Il marchio Juliet partecipa ad ArtePadova 2024
Fvg – ArtePadova, una delle fiere del settore più longeve d’Italia, si svolgerà nei consueti padiglioni fieristici, con ingresso da via N. Tommaseo, dal 15 al 18 novembre 2024. Il vernissage è fissato per le ore 18.00 di giovedì 14 novembre.
Juliet, per il secondo anno consecutivo, partecipa alla manifestazione ArtePadova, con lo stand collocato al Padiglione 7, stand F. Unitamente alle decine di prodotti editoriali di recente pubblicazione, nello stand sarà possibile avere in anteprima il calendario realizzato in collaborazione con Sinegraf d.o.o., la t-shirt e le borse co-prodotte con Workline srl.
Inoltre, sarà divulgato l’ultima fatica editoriale firmata da Roberto Vidali (Juliet Editrice, ottobre 2024) e che in maniera molto elegiaca s’intitola: “Le parole risuonavano con incoraggiante semplicità”. Questo fascicolo scritto da Roberto Vidali, e che accoglie una postfazione firmata da Gabriele Perretta, è l’ennesima testimonianza del linguaggio proteiforme che l’autore ha iniziato a praticare fin dal 1975 (quando firmava le prime schede per le mostre alla Cappella Underground di Trieste), tuttavia questa variabilità lessicale e di genere non va letta come motivo di immaturità o di evoluzione, ma di ricerca e di attenzione alla diversità e all’esondazione immaginifica. Questo fascicolo si basa su collage di testi pubblicati nell’arco di tempo che va dal 1985 al 2023, tutti rielaborati e rivisitati, in modo da poter dare una veste organica e una cornice di riferimento ad argomenti e spunti che altrimenti sarebbero stati visti come dei frammenti privi di alcun fondamento di attualità. L’aspetto più curioso di questo “libro” è che raccoglie un insieme di cento testi dedicati ad altrettanti artisti e che all’epoca sono stati (in parte) pubblicati con i più diversi pseudonimi.
A ben vedere il risultato non è per nulla filologico, dal momento che l’autore nel produrre questo nuovo montaggio asseconda quella modalità di approccio che vede la forza della parola in gara con la potenzialità espressiva di qualsiasi immagine e la sua perenne possibilità di essere rielaborata.
Ora, accanto a questi e ad altri prodotti editoriali e promozionali, nello stand sarà allestita anche una mostra: “Uno per tutti, tutti per uno” che oltre a ricordare la saga dei tre moschettieri, vede altresì il confronto tra le opere di circa venti autori. Tra questi ricordiamo i nomi di: Elisabetta Bacci, Nino Barone, Aldo Damioli, Giuseppe Desiato, Carlo Fontana, Mark Kostabi, Živko Marušič, Laurina Paperina, Ferdy Poloni, Giovanni Pulze, Tobia Ravà, Antonio Sofianopulo.
La mostra che l’Associazione Juliet propone nel suo stand è indice di un confronto tra autori diversi per formazione e per provenienza geografica, e di cui negli anni ha seguito il percorso artistico e ne ha promosso il lavoro per mezzo di progetti editoriali ed espositivi di varia natura.
Un insieme di opere di grandi e piccole dimensioni faranno quindi da contrappunto alla miriade di pubblicazioni editoriali che saranno distribuite a livello promozionale ai visitatori dello stand. Ricordiamo, in particolare, che sarà esposta un’opera storica di Giuseppe Desiato (deceduto il 28 luglio di quest’anno, a 98 anni di età), un autore di sicuro fuori dal coro e con il quale la rivista ha intrattenuto negli anni numerose collaborazioni e che la città di Trieste ha visto ospite in te occasioni: al Centro la Cappella di via Franca, alla Scuola d’Arte e allo spazio Juliet di via Madonna del Mare.
Desiato è stato un rappresentante anomalo della Body Art e dell’arte performativa, che era uso declinare secondo una modalità dissacratoria, sbeffeggiante e per nulla ritualistica. Lea Vergine aveva inserito la testimonianza di Desiato nel suo libro divulgativo “Body Art e storie simili: il corpo come linguaggio”, che fu pubblicato in b/n nel 1974 e che segnò un incredibile successo editoriale, tanto che fu recensito da autori di chiara fama, come Giulio Carlo Argan, Edoardo Sanguinetti, Max Kozloff, Lucy Lippard, François Pluchart, Peter Gorsen, Evelyn Weiss. La presenza della piccola tela di Giuseppe Desiato nello stand Juliet è quindi è un dovuto omaggio a un grande maestro dell’arte contemporanea oltre che a un irregolare che ha sempre voluto stare ai margini del sistema o che ha voluto operare contro il sistema, pur avendo frequentato e tenuto relazioni di lavoro con personalità del calibro di Giuseppe Morra, Rosanna Chiessi e Charlotte Moorman.