Inaugurato il Cammino di Sant’Antonio: si percorre a piedi da Gemona del Friuli a Padova
Gemona del Friuli (Ud) – Si è svolta venerdì 11 giugno a Gemona la cerimonia di inaugurazione del Cammino di Sant’Antonio. Il Cammino di Sant’Antonio è un percorso ideale che collega Gemona del Friuli alla Basilica del Santo, a Padova, e si ricongiunge con Capo Milazzo, in Sicilia. Il luogo, quest’ultimo, dove il Santo, come si racconta, approdò dopo un naufragio avvenuto al rientro dal Marocco, per poi proseguire fino alla città veneta nel suo viaggio volto a diffondere la fede. Il tracciato del Cammino di Sant’Antonio si snoda lungo un percorso di 250 km e svela campagne, borghi antichi, paesi e luoghi d’arte. Segnalato da un’apposita cartellonistica, si sviluppa da Gemona per toccare Majano, Sequals, Montereale Valcellina, Polcenigo, Sacile; per poi proseguire in Veneto attraverso Vittorio Veneto, Susegana, Vidor, Asolo, Camposanpiero, fino a raggiungere, dopo dieci tappe, a Padova, la Basilica del Santo. Il Cammino sarà promosso attraverso l’ente regionale PromoTurismoFVG.
All’evento di apertura sono intervenuti il governatore del FVG, Massimiliano Fedriga (in videoconferenza) e gli assessori regionali alle Attività produttive e al turismo, Sergio Emidio Bini, e alle Finanze, Barbara Zilli.
Gli interventi delle autorità regionali
Valorizzare i Cammini riproponendo in chiave moderna i percorsi della fede anticamente affrontati dai pellegrini per raggiungere luoghi di culto religioso è una preziosa opportunità per creare nuove occasioni di promozione del territorio. Il turismo lento e consapevole è la tendenza del momento e bisogna approfittarne per far scoprire le ricchezze nascoste della nostra regione. Questo il tema centrale degli interventi delle autorità presenti.
Il governatore Fedriga ha sottolineato che “la cerimonia odierna non è un’inaugurazione improntata esclusivamente a una finalità turistica, ma rappresenta una parte importante di storia e di cultura appartenente alla nostra terra”.
L’assessore Bini, che poi assieme all’assessore Zilli e al sindaco di Gemona, Roberto Revelant ha tagliato il nastro inaugurale, ha evidenziato che il Cammino di Sant’Antonio va a colmare il paniere di un’offerta turistica già ricca e articolata, con una proposta che nel Friuli Venezia Giulia annovera già i Cammini celesti, il percorso delle Pievi della Carnia, le chiesette delle Valli del Natisone, la miriade di edifici antichi e storici sedi e icone del culto religioso, spesso vere chicche dell’arte antica e popolare. Si tratta di occasioni, che assieme ai percorsi lungo le antiche vie romane, come la Romea Strata, animano e richiamano una forma di turismo lento che, come ha ricordato l’assessore, in questo periodo è cresciuto prepotentemente.
Bini ha altresì colto l’occasione per ringraziare quel mondo del volontariato laico e religioso – “che ha lavorato molto in questi anni per consentire di raggiungere i risultati concreti ai quali oggi assistiamo e che sono maggiormente valorizzati in questo periodo in cui il turismo lento è cresciuto sensibilmente”.
“Si tratta – ha spiegato Bini – di una forma di turismo trasversale che coinvolge ciclisti, camminatori, esploratori ecologici, curiosi del territorio e delle sue ricchezze, i quali trovano nel Friuli Venezia Giulia una miriade di occasioni di intrattenimento e arricchimento anche culturale, oltre che, grazie ai Cammini, religioso”.
“Una tipologia di turismo – ha concluso Bini – quella del turismo religioso, che, oltre a far conoscere le numerose sfaccettature e prerogative del territorio, favorisce anche la riscoperta personale”.
“È una giornata di festa per l’intera Regione e non solo – ha evidenziato da parte sua l’assessore Zilli – perché oggi inauguriamo il risultato di un percorso frutto del lavoro sviluppato per più di due anni che ha consentito anche alla Regione di investire in modo importante sulla rete dei Cammini, facendone un’occasione di rilancio turistico. Un’occasione ora ancor più valida nel momento della ripartenza dalle difficoltà legate alla pandemia”.
Il Cammino di Sant’Antonio rappresenta “una forma di turismo – ha concluso Zilli – legata alla riscoperta delle peculiarità e delle testimonianze della cultura e del sacro, che presentano tracce importanti nella nostra terra, e che riscopre oggi le sue radici nel più antico santuario del culto antoniano che è quello di Gemona”.
(Foto: Regione FVG)