Il contrasto alla corruzione come fattore di crescita civile ed economica
Trieste – Si è tenuto nelle scorse settimane al Centro Culturale Veritas di Trieste, in collaborazione con Libera, un importante incontro sul tema della corruzione.
Oltre a costituire un odioso reato, la corruzione è uno dei più gravi freni per lo sviluppo sociale, culturale ed economico.
La relazione è stata sviluppata dal prof. Alberto Vannucci, docente di scienze politiche all’Università di Pisa e componente dell’Ufficio di Presidenza di Libera e si è sviluppata su tre punti: cos’è la corruzione; perché è un fattore di ostacolo allo sviluppo in ogni sua forma; con quali strumenti si affronta.
Punto di partenza molto efficace dell’intervento è stata l’allegoria del Cattivo Governo, rappresentata dal pittore Ambrogio Lorenzetti negli affreschi che ornano la sala dei Nove a Siena (1338) nel Palazzo Pubblico.
Il Governatore è rappresentato come un demonio e gli effetti del cattivo Governo – dissidie, violenza, carestie – sono quelli di una città che impoverisce il proprio territorio per mancanza di giustizia.
Se così accadeva nel 1300 “la teoria scientifica non è cambiata”: anche oggi un cattivo e corrotto Governo produce decadenza, ingiustizia sociale, impoverimento sociale e etico.
Cos’è la corruzione?
Di certo non è semplicemente un capitolo del Codice Penale; la corruzione è certamente un reato, e come tale va perseguito, ma la legalità non basta: se pochi saccheggiano le risorse di tutti, si tratta di una vera e propria piaga sociale
Quale legalità? Nel 2001 fu varata la Legge 443, conosciuta anche come Legge Obiettivo, quale strumento legislativo che stabiliva procedure e modalità di finanziamento per la realizzazione delle grandi infrastrutture strategiche in Italia per il decennio dal 2002 al 2013; ma lo stesso Raffaele Cantone (presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione) la ritiene una legge criminogena, infatti “delega ai privati tutte le scelte ed è stata poi archiviata proprio per la degenerazione che aveva prodotto, con opere sempre in ritardo e bustarelle a pioggia”.
La legalità è un mezzo, non un fine, e oggi la corruzione avviene pure a norma di legge: un esempio di corruzione legalizzata è la legge sul gioco d’azzardo (terza industria italiana), che prima di tutto produce danni sociali, e anche danni erariali.
La legalità deve essere intesa come strumento per realizzare condizioni di interesse collettivo.
L’art.54 della Costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
La corruzione si basa sul tradimento del mandato affidato ad alcuni dai cittadini, è cioè un tradimento del mandato di fiducia. Le pratiche di corruzione e altri abusi sono contagiose: se il cattivo esempio viene dall’alto, diventa normalità.
Si possono riscontrare reti di corruzione sistemica: la corruzione è un accordo che si stabilisce nella rete coesa di vari soggetti sottraendo risorse alla collettività per interesse di pochi; quando si superano i confini tra potere economico e potere di chi occupa posti di responsabilità, la corruzione è determinata dalla privatizzazione dell’esercizio del potere pubblico.
Esempio di corruzione a norma di legge fu il progetto Mose a Venezia (miliardi di euro investiti, ancora non finito e oramai le paratie sono inutilizzabili per corrosione).
Dante Alighieri, di fronte ai corrotti, chiamati barattieri, colpevoli di aver usato le loro cariche pubbliche per arricchirsi attraverso la compravendita di provvedimenti, permessi, privilegi, descrive in un ossimoro la loro punizione, una scena “mirabilmente oscura”(Canti XX e XXI, VIII Cerchio dell’Inferno “Malebolge”): sono immersi nella pece bollente di cui è piena la bolgia e sono costretti a restarne totalmente coperti; sono sorvegliati dai Malebranche, demoni alati e neri, armati di bastoni uncinati coi quali afferrano e straziano ogni dannato che tenti di emergere dalla pece.
La corruzione è ormai oscura: nessuna denuncia, perché coloro che sono coinvolti non hanno alcun interesse a denunciare; le vittime invece non hanno strumenti per denunciare. Questo si desume da due elementi: molta corruzione percepita, poche condanne.
L’apparato giudiziario è impotente? Il fatto è che si assiste pure ad una corruzione quotidiana, che non desta alcun allarme. Inoltre è difficile riscontrare in certe opere pubbliche la differenza tra quanto si è speso di capitali pubblici e quanto si era previsto di spendere: le varianti in corso d’opera non sono sempre controllabili.
Un fattore di ostacolo allo sviluppo in ogni sua forma
La corruzione genera inefficienza amministrativa: il primo risultato sono enti in dissesto economico, dove cause ed effetto sono reciproci; si alimentano a vicenda. A livello locale una maggiore corruzione si associa a un calo delle politiche sul territorio.
La corruzione crea declino competitivo. Secondo indagini OCSE e PISA l’Italia si trova al quartultimo posto per numero di ricercatori laureati a causa dei pochi investimenti in cultura e istruzione. Si investe poco perché sono settori dove è difficile rubare. Più aumenta la corruzione, maggiore è la fuga di cervelli: se non ci sono opportunità per realizzare la proprie competenze, meglio andare all’estero.
La corruzione genera sfiducia nelle istituzioni. Non esiste un metodo per distinguere gli onesti dai disonesti. Si crea la percezione di una corruzione diffusa come un “liquido corrosivo”.
La corruzione rafforza e crea la mafia; attira i mafiosi. Questi, all’interno del reticolo della corruzione, mettono ordine e disciplina. Un esempio è Mafia Capitale. La mafia dà le regole alla politica.
La corruzione uccide: le morti bianche sul lavoro dovute alla mancanza di controlli, di risparmi sulla sicurezza.
Reati ambientali: i soggetti che devono controllare sono a libro paga.
Eventi sismici: nei Paesi più ricchi si registrano meno morti per terremoti; l’Italia, che è Paese ricco, tuttavia durante i terremoti di questi ultimi anni ha registrato un numero di vittime intollerabile: le case sono crollate perché qualcuno ha speculato sui materiali da usare. Chi doveva controllare era a libro paga dei costruttori.
La discriminante: fiducia o sfiducia nelle istituzioni
La sfiducia nelle istituzioni si autoalimenta. Tutte le politiche anticorruzione sembrano calate dall’alto. Non basta inasprire le pene, sono inefficaci e alimentano la sfiducia. È necessario dare linfa vitale a politiche anticorruzione e codici etici dal basso. Siamo un Paese ricco di legalità sommersa.
Quello che produce il Buon Governo, come lo rappresenta Lorenzetti, è ricchezza e prosperità
La corda che tiene in mano il Governante rappresenta il legame con la comunità, producendo fiducia e responsabilità.
Le politiche anticorruzione devono ritrovare il legame con la comunità; è questa che deve decidere quale sentiero seguire: se il buono o il cattivo governo.
Anna Piccioni