Imprenditore indagato per riciclaggio e appropriazione indebita, sequestrati beni per 800mila euro

Trieste – Ad un imprenditore ed alla sua compagna, indagati per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita, sono stati sequestrati preventivamente beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di circa 800 mila euro.

È il risultato di un’indagine condotta nel settore edilizio dalla Direzione investigativa antimafia di Trieste, che ha poi segnalato la vicenda alla Procura – Direzione distrettuale antimafia, coordinata dal pubblico ministero Federico Frezza.

L’imprenditore, un cittadino kosovaro di 31 anni, Pajtim Krasniqi, avrebbe accumulato un debito con l’erario di circa 900mila euro; per evadere le imposte avrebbe emesso una lunga serie di fatture nei confronti di società intestate a italiani e a suoi connazionali, per operazioni inesistenti. Gli sono stati contestati anche reati di natura fiscale.

Per evitare provvedimenti nei suoi confronti che lo obbligassero al pagamento dei debiti, l’uomo avrebbe versato alla compagna, Xheni Luli, di 28 anni, cittadina albanese, con bonifici, assegni e quant’altro, ingenti somme di denaro che l’uomo avrebbe sottratto dal patrimonio delle sue società edili (Bora e Bora 01). Procedimento che configura il reato di appropriazione indebita.

L’indagine della Dia ha accertato che la donna, che è nullatenente, aveva costituito una società con un capitale sociale di 10 mila euro e acquistato vari immobili in Fvg per un valore complessivo di oltre 300 mila euro. Il Gip del Tribunale di Trieste Manila Salvà aveva sequestrato questi beni (5 immobili e le quote societarie); decisione poi confermata dal Tribunale del Riesame.

Secondo la Dia il denaro utilizzato – che la donna avrebbe ricevuto dal compagno – sarebbe di provenienza illecita e per questo viene contestato anche il reato di riciclaggio. Oltre agli immobili, la Guardia di Finanza ha sequestrato anche conti correnti bancari per un importo complessivo di oltre 450 mila euro.

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