Il Progetto di “Supporto Psicologico dalla Diagnosi Prenatale ” dell’Associazione A.B.C. si rinnova per il quinto anno
Trieste – Oggi, venerdì 15 settembre, a Trieste si è tenuta la presentazione del progetto di “Supporto Psicologico dalla Diagnosi Prenatale”, ideato da A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo in partnership con l’IRCCS Burlo Garofolo, che chiude ora il suo quinto anno di attività per continuare a rinnovarsi e a crescere.
Ad intervenire Alessia Rosolen, Assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca; Gianna Zamaro, Direttore centrale della Direzione centrale Salute; Paola Toscani, Direttore Sanitario IRCCS Burlo; Jurgen Schleef e Tamara Stampalja, Direttore Dip.to Chirurgia e dirigente della Medicina Fetale e Diagnostica Prenatale; Matteo Ranzato, Direttore Bain Capital, che sostiene il Progetto, Rosella Giuliani, Psicoterapeuta ABC, responsabile del Progetto; ha introdotto l’incontro Chiara Toniutti, Presidente di A.B.C. e condotto l’incontro Giusy Battain, Direttrice di ABC.
«Questo progetto nasce dall’osservazione e dall’ascolto dei bisogni delle famiglie a cui stiamo accanto da oltre 18 anni. Grazie al lavoro di rete il progetto ora ha una sua solida e concreta struttura ed è un aiuto imprescindibile per molte famiglie. Il “Supporto psicologico dalla diagnosi prenatale” è stato da sempre fortemente voluto da A.B.C. insieme al Burlo e ai tanti partner che si sono avvicendati al fianco dell’Associazione in questi anni. In questa sede ringraziamo Bain Capital – vicina ad A.B.C. sin dal 2021 anche per molti altri progetti dell’Associazione – che proprio a settembre conclude i 12 mesi di sostegno per il progetto di “Supporto psicologico dalla diagnosi prenatale” dando così concreta vicinanza e sostegno ai piccoli e alle loro famiglie. Un pensiero anche alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, da sempre vicina ad A.B.C, che sostiene un progetto “complementare” e che lavora in continuità con quello che oggi presentiamo: il progetto di sostegno emotivo in reparto, che affianca genitori e bambini nella quotidianità della degenza», sottolinea Giusy Battain, direttrice di A.B.C. Onlus.
Il progetto di “Supporto Psicologico dalla Diagnosi Prenatale”, arrivato al suo quinto anno di attività continua a crescere, sono state 737 le famiglie incontrate infatti e 2003 gli incontri svolti. Nasce, infatti, dalla consapevolezza che la comunicazione di una diagnosi di malformazione a carico del nascituro in fase prenatale è un evento traumatico e prelude a un lungo percorso di cura, in cui la famiglia affronta importanti sofferenze, condividendo il cammino con diverse professionalità e reparti ospedalieri.
Ed è insieme al progetto Accoglienza, uno dei cardini di A.B.C. e si è rivelato imprescindibile sin dalla fondazione dell’Associazione.
Punto di forza, anche, la presenza di una psicologa specializzata al fianco delle famiglie sin dai primi istanti della gravidanza ed è un’attività che l’Associazione propone, grazie a un progetto che ha accomunato l’IRCCS Burlo Garofolo e A.B.C. affiancando lo staff ospedaliero, in modo strutturato, questa figura professionale, individuata nella terapeuta sostenuta da A.B.C.
Infatti, la finalità del progetto è che la presenza della psicologa, da subito accanto ai genitori, possa supportarli nel processo iniziale di accettazione della realtà e nel prevenire futuri disagi causati da un trauma non elaborato, che può essere causato anche da un possibile lutto in epoca prenatale. Ciò consente di creare un clima di fiducia reciproca che permette di affrontare le ansie e i vissuti più dolorosi. Allo stesso tempo, compito della professionista è affiancare i professionisti dell’ospedale, per favorire l’alleanza terapeutica fra medico e paziente e contribuire così a facilitare il percorso chirurgico e di cura, migliorando la comunicazione della diagnosi tra operatori dell’ospedale e famiglia.
Il progetto, inoltre, favorisce l’accompagnamento trasversale attraverso i reparti e le diverse fasi, rendendo più agevole la fruibilità da parte della famiglia del servizio ospedaliero. La modalità di risposta alle famiglie viene condivisa all’interno dell’ospedale attraverso un coordinamento fra le diverse professionalità e i vari servizi che svolgono supporto psicologico ai pazienti. La figura della psicoterapeuta lavora dunque in modo integrato con lo staff medico, coinvolgendo – oltre alla struttura complessa di Chirurgia e tutti i suoi ambulatori e la Medicina fetale e Diagnostica Prenatale, la Sala parto, la Clinica Ostetrica e Ginecologica, la Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, la struttura complessa Anestesia e Rianimazione e la Clinica Pediatrica.
Il percorso di supporto per le famiglie ha anche la grande proprietà di essere duttile e di adattarsi alle esigenze dei diversi momenti e delle diverse situazioni, famiglie e bambini. Durante la gestazione la psicoterapeuta assiste all’esame ecografico e a quelli futuri, rimane a fianco dei genitori durante il counselling chirurgico. Dopo le dimissioni, le famiglie hanno a disposizione ulteriori colloqui, la psicoterapeuta è presente ai successivi controlli in ospedale e incontra i genitori durante gli eventuali ulteriori ricoveri dei bambini.