023 e all’1,2% nel 2024, dovrebbe registrare un lieve rialzo nel biennio successivo, pur restando sotto il 2%, in linea con l’obiettivo della BCE. Resta invece alta l’incertezza legata ai costi energetici, con il prezzo del gas naturale in Europa raddoppiato rispetto ai minimi di febbraio 2024 e quello dell’energia elettrica in Italia più elevato rispetto a Paesi come Germania, Francia e Spagna.

Il commento di Confindustria Udine

Il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, ha sottolineato che il 2025 sarà un anno particolarmente sfidante, soprattutto per l’industria manifatturiera, ma ha evidenziato segnali positivi all’orizzonte per il 2026. Secondo Pozzo, il sistema produttivo regionale deve affrontare criticità strutturali come la carenza di risorse umane qualificate, l’alto costo dell’energia e la necessità di aumentare la competitività con investimenti in digitalizzazione e sostenibilità.

Il presidente ha ribadito l’importanza di strategie di lungo periodo per il rafforzamento del mercato del lavoro, l’attrazione di talenti qualificati, il miglioramento delle infrastrutture e l’accesso al credito. Centrale sarà anche il sostegno all’innovazione tecnologica, che può generare benefici ambientali e produttivi.

Infine, Pozzo ha evidenziato la necessità di semplificare la burocrazia e attuare riforme strutturali attese da anni, per ridurre il divario competitivo con i principali Paesi europei e creare un ambiente favorevole alla crescita delle imprese friulane.

 

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