Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi a Trieste su rotta balcanica

FVG – Si è svolta a Trieste una riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, convocata dal prefetto di Trieste Pietro Signoriello, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’interno Matteo Piantedosi e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il viceministro della transizione ecologica Vannia Gava, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, l’assessore alla sicurezza Pierpaolo Roberti e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.

In merito ai respingimenti di cittadini stranieri giunti clandestinamente tra Italia e Slovenia, ovvero le cosiddette “riammissioni informali”, il ministro Piantedosi ha ribadito la legittimità di tali procedure e sottolineato la volontà del governo di rafforzare la cooperazione tra le forze dell’ordine italiane e slovene.

“La Slovenia è un Paese europeo con profonde radici democratiche e un ordinamento interno in linea con le altre nazioni dell’Ue perfettamente in grado di tutelare i diritti civili, quindi non vi sono ragioni per contrastare le riammissioni verso la vicina Repubblica”, ha aggiunto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.

Un altro tema affrontato durante la riunione è stato quello dei migranti minorenni non accompagnati, in merito al quale il governatore ha confermato “la necessità di un intervento per superare gli attuali problemi esistenti sotto il profilo legislativo” e ha assicurato che “il ministro sta lavorando per consentire un alleggerimento della situazione in Friuli Venezia Giulia”.

“Il modello dell’accoglienza diffusa – ha proseguito Fedriga – ha dimostrato l’impossibilità di garantire un controllo sulle attività dei migranti pur avendo un forte impatto sulla popolazione residente, quindi è necessario adottare modelli diversi e favorire, come sta facendo il ministro, una maggiore collaborazione internazionale sul tema dell’immigrazione con il coinvolgimento anche di Paesi extra Ue”.

L’assessore regionale alla Sicurezza e immigrazione Pierpaolo Roberti, anch’egli presente alla riunione, ha rimarcato che “a livello nazionale la rotta balcanica ha avuto minore attenzione mediatica rispetto agli sbarchi che avvengono attraverso il canale di Sicilia. Questo Governo ha invece dimostrato un cambio di tendenza verso un fenomeno che ha registrato forti aumenti nei flussi migratori e ricadute rilevanti sui residenti e il ministro dell’Interno ha prospettato alcuni interventi legislativi per arginarlo. Proprio su indicazione del ministro Piantedosi sono ripartite le riammissioni informali con la Slovenia e l’auspicio è che nei prossimi provvedimenti legislativi possano trovare spazio anche azioni rispondenti alle esigenze del Friuli Venezia Giulia”.

Il candidato presidente Massimo Moretuzzo

“È quantomeno singolare che dopo 5 anni di Governo il Presidente Fedriga lamenti “le criticità che l’accoglienza diffusa continua a presentare”. Dove sono finiti gli slogan della campagna elettorale del 2018? Cosa è stato fatto dall’esecutivo regionale per affrontare il tema dei flussi migratori? La verità è che le sparate come quella delle pattuglie di guardie forestali o delle telecamere a infrarossi, forse in prestito da qualche caveau, a presidio dei sacri confini, sono state efficaci solo per la solita retorica sovranista”, ha commentato il consigliere regionale Massimo Moretuzzo, capogruppo di Patto per l’Autonomia nonché candidato presidente della coalizione di Centrosinistra alle elezioni regionali del 2 e 3 aprile prossimi.

“La realtà è che i flussi migratori sono un fenomeno epocale che deve essere gestito in modo razionale, nel rispetto della dignità delle persone, dei diritti umani e dei territori coinvolti – ha proseguito Moretuzzo –. Non è accettabile che l’unica parola d’ordine sia “respingimenti” mentre tante persone migranti, compresi donne e bambini, dormono ogni notte all’addiaccio nei pressi delle stazioni ferroviarie di Trieste e Gorizia e che tutto sia scaricato sui gruppi di volontari e sulle associazioni che cercano di prestare un minimo di soccorso, senza nessun intervento da parte delle istituzioni pubbliche. Serve un’assunzione di responsabilità rispetto a questo tema, devono essere date risposte concrete e tempestive, alle persone coinvolte e alle comunità e alle zone della regione che sono più interessate da questo fenomeno”.

L’on. Debora Serracchiani deputata ed ex presidente della Regione

“Solo impegni generici e niente di concreto per il Friuli Venezia Giulia e per i territori più esposti alla rotta balcanica come l’area triestina e isontina. In sostanza, nemmeno l’annuncio di un poliziotto in più a implementare il personale che fa un lavoro sempre più pesante, nessun rinforzo alle strutture che smaltiscono le pratiche nelle questure, zero sostegno agli enti locali che si fanno carico di centri di accoglienza. È l’anticipo dei giri elettorali dei ministri del governo Meloni”. È il giudizio della capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani su quanto dichiarato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al termine di un incontro del Comitato per la sicurezza oggi a Trieste.

“Lo sa benissimo la destra al Governo – continua la capogruppo dem – che la rotta balcanica non si ferma sul carso, come gli sbarchi non si bloccano ostacolando le Ong. Va bene proseguire il dialogo già aperto anni fa con la Slovenia ma soprattutto dopo la Croazia in Schengen – puntualizza Serracchiani – al Governo non sfugga che il luogo dove trattare le politiche migratorie è sempre Bruxelles. Senza un accordo a largo raggio, grandi risorse e una politica europea delle migrazioni, tutte le soluzioni saranno tappabuchi o propaganda”.

“Speriamo almeno in trasferimenti costanti e rapidi dalle regioni con più arrivi – conclude Serracchiani – per evitare congestionamenti, problemi umanitari o di ordine pubblico”.

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi