Il Consiglio quasi unanime dà mandato al presidente Fedriga di rinegoziare accordo con lo Stato

Trieste – È stato approvato in Consiglio Regionale il 12 maggio con 46 sì e le sole astensioni dei due consiglieri di Cittadini, il provvedimento che ha affidato il mandato al presidente della Regione Massimiliano Fedriga “a proseguire ogni più opportuna interlocuzione con il Governo nazionale affinché le ragioni dell’autonomia e della specialità della nostra Regione possano essere difese con l’obiettivo di raggiungere intese che, sotto il profilo finanziario e di bilancio, ne garantiscano negli anni futuri la possibilità di svolgere, nei fatti, il mandato che, costituzionalmente e ai sensi dell’istituto di autonomia, le è proprio”.

Così il presidente dell’Assemblea legislativa, Piero Mauro Zanin: ”Con l’approvazione quasi unanime dell’ordine del giorno che affida al governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il mandato a trattare con il Governo la revisione dei patti finanziari Stato-Regione in considerazione delle minori entrate dal gettito fiscale conseguenti agli effetti dell’emergenza sanitaria da Covid-19, il Consiglio regionale si compatta e conferma il suo ruolo centrale rispetto alle scelte e alle azioni che si riflettono direttamente sulla vita quotidiana di famiglie e imprese”.

“Il nostro auspicio – evidenzia Zanin – è che il Governo si renda conto che per il Friuli Venezia Giulia si prospetta una diminuzione di entrate di quasi 700 milioni per il solo 2020, una situazione che rende essenziale rivedere accordi a garanzia e tutela della nostra comunità”.

L’ordine del giorno, titolato “Un’unica voce si leva a sostegno e a difesa della nostra Regione. Misure per il contenimento degli effetti negativi causati dall’emergenza sanitaria Covid-19. Contributo regionale alla finanza pubblica di cui all’articolo 4, comma 1 del dlgs 154/2019”, pone tra le premesse che gli effetti negativi sul tessuto socio-economico del Fvg si protrarranno per uno o due anni, con la prospettiva di una profonda recessione, così come i riflessi dell’inevitabile crollo del Pil sul gettito tributario saranno particolarmente gravi (nell’odg si parla di diverse centinaia di milioni) per la Regione autonoma Fvg, dal momento che la stessa esercita funzioni che attengono a diritti fondamentali, quali la tutela della salute, finanziandole a totale carico del proprio bilancio.

Inoltre, si evidenzia che, pur attuando le dovute revisioni di bilancio, l’intero sistema vedrà messa a rischio l’erogazione di onerosi servizi fondamentali quali sanità, tpl e trasferimenti agli enti locali. Indispensabile, quindi, che la Regione ritrovi quello spirito unitario che l’ha caratterizzata nei momenti più bui della storia, in primis il Terremoto del 1976, consci che il Fvg versa un contributo straordinario allo Stato, riconosciuto peraltro temporaneo dalla Corte Costituzionale, che sarebbe difficilmente giustificabile nell’attuale contesto.

Questo il commento del presidente della Regione: ”Oggi sono ancora più orgoglioso di essere alla guida di questa grande comunità. Esprimo infatti grande soddisfazione per l’approvazione, pressoché unanime, dell’ordine del giorno in difesa delle ragioni dell’autonomia e della specialità della nostra Regione. Voglio ringraziare l’intero Consiglio regionale che, nella diversità delle sensibilità politiche, ha trovato una soluzione in grado di unire l’intero Friuli Venezia Giulia”.

“La larghissima condivisione registrata oggi è un risultato molto importante – sottolinea Fedriga -. Adesso possiamo chiedere con maggior forza un nuovo patto all’Esecutivo nazionale. La situazione del Friuli Venezia Giulia è quella di una Regione a statuto speciale che sta dando un contributo straordinario al saldo di finanza pubblica”.

“Noi non chiediamo a Roma risorse aggiuntive per affrontare l’emergenza economica. Chiediamo invece di bloccare il trasferimento delle nostre compartecipazioni per garantire l’attività ordinaria. Solo in questo modo – sostiene il governatore in conclusione – potremo avere la certezza di compensare le minori entrate causate dall’epidemia”.

Le ragioni dei Cittadini

Il Gruppo dei Cittadini è stato l’unico a non votare a favore del documento proposto al termine della discussione in Aula in merito al mandato chiesto dal presidente Fedriga per trattare con Roma la ridefinizione del contributo di finanza pubblica della nostra Regione.

A spiegare in una nota le motivazioni è il capogruppo Tiziano Centis che, fino all’ultimo, ha cercato di emendare l’ordine del giorno. “Abbiamo perso una mattinata – evidenzia – per poi esprimerci su un ordine del giorno che, di fatto, ci fa rimanere al punto di partenza perché impegna il presidente meramente a trattare: un fatto già di per sé scontato. È mancata una visione d’insieme in grado di portarci ad un pieno risultato: bisognava sostenere l’utilizzo del Mes, che porterebbe 37 miliardi in più nelle casse dello Stato, utili a mettere i conti in equilibrio e aumentare le possibilità di un esito positivo della nostra trattativa per l’azzeramento del contributo regionale. Invece l’Aula si è fatta condizionare dalle logiche di scuderia e ha prodotto un documento inutile e retorico che al presidente Fedriga fa comodo per esibire l’appoggio dell’opposizione e a Pd e M5S conviene per non entrare in contrasto con i rispettivi partiti nazionali che sostengono il governo”.

“Fedriga – scrive ancora Centis – doveva smarcarsi da Salvini e prendere una posizione davvero utile alla propria Regione, unendo la richiesta di azzeramento del contributo al sostegno dell’utilizzo dei 37 miliardi che il Mes fornirebbe all’Italia, visto che sono attese minori entrate tributarie per la nostra Regione di oltre 700 milioni nel solo 2020. Fedriga, dicendo di no alla proposta dei Cittadini di aprire all’utilizzo del Mes, ha dimostrato di non difendere incondizionatamente gli interessi della Regione e, purtroppo, ciò porterà presumibilmente a farci guadagnare solo un po’ di sconto con in aggiunta la concessione del ricorso al debito per spese correnti che incautamente Fedriga stesso sembra intenzionato a richiedere”.

“Sia lui che gli altri partiti presenti in Consiglio regionale – conclude il capogruppo dei civici – hanno preferito scegliere una strada di bassa utilità e inefficace, producendo un documento privo di un reale contenuto e che non serve a nulla”.

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