In attesa di espulsione muore in seguito ad una rissa avvenuta nel CPR di Gradisca
Gorizia – Un uomo di nazionalità georgiana che era trattenuto presso il Centro per il Rimpatrio di Gradisca d’Isonzo è deceduto in ospedale il 19 gennaio in seguito alle ferite riportate in una rissa avvenuta qualche giorno prima all’interno della struttura. L’uomo era in attesa di espulsione perché senza documenti in regola.
Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe riportato ferite e lesioni tali da dover essere ricoverato in ospedale. Successivamente era stato dimesso, arrestato e portato in carcere. Ritornato al Cpr, le sue condizioni si sono aggravate ed è stato nuovamente ricoverato in ospedale, dove è morto.
La notizia è stata riportata dal quotidiano locale “Il Piccolo”. Sulla tragica vicenda sono in corso indagini; è stata disposta l’autopsia.
Le reazioni degli esponenti politici
“Gravissima la notizia che ci giunge dal CPR di Gradisca d’Isonzo circa la morte dell’immigrato che era stato ferito in circostanze poco chiare alcuni giorni fa – ha commentato il consigliere regionale Furio Honsell (Open sinistra FVG) -. Ma di quante morti abbiamo bisogno prima di chiudere queste strutture, che provocano solamente violenza?”
“Questa vicenda – ribadisce Honsell – però è ancora più drammatica perché non è chiara la dinamica che ha causato le lesioni subite dal cittadino georgiano, né perché queste siano state sottovalutate. Come Open Sinistra FVG ma anche come semplice cittadino che crede nello stato di diritto, spero sia fatta luce subito, per non dover pagare altre vite”.
“Spero che di fronte alla morte assurda di un ragazzo ci sia l’intelligenza oltre che l’umanità di fermarsi. Invocare Cpr in ogni città significa invocare luoghi di concentramento coatto in cui rinchiudere le persone che ‘non si vogliono vedere’, significa scegliere la propaganda invece che affrontare i problemi, significa creare emergenze per lucrare sulle paure a fini elettorali”. Lo afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, esprimendo la posizione del partito sulla morte del cittadino georgiano.
“In ogni parte d’Italia quel sistema non ha funzionato nella gestione dell’immigrazione e anzi – ricorda Shaurli – ha portato tensioni, violenze e lutti”.
“E se Roberti, Ziberna, Fontanini, Ciriani e Dipiazza, dopo aver finito di commemorare la X Mas o celebrare CasaPound, intendono continuare a chiedere questa vergognosa disumanità, noi – puntualizza il segretario – staremo come sempre dall’altra parte. Perché per noi, come ci ha ricordato padre Turoldo, vengono ‘prima gli esseri umani'”.
La responsabile Immigrazione del Pd Fvg Monica Paviotti precisa che “la normativa che riguarda questi centri non viene modificata da 15 anni, per cui nel Cpr ci va la badante senza permesso di soggiorno come l’ex carcerato con profilo di pericolosità sociale. Inoltre non c’è una regolamentazione chiara dei diritti del trattenuto”.
“Ieri c’è stato il primo morto ma – aggiunge – in poco più di un mese dall’apertura del CPR di Gradisca si sono registrati tentativi di fuga e casi di autolesionismo. Questo sistema non funziona e – conclude Paviotti – va cambiato”.