Il Consiglio regionale approva la manovra di bilancio e la legge di stabilità. Le ragioni dell’opposizione
Trieste – Con 28 voti favorevoli, 10 contrari e 3 astensioni (M5S) l’Aula ha approvato la legge collegata alla manovra di bilancio; con 28 favorevoli e 13 contrari ha detto sì alla legge di stabilità.
A seguire la maggioranza dell’Aula, ha accolto il ddl n. 35, bilancio di previsione per gli anni 2019-2021 (28 sì, 12 no): per l’esercizio finanziario 2019 sono previste entrate e autorizzate spese per 7 miliardi 568 milioni 970 mila 666,23 euro; per l’esercizio 2020 le entrate previste e le spese autorizzate ammontano a 6 miliardi 571 milioni 138 mila 264,07 euro; per il 2021 la previsione delle entrate è di 6 miliardi 238 milioni 814 mila 905,25 euro con analogo importo per le spese autorizzate.
“Sono particolarmente soddisfatto – ha commentato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, subito dopo l’approvazione della manovra di bilancio, ringraziando la Giunta regionale per l’ottimo lavoro svolto e rimarcando il grande senso di responsabilità di tutto il Consiglio regionale – perché siamo riusciti a costruire le fondamenta per il futuro della nostra regione, impostandolo su colonne portanti quali l’abbassamento della pressione fiscale per incentivare le imprese, il piano straordinario con 319 milioni di euro di investimenti per lo sviluppo, le politiche sociali che riportano al centro la famiglia quale elemento portante della comunità, le misure sul lavoro, il modello sanitario con maggiori servizi e vera razionalizzazione della spesa, le risorse alle autonomie locali con i Comuni nuovamente protagonisti e una decisa ripartenza per trasformare i danni del maltempo in opportunità di crescita”.
Varie le motivazioni con cui l’opposizione ha votato contro i provvedimenti. Per Sergio Bolzonello (capogruppo del Partito Democratico), “Con questa Stabilità, la Giunta Fedriga ha fallito il suo primo vero banco di prova dopo mesi di annunci e promesse. In questi giorni abbiamo discusso una ‘non Finanziaria’ che affossa settori determinanti per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia come l’economia e le infrastrutture, discrimina e mette in difficoltà migliaia di persone nel settore del welfare”.
“L’ostruzionismo di questi giorni – ha spiegato l’esponente PD – deriva dal comportamento della Giunta, che fin dai lavori in I Commissione ha dimostrato di non avere alcuna idea di sviluppo di questa regione. Dopo aver presentato un testo dove dentro non c’era nulla, salvo le promesse di emendamenti, siamo arrivati in Aula e il primo giorno tutto il Consiglio si è fermato per quattro ore ancora in attesa degli emendamenti promessi dall’Esecutivo regionale”.
“La carica ideologica e punitiva contro i Comuni che hanno aderito alle Unioni territoriali continua anche nella legge di Stabilità. Il centrodestra non ha perso l’occasione per ricompensare coloro che hanno condotto la battaglia contro una legge, la 26 del 2014, votata dal Consiglio regionale”.
A dirlo è stato Diego Moretti (PD), dopo il voto delle norme della legge di Stabilità 2019 relativamente agli enti locali, che aggiunge: “Durante la discussione dell’articolo 10 del disegno di legge n. 34, abbiamo espresso la condivisione per gli interventi previsti con un però, che sta nel fatto che i finanziamenti per le opere (poche, a dire il vero, di portata intercomunale) a favore dei singoli Comuni che non hanno aderito alle Uti sono quattro volte superiori a quanto previsto per le singole Unioni territoriali. Sembra quasi che ci siano amministrazioni di serie A e di serie B, Comuni ‘amici’ e Comuni ‘figli della serva'”.
Così i consiglieri regionali Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli del Patto per l’Autonomia: “Se l’obiettivo è la valorizzazione della ricerca, il trasferimento tecnologico e lo sviluppo dell’innovazione, al fine di sostenere la crescita della competitività del territorio regionale – osservano Moretuzzo e Bidoli -, ci chiediamo perché la Regione non promuova come fondatori tutti i Parchi scientifici e tecnologici regionali. Trieste è già stata individuata come sede della nuova “Agenzia lavoro e sviluppo impresa”.
Il Patto per l’Autonomia aveva sostenuto la candidatura di Pordenone, sede per eccellenza della manifattura regionale.
“Il centralismo romano – concludono i consiglieri – sta evidentemente contaminando tutte quelle forze di maggioranza che un tempo si dicevano federaliste. Accentrare è il mantra di questa Giunta e di quella che una volta si chiamava Lega Nord e gridava contro Roma Ladrona”.