Inaugurata al Salone degli Incanti a Trieste la mostra “Banksy-Unauthorized exhibition”
Trieste – È stata inaugurata il 25 novembre la mostra “Banksy-Unauthorized exhibition” al Salone degli Incanti di Trieste.
In questa grande mostra, non autorizzata dall’artista come tutte le innumerevoli esposizioni che si moltiplicano a livello internazionale, si intende condurre l’attenzione per la prima volta su un aspetto fondamentale dell’artista inglese, quello che probabilmente ha avuto un ruolo non secondario nella crescita continua e progressiva del suo successo: la sua capacità di grande comunicatore.
La scelta di rimanere nell’anonimato nasce da un insieme di esigenze: la necessità di sfuggire alla polizia, data la realizzazione di incursioni e di graffiti illegali; tutelarsi considerando lo sfondo satirico delle sue opere che trattano argomenti sensibili come la politica e l’etica; il desiderio di non inquinare la percezione della sua identità e delle sue opere, come afferma l’artista stesso.
Il percorso artistico, a cura di Gianni Mercurio, sarà visitabile fino al 10 aprile 2023. La mostra si compone di cinque sale con oltre una sessantina di opere originali che ripercorrono il notevole lavoro di Banksy: dalle sue radici e ispirazioni, fino ai giorni nostri.
Si parte quindi dalle opere di artisti e movimenti a cui l’autore si è ispirato, tra cui Keith Haring, Andy Wharol e Blek le Rat, oltre ai poster del maggio francese dai quali Banksy ha ripreso il minimalismo, la comunicazione delle rivolte e l’uso dello stencil, ma anche le opere legate ai situazionisti e al concetto di comunicazione di massa.
Si passa poi a una riproduzione dello studio di lavoro di Banksy e all’esposizione di opere che criticano la società britannica. Ne sono la prova un iconico Winston Churchill con cresta punk e un parlamento inglese composto da scimmie (Devolved Parliament).
Il “grande comunicatore” affronta quindi temi come proteste e capitalismo – con, tra le altre, il celebre “lanciatore di fiori” – e guerra e violenza. Le racconta anche attraverso “Napalm”: la bambina vietnamita in fuga dal bombardamento mano nella mano con due mascotte dell’entertainment nel mondo contemporaneo. Il perno di Banksy rimane l’occhio umano di denuncia.
La mostra dedica infine anche un’area alle più celebri performance del writer come il “Walled Off Hotel” a Betlemme situato di fronte al muro che separa Israele e Palestina, e poi un negozio, ironicamente denominato Wallmart, che fornisce i materiali necessari ai clienti che vogliono dipingere sul muro adiacente.
Banksy è uno degli artisti più popolari e controversi del panorama contemporaneo. È ancora impossibile definire la figura e la biografia di Banksy attraverso precisi dati anagrafici. Molte le congetture sul nome e sull’identità dell’artista nato e cresciuto a Bristol, ma tuttora nessuna certezza.
Nei primi del duemila Banksy è a Londra e comincia a farsi conoscere. In breve i muri della città si animano con i suoi personaggi ironici, pungenti, provocatori, irriverenti. E da subito è un fenomeno. I suoi lavori sono messaggi allo stato puro.
Ciò che conta per Banksy non è tanto la forma quanto il messaggio; nonostante ciò, è riuscito a creare, a livello formale, un linguaggio personale immediatamente riconoscibile e multiculturale. Messaggi che, nelle intenzioni e nella pratica dell’artista, devono viaggiare non soltanto sui muri, ma attraverso quadri e stampe, video e social media.
Nei soggetti dei murales, nei dipinti e nelle stampe, l’artista inserisce sempre una nota apparentemente incongrua e spiazzante. Riesce così a catturare e calamitare l’attenzione e a indurci ad osservare in maniera più approfondita ciò che abbiamo di fronte per comprenderne il significato. E i suoi messaggi di protesta sono delle metafore sul mondo e sulla società in cui viviamo (la guerra, il conformismo, le migrazioni, il consumismo), che giungono diretti e colpiscono il cuore e la mente.
Banksy ha assimilato l’eredità delle strategie di autopromozione dell’artista di cui Andy Warhol fu l’iniziatore sviluppandole con la forza propulsiva della performance e le potenzialità della comunicazione telematica globale. In questo quadro la sua figura è avvolta in un alone di mistero dato dall’anonimato che, per scelta e per necessità, ne alimenta e definisce i tratti come di un mito dei nostri tempi.
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“Banksy-Unauthorized exhibition” è promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Trieste e organizzato da PromoTurismoFVG in collaborazione con Madeinart.