In Consiglio regionale interrogazione sulle violenze contro i sanitari di Asugi, Asfo e Asufc

Trieste – La violenza contro gli operatori sanitari è un problema serio e preoccupante anche in Regione Friuli Venezia Giulia. La questione sarà dibattuta in Consiglio regionale facendo seguito ad un’interrogazione depositata il 18 ottobre dalla consigliera regionale di opposizione Simona Liguori (Patto – Civica).

“Medici, infermieri, psicologi, operatori socio sanitari e tutto il personale – spiega, in una nota, Liguori – possono essere soggetti a minacce, abusi verbali, violenza fisica da parte di utenti, pazienti o dei loro familiari e va garantita loro la possibilità di lavorare in sicurezza e senza paura. Ecco perché ritengo che questa questione debba essere portata all’attenzione del Consiglio regionale e della Giunta”.

Il problema è diffuso anche nel resto del Paese, pertanto, come segnala Liguori “molti ospedali, servizi, istituzioni stanno implementando misure per proteggere gli operatori sanitari da situazioni di violenza e per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di trattare con rispetto chi cura, assiste e svolge il proprio lavoro a contatto con il pubblico in contesti sanitari. Anche nella nostra regione è opportuno avviare un progetto che faccia sentire gli addetti del settore in sicurezza e garantisca che tali episodi di violenza possano diminuire sensibilmente fino, ci auspichiamo, a scomparire del tutto”.

L’interrogazione della consigliera vuole quindi conoscere “quanti siano da gennaio 2023 ad oggi gli episodi di aggressività verbale e fisica verso gli operatori sanitari avvenuti nei Servizi e nei Dipartimenti di Salute mentale e delle Dipendenze delle aziende Asugi, Asfo, Asufc e quali siano le misure messe in atto a tutela dei lavoratori”.

“Gli operatori sanitati – conclude Liguori – lavorano instancabilmente per prendersi cura dei pazienti, spesso in situazioni difficili e stressanti. Hanno una profonda dedizione al benessere delle persone e meritano rispetto e protezione, nonché diritto di lavorare in un ambiente sicuro dove non devono temere per la propria incolumità fisica o emotiva”.

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