Il vicepresidente del Fvg Riccardi invoca “macchina da guerra” contro media e social
Udine – Lo scorso 13 maggio a Udine si è svolto un incontro tra Riccardo Riccardi (Fi), vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia con deleghe alla salute e i responsabili del Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche.
All’incontro c’erano anche il commissario straordinario Arcs (Azienda Regionale Coordinamento sanitario) dott. Francesco Nicola Zavattaro (Commissario straordinario) e il dott. Michele Chittaro (Vicecommissario con poteri e funzioni di direttore sanitario).
Presenti inoltre Afrim Caselli (Segretario Provinciale Nursind Udine), Gianluca Altavilla (Segreteria Regionale Nursind) e Samantha Saffer (Dirigente Nursind Sores).
Il verbale dell’incontro è stato reso noto dal periodico online “Friulisera” che ne pubblica ampi stralci; all’interno dell’articolo è presente un link per leggere integralmente il documento.
La frase che ha fatto scalpore fa riferimento a media e social: “[l’assessore] fa presente le risposte date in prima persona agli attacchi mediatici subiti, in difesa del nostro operato, ed in particolare da una specifica fonte, e chiede risolutamente a Zavattaro e Chittaro di dotarsi al più presto di una “macchina da guerra” che possa/debba annientare tutti gli attacchi mediatici che giungano attraverso i mass-media e social-media”.
“L’Assessore alla Salute – scrive Friulisera – ha chiesto all’Azienda Regionale Coordinamento sanitario di utilizzare risorse pubbliche, quindi soldi dei contribuenti destinati alla salute, per colpire giornali, giornalisti e social, rei di informare sulle manchevolezze del sistema sanitario o peggio scomodi raccontatori di alcune “criticità” e non solo di tipo funzionale”.
“Insomma, si chiedono in molti: “soldi pubblici per nascondere ciò che non funziona in un servizio da cui dipende la vita e la salute dei cittadini di questa regione? Ma in cosa consistono questi cosiddetti attacchi mediatici? Potrebbero intendersi la contestazione dell’assetto organizzativo che non funziona? O forse la cronaca dei fatti tragici conseguenti a tale organizzazione?” C’è il fondato timore che si cerchi di predisporre una sorta di censura di quel che avverrà nel futuro”.
Per il M5S del Fvg, che riprende la frase in un comunicato a firma del consigliere regionale Andrea Ussai, “la ‘macchina da guerra’ per annientare gli attacchi mediatici e social sul sistema dell’emergenza/urgenza chiesta dall’assessore Riccardi ai responsabili dell’Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute pare più che altro un modo per nascondere i tanti problemi dalla sanità regionale”.
“Riccardi ha dimostrato in più occasioni di essere in imbarazzo davanti alle critiche ma, invece di occuparsi della soluzione ai problemi e di fare vera informazione nei confronti dei cittadini, pensa a come mettere il bavaglio a chi osa far emergere le criticità – si legge ancora nel comunicato del consigliere a 5 Stelle –. Come sosteniamo noi da tempo, anche il sindacato degli infermieri ha ribadito come le difficoltà di oggi siano le stesse che esistevano con la Giunta Serracchiani. E a pagarne il prezzo sono gli utenti e gli operatori che non sono messi nelle condizioni ottimali per lavorare”.
Dall’incontro, in particolare dagli interventi del direttore generale di Arcs, Francesco Nicola Zavattaro, e del direttore sanitario Michele Chittaro, “è emerso inoltre quanto avevamo prefigurato già qualche mese fa – aggiunge l’esponente M5s – ovvero la volontà di centralizzare il sistema dell’emergenza/urgenza attraverso un Dipartimento interaziendale facente capo ad Arcs. L’obiettivo è avere protocolli condivisi ed evitare, ad esempio, che si possano togliere o mettere automediche o ambulanze a piacere come accaduto recentemente a Latisana: fatto che avevamo prontamente denunciato e che l’assessore aveva invece cercato maldestramente di coprire”.
“Dalle parole degli operatori si confermano i problemi che continuiamo a denunciare, dalla mancanza di coordinamento tra i database di Nue 112 e Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria alla carenza di personale, dall’impreparazione in caso di maxiemergenze alla formazione di chi opera sui mezzi di soccorso. A dimostrazione – conclude Ussai – che in un anno di centrodestra è cambiato poco o nulla”.