Il Tar accoglie il ricorso del comune di Paluzza contro l’impianto di cogenerazione della Siot

Udine – Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Fvg la scorsa settimana ha accolto il ricorso del Comune di Paluzza contro il via libera della Regione per un impianto di cogenerazione a gas naturale di Siot (Società italiana oleodotto transalpino).

Il Tar ha riconosciuto che la società non aveva titolo per operare sui terreni nei Comuni di Cercivento e Paluzza, dove erano stati autorizzati i lavori dalla Regione.

La SIOT aveva chiesto e ottenuto l’autorizzazione per l’installazione di cogeneratori a Paluzza ma senza avere alcun titolo di possesso e di occupazione delle aree su cui operare, pur dichiarando il contrario. La Regione, fidandosi di SIOT, non aveva verificato l’autenticità di tale dichiarazione.

Il Tar ha annullato i decreti autorizzativi, riscontrando gravi carenze nell’istruttoria e riconoscendo che SIOT aveva violato la norma che impone il possesso di atti idonei a dimostrare la titolarità delle aree.

Sorprende – ha dichiarato Legambiente – l’arroganza con cui la SIOT ha proceduto con la realizzazione dell’impianto senza avere la disponibilità legale del terreno.

Ora la Regione dovrà rivalutare la situazione, considerando che SIOT ha ottenuto i diritti sui terreni solo tardivamente dal Demanio statale. Le opere fin qui realizzate dalla SIOT risultano pertanto abusive, poiché prive di titolo esecutivo.

Oltre alla questione legale, emergono preoccupazioni ambientali: le nuove stazioni di pompaggio del greggio, che utilizzano metano anziché energia elettrica, rappresentano una “decarbonizzazione al contrario”, in netto contrasto con gli obiettivi del nuovo Piano Energetico regionale.

La vittoria legale è frutto di un lavoro di squadra tra il territorio, il Movimento di Difesa del Cittadino e i comitati locali, in particolare il Comitato Alto But. La collaborazione con il comune di Paluzza ha permesso una strategia legale condivisa, offrendo un esempio di cooperazione rafforzata.

Tuttavia, la battaglia non è finita. Sebbene le questioni ambientali e tecniche sollevate nel ricorso non siano state accolte dal Tar, i rischi per il territorio e il processo di transizione energetica regionale permangono. L’utilizzo previsto di oltre 50 milioni di metri cubi di metano aggiuntivo ogni anno per i prossimi decenni costituisce una grave minaccia per la riduzione delle emissioni di CO2, evidenziando ancora una volta l’impatto negativo delle grandi compagnie petrolifere sulle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici.

Il commento della consigliera regionale Serena Pellegrino (AVS)

“Grandissima vittoria per il ricorso depositato a maggio dal Comune di Paluzza e da Legambiente al Tribunale Amministrativo del FVG contro il via libera della Regione per la realizzazione di un impianto di cogenerazione a gas naturale di Siot (Società italiana oleodotto transalpino).”

Così in una nota la Consigliera Regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra, e Vice presidente della IV Commissione che si occupa di tutela dell’ambiente e politiche energetiche.

“Come AVS, a febbraio del 2023, abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare in cui si evidenziavano le prime anomalie, ovvero l’utilizzo dei fondi impropri del PNRR, ma come spesse volte accade la magistratura agisce dove la politica che governa latita, e così è accaduto anche questa volta: il Tar ha dato ragione agli abitanti della montagna friulana che si erano opposti con forza alla tracotanza e alla freddezza della Giunta regionale che, in barba alle preoccupazioni, alle richieste e alle sollecitazioni, aveva autorizzato SIOT, la società che gestisce il tratto italiano dell’oleodotto transalpino, a trasportare il greggio dal porto di Trieste fino in Austria e poi in Germania”.

“Si tratta di un impianto di cogenerazione a gas naturale posto nel Comune di Paluzza, ma anche a Reana del Rojale, a Cavazzo Carnico e a San Dorligo della Valle. Ancora una volta – incalza l’esponente di Opposizione – la Regione ha dovuto piegare la testa di fronte ai diritti negati di chi vive il territorio, restituendo all’ambiente quanto, con un atto amministrativo illecito, aveva tolto. Le proposte di contrasto ai cambiamenti climatici – conclude la consigliera  – non si portano avanti distruggendo l’ambiente, ma dando vita a concrete politiche ecosistemiche che non vincolino meramente al profitto le scelte dell’uomo.”

Le dichiarazioni della SIOT

La SIOT da parte sua ha fatto sapere che “la sentenza del TAR si riferisce ad un aspetto procedurale svolto, a giudizio della corte, in modo incorretto. Nulla a che vedere con impatti sul territorio o sulle menzionate servitù. Gli impianti di cogenerazione della SIOT concorrono alla transizione energetica nel rispetto di tutte le norme ambientali e delle linee guida definite a livello europeo per realizzare una produzione energetica più compatibile con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2”.

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