Importanti prospettive per i nodi della rete di trasporto internazionale del Friuli Venezia Giulia
Pordenone – A seguito della firma del decreto attuativo del Porto franco di Trieste, avvenuta il 27 giugno, si aprono importanti prospettive anche per gli altri nodi della rete di trasporto internazionale della Regione.
Il vicepresidente ed assessore alle attività produttive Sergio Bolzonello, intervenendo all’assemblea di Unindustria Pordenone, ha detto che ”L’interporto di Pordenone ha una enorme potenzialità solo se messo in relazione e in sinergia con gli altri interporti, sfruttando in questo modo la collocazione baricentrica nell’ambito del Sistema Nordest”.
“La nostra regione – ha aggiunto Bolzonello – ha un sistema molto competitivo che si rafforza ulteriormente con la firma del punto franco del porto di Trieste avvenuta quest’oggi grazie al ministro Delrio. Tutto ciò rappresenta per l’economia regionale una grande opportunità per fare impresa e per trasportare le merci nel modo più efficace possibile nel resto mondo”.
Da parte sua l’Amministratore delegato di Interporto, Giuseppe Bortolussi, aveva sottolineato che entro la fine del 2017 “si prevede l’ultimazione delle infrastrutture, quali magazzini, officine, servizio di riparazione e manutenzione dei locomotori e dei carri ferroviari, centro logistico a se per rendere operativo il terminal intermodale (in pratica un terminal ferroviario per lo scambio merci tra camion e treni, ndr) completando così la prima fase di infrastrutturazione”.
“Alcune importanti realtà produttive che svolgono anche attività di logistica in generale – ha sottolineato ancora Bortolussi – sono venute a conoscenza dei nostri programmi di investimento e hanno manifestato la volontà di investire a loro volta in Interporto per usufruire dell’intermodalità ferroviaria e della ottima connessione alla rete autostradale, nonché della presenza di enti pubblici già insediati quali dogana e motorizzazione civile”.
“Un’opportunità che valorizzerebbe ulteriormente l’Interporto con nuove attività produttive e servizi che incrementerebbero l’occupazione di 300 unità, aggiungendosi alle circa 700 già presenti”.