Il Consiglio regionale approva il programma di governo di Massimiliano Fedriga
Trieste – Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il programma di governo di Massimiliano Fedriga con 25 voti favorevoli e 19 contrari.
Sotto la presidenza di Mauro Bordin, l’Assemblea legislativa regionale ha concluso in questo modo il lungo dibattito sulle linee guida della prossima legislatura, che erano state riassunte in aula la settimana scorsa dal rieletto governatore.
Nella sua replica, Fedriga ha risposto a numerosi spunti emersi nel corso della discussione. Sulla sanità – tema dominante in molti interventi – il presidente della Regione, prendendo a spunto l’intervento di Laura Fasiolo del Pd, ha voluto citare i numeri della legislatura 2013-2018, quando al governo c’era il Centrosinistra, per ricordare “che il fondo destinato al costo del personale della sanità pubblica calò anno dopo anno, mentre noi l’abbiamo incrementato fin dal 2019, arrivando a superare il miliardo di euro nell’ultima legge di bilancio: oggi – ne ha concluso – avete dunque raccontato una storia di tagli che non ci sono”.
Il governatore ha contestato anche i dati sulla mortalità da Covid (“Non siamo la regione che ha avuto l’incremento peggiore”) e sulla fuga dei medici dalla sanità pubblica (“La media nazionale è del 2,9%, in Fvg del 2,2%). Fedriga, riferendosi all’intervento di Serena Pellegrino (Avs), ritiene poi “offensivo dire che chi lavora nella sanità pubblica pensa solo al bancomat e non ai pazienti”.
Sul boom dell’export, il presidente è convinto “che sia stata premiata la nostra politica di sviluppo, e chi dice che i dati dipendono solo dal settore navalmeccanico dimentica che i cantieri navali esistono da molto tempo in Fvg”.
A Furio Honsell (Open) Fedriga ha risposto su Novartis dicendosi “orgoglioso che le multinazionali scelgano il Fvg” e ricordando che “a quella società non abbiamo dato dei soldi: con loro c’è semplicemente un progetto”. Quanto alle politiche abitative, il governatore ha ricordato allo stesso Honsell “che noi abbiamo aumentato di molto il fondo per i mutui prima casa”.
Netta la posizione anche sulla possibile acciaieria nella Bassa friulana: “Qualsiasi insediamento che possa anche solo ipoteticamente danneggiare la laguna e l’attrattività turistica di quel territorio – ha scandito il presidente della Giunta regionale – riceverà il no dell’Esecutivo. Ma lo diremo se verrà presentato un progetto, visto che un piano ad oggi non c’è”.
Fedriga si è poi rammaricato per le critiche al progetto di regionalizzazione dell’Ufficio scolastico, e ha ribadito le sue posizioni anche sul tema dell’immigrazione: “Serve un coinvolgimento europeo e un intervento presso i Paesi di transito della rotta balcanica per fermare gli ingressi illegali”. Pur considerando “un dovere umanitario difendere le persone perseguitate”, il presidente non le considera “una forza lavoro, e sbaglia chi pensa che le nostre imprese abbiano bisogno di chi arriva attraverso la rotta balcanica, così come chi chiede di chiudere i Cpr”.
Dopo aver difeso il modello delle Comunità di Comuni (“Stanno funzionando bene, e non si giudicano in base al loro numero”) e aver condiviso l’auspicio del dem Francesco Martines sulla necessità di ridurre le funzioni amministrative della Regione, andando in direzione della sussidiarietà, Fedriga ha invitato i consiglieri di Opposizione “a non esacerbare il confronto dicendo che niente funziona, perché in questo modo si attirano meno persone e meno investimenti nella nostra regione, di cui tutti dovremmo essere orgogliosi”.
Controrepliche
Hanno controreplicato, nelle brevi dichiarazioni di voto, solo i tre capigruppo di Opposizione. Rosaria Capozzi (Misto) ha detto che sul privato-bancomat “il pensiero della consigliera Pellegrino è stato travisato”, mentre Massimo Moretuzzo (Patto autonomia-Civica Fvg) considera “poco corretto confrontare gli investimenti in sanità del quinquennio 2013-18, quando c’erano rigide regole di bilancio e patto di stabilità, con l’ultima legislatura caratterizzata da una pioggia di denaro”.
Concetto ripreso da Diego Moretti (Pd), che ha annunciato il voto contrario del suo gruppo ricordando “che la Maggioranza negli ultimi 5 anni non ha accolto la gran parte delle nostre proposte: non accettiamo dunque da Fedriga lezioni sul comportamento da tenere in aula né pagelline sui singoli consiglieri di Opposizione”.
Le motivazioni delle Opposizioni al piano Fedriga
Partito Democratico
“Il risultato elettorale, per quanto chiaro e inequivocabile, non può mettere in secondo piano il ruolo del Consiglio regionale. Non accetteremo mai che la massima Assemblea elettiva del Friuli Venezia Giulia venga considerata il residuo fastidioso per chi governa. Il Pd farà un’opposizione senza sconti e costruttiva, ma sarà necessario che Giunta e Maggioranza passino dall’ordinaria amministrazione e dal clientelismo spicciolo, a visioni prospettiche e di sviluppo futuro del Fvg”.
Lo ha affermato in Aula il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti.
Riprendendo gli interventi dei colleghi di Gruppo, che sono entrati nel merito delle singole questioni e tematiche, Moretti fa sapere con una nota di aver ribadito “la necessità di dare un segnale di consapevole discontinuità soprattutto sulla sanità dove è necessario intervenire per salvaguardare il ruolo della sanità pubblica, garantendo l’universalità del diritto alla salute e l’investimento nei servizi territoriali proprio, come ci ha dimostrato la gestione della pandemia e del post-pandemia”.
E ancora, “sugli enti locali, abrogate le Uti, il Centrodestra si è limitato a ripristinare le Province, senza dare risposte concrete alle imprese e ai Comuni, soprattutto quelli più piccoli, in difficoltà. Infine l’economia, dove chi contribuisce in maniera sostanziale alla formazione del Pil regionale è il settore manifatturiero regionale, che non può essere liquidato con semplici slogan o con semplicistiche soluzioni”.
Alleanza Verdi e Sinistra
“Peccato che i cittadini abbiano ormai provato sulla loro pelle che privato non è più “bello”, ma che è il participio passato del verbo privare, ovvero togliere. E hanno compreso che con le decine di milioni di euro elargite alle società private che gestiscono la sanità convenzionata con il metodo manageriale non si sono risolti i problemi quotidiani di salute dei cittadini”.
L’ha dichiarato in Consiglio regionale Serena Pellegrino, consigliera di Alleanza Verdi e Sinistra, criticando “il modello manageriale su cui si regge il progetto politico dei prossimi cinque anni, sempre più incline a risolvere innanzitutto i problemi dei padroni delle aziende piuttosto che salvaguardare le esigenze e gli interessi dei suoi cittadini”.
“L’alibi dei posti di lavoro – ha detto ancora Pellegrino – non tiene più. Opere che veicolano una progettualità industriale antiquata e eco-insostenibile per produzioni obsolete come quelle proposte da Siot con i cogeneratori o da Danieli per la realizzazione dell’ennesima acciaieria, o ancora per la realizzazione di strade che consumano terreno fertile che darebbe reale reddito e sussistenza oppure di inutili impianti di risalita che deturpano irrimediabilmente paesaggi naturali: queste sono opere che sono utili solo a chi fa utili”.
Pellegrino ha stigmatizzato, in numerosi passaggi del suo intervento, la continua ricerca di consenso che caratterizza le scelte e le azioni del programma di governo, anche utilizzando lo strumento della “conflittualità per cavalcare la paura dei cittadini e generare così ulteriore consenso”.
L’esponente di Avs ha concluso rivolgendo un appello ai consiglieri di minoranza, auspicando il coordinamento dell’azione politica per fronteggiare l’azione del Governo regionale, in nome del condiviso programma elettorale, radicato sui princìpi della giustizia sociale e ambientale e sull’interconnessione tra salute, ambiente e lavoro quale contesto entro cui considerare e risolvere le ingiustizie e le diseguaglianze.
Patto per l’Autonomia
Voto contrario del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg alle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione Massimiliano Fedriga per la prossima legislatura. “Troppe criticità, mancanza di visione e di risposte su alcune questioni cruciali come quelle della sanità, del futuro degli enti locali, dell’ambiente”, spiega il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Massimo Moretuzzo, che ha annunciato un confronto serio e serrato dai banchi dell’opposizione, attraverso un approccio costruttivo e leale, ma deciso rispetto alle scelte che definiranno il futuro delle comunità del Friuli Venezia Giulia.
Sul tema della sanità, in primis, Moretuzzo sollecita a “spostare il dibattito dal piano ideologico a quello pragmatico. È ideologico pensare di rispondere all’emergenza delle liste d’attesa esclusivamente con un’alleanza più forte con il privato convenzionato. Serve una riorganizzazione del sistema, cui Fedriga non ha fatto parola, che deve passare necessariamente per la nomina di un management all’altezza della situazione e per una verifica che sia in grado di monitorare l’appropriatezza della domanda di salute e l’adeguatezza della risposta”.
Moretuzzo denuncia poi l’assenza di una visione strategica sui temi ambientali ed energetici da parte del Presidente Fedriga, ricordando l’impegno del Green Deal per la neutralità climatica dell’Unione Europea entro il 2050 – che l’assessore Scoccimarro ha anticipato al 2045 – e la riduzione delle emissioni dal 40 al 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
“Vorremmo capire in che modo la Giunta Fedriga intende rispettare questi impegni – chiede il consigliere -. Proponiamo di convocare la comunità scientifica regionale aprendo una fase di ascolto e confronto sulla quale basare anche la politica degli investimenti in materia. La tematica dell’adeguamento ai cambiamenti climatici ha a che fare con l’esercizio della specialità regionale che deve essere ampliata in riferimento al governo del territorio per fare prima e meglio dello Stato le cose che servono”.
Moretuzzo attende di capire “le intenzioni della maggioranza anche sugli enti locali. Siamo convinti che non sarà l’ennesima riforma a mettere i Comuni nelle condizioni di garantire i servizi e di spendere le risorse disponibili”. La rinascita delle Province, inoltre, “non dà alcuna risposta a queste criticità come non affronta il tema del decentramento regionale rispetto al quale è urgente una riflessione – aggiunge ancora -. Si eviti un ulteriore stravolgimento dell’intero sistema, trovando il modo di far funzionare l’esistente”.
Un’ultima nota Moretuzzo la riserva alla questione dell’acciaieria di San Giorgio di Nogaro: “Dal mese di luglio dello scorso anno aspettiamo che la Giunta riferisca in Commissione chiarendo lo stato dell’arte. Da allora, tutto tace. Noi ribadiamo la contrarietà a qualsiasi opera impatti fortemente sull’ambiente. L’auspicio è che la maggioranza sia della stessa opinione”.
Open Sinistra FVG
“La relazione programmatica del presidente Fedriga è debolissima e ha ricevuto il voto contrario di Open Sinistra Fvg” ha detto il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell.
“Il presidente – prosegue Honsell – non riconosce la grave situazione della sanità, ma si impegna a potenziare il ruolo di quella privata. Così sembra non conoscere che il privato ha come scopo il profitto e non la cura, che, come abbiamo imparato, durante la pandemia è ciò che è mancato. Fedriga si è di nuovo vantato degli accordi con alcune multinazionali del farmaco, ma non le ha precisate. Inoltre si è vantato del Pil regionale e soprattutto dell’export pro-capite, ma ha trascurato di dire che tali risultati sono dovuti alla cantieristica di Monfalcone, che si regge su lavoratori immigrati. Lavoratori a cui proprio la Lega non vuole assicurare il diritto ai ricongiungimenti familiari, tanto bassi sono i loro redditi”.
“Per 5 anni ho cercato di spiegare che non basta ragionare sui valori in media – così ancora l’esponente di Centrosinistra – perché le disparità stanno crescendo nella nostra regione, dove c’è una tra la percentuali più alte nell’Italia del Nord di povertà relativa. La relazione del presidente manca, poi, di una chiara strategia industriale e ambientale e non chiarisce la posizione della Regione sull’acciaieria in laguna. Infine riteniamo molto grave la decisione di regionalizzare l’Ufficio scolastico regionale. Questa Giunta ha una storia di chiusura, non dimentichiamo le norme addirittura anticostituzionali di condizionare i servizi sociali agli anni di residenza. Incominciare a regionalizzare la scuola può avere conseguenze molto nefaste per le generazioni future. Esattamente come non affrontare il tema dei cambiamenti climatici”.