Guerra in Ucraina: mozione unanime del Consiglio regionale del FVG
Trieste – Tutti i componenti del Consiglio regionale del FVG esprimono la vicinanza e la solidarietà dei cittadini del Friuli Venezia Giulia al popolo ucraino e ai corregionali residenti nel Paese sotto attacco. Inoltre chiedono al presidente dell’Aula, Piero Mauro Zanin, e al governatore Massimiliano Fedriga di “sostenere le iniziative diplomatiche del Governo e dell’Unione Europea per porre termine all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”.
È questo il dispositivo della mozione approvata oggi all’unanimità – su proposta dei capigruppo e con le firme di tutti i consiglieri – dalla massima assemblea legislativa regionale.
Il testo fa riferimento, nelle premesse, all’articolo 11 della Costituzione che “ripudia la guerra”, alla “decisione del presidente russo Vladimir Putin di invadere lo Stato vicino”, alle sofferenze della “popolazione civile coinvolta dagli attacchi” e alle prime vittime del conflitto. Viene anche espressa preoccupazione per “il rischio di un allargamento della guerra” e per le ripercussioni “sull’intero continente europeo e sulle attività di cittadini e imprese del Friuli Venezia Giulia”.
“È una vera e propria invasione dell’Ucraina – ha ribadito Cristian Sergo (M5S), primo firmatario del testo elaborato dai capigruppo nel corso della mattinata -, un atto ingiustificato e ingiustificabile. È stata offesa la libertà di un popolo”. “Ci troviamo oggi – ha commentato Furio Honsell (Open Sinistra Fvg-gruppo Misto) – nella situazione in cui si trovarono i nostri padri 75 anni fa, con invasioni nella notte che ricordano altre guerre. Ed è una cosa che fa rabbrividire”.
“Un’altra stupida guerra oggi prende inizio – ha detto Tiziano Centis, capogruppo dei Cittadini – riportandoci indietro nel tempo, dopo che la caduta del muro di Berlino simboleggiò la fine di un’epoca”. “Ed è fondamentale – ha aggiunto Massimo Moretuzzo del Patto per l’Autonomia – prendere posizione e non girarsi dall’altra parte. Non ci sono guerre giuste o sbagliate: l’unica guerra giusta è quella che non si fa”.
“L’aggressione militare in corso – ha scandito Claudio Giacomelli di Fratelli d’Italia – va condannata senza se e senza ma. È chiaro che noi consiglieri regionali non possiamo farci ascoltare da Putin o da Biden, ma dobbiamo parlare ai nostri cittadini e dire che in queste situazioni non si può restare in silenzio. Quel che sta succedendo è una specie di sveglia rispetto a tanti conflitti, dimenticati solo perché lontani da casa nostra”. Secondo Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar, stiamo assistendo a fatti “di una gravità inaudita. E con questa mozione esprimiamo un forte sentimento di vicinanza agli ucraini che subiscono questa violenza”.
“L’Occidente deve rimanere unito e rispondere con fermezza – ha auspicato Giuseppe Nicoli di Forza Italia – con l’obiettivo di raggiungere la pace per scongiurare l’allargamento del conflitto. Abbiamo fiducia nel premier Draghi, che si sta confrontando con gli alleati europei e con la Nato”.
Diego Moretti, capogruppo del Pd, nel ribadire la condanna “dell’invasione di uno Stato sovrano” ha sottolineato che la vicinanza al Paese aggredito è rafforzata dai legami con i quasi seimila ucraini che vivono in Friuli Venezia Giulia, e ha suggerito di rendere più esplicito il dispositivo della mozione, che inizialmente parlava di “tensione tra Russia e Ucraina”, specificando che si è verificata un’invasione da parte dell’esercito di Putin. Una richiesta esplicitamente condivisa dall’assessore Pierpaolo Roberti, che ha espresso il suo sì alla mozione a nome della Giunta.
“Dai nostri errori abbiamo imparato poco – ha amaramente constatato Mauro Bordin, capogruppo della Lega – visto che la guerra ora è alle porte di un’Europa che nel secolo scorso pagò duramente la propria stupidità”. Bordin teme che il conflitto porti “ulteriore debolezza economica e lacerazione”, si dispiace per “la scarsa incisività dell’azione diplomatica” e auspica “un’Europa che acquisti maggior forza politica, facendo comprendere il proprio peso”. Prima del voto finale, Piero Mauro Zanin si è detto “orgoglioso per il lavoro svolto oggi dal Consiglio. I gruppi politici hanno votato all’unanimità mozioni su argomenti importanti per la nostra comunità come il supporto psicologico pubblico, il rafforzamento della rete geriatrica, le problematiche dei pensionati, i Caduti della Grande guerra. Fino ad arrivare a questo testo che ribadisce il valore della pace, sancito dalla nostra Costituzione con parole di pietra dopo quel che successe quasi 85 anni fa, quando – ha concluso il presidente dell’Aula – un’invasione di territori che si ritenevano affini diede il via alla Seconda guerra mondiale”.
“Condanniamo fermamente l’invasione russa dell’Ucraina ed esprimiamo la nostra solidarietà al popolo ucraino auspicando una soluzione del conflitto attraverso i canali della diplomazia internazionale, unica strada possibile, e confidando in un ruolo più significativo dell’Europa, esempio concreto di come una convivenza pacifica tra popoli e culture diverse sia realizzabile”.
Lo afferma in una nota il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, commentando con grande preoccupazione l’avvio di una “guerra insensata, che avrà pesanti ripercussioni sugli equilibri internazionali e che soprattutto colpirà la popolazione civile inerme”.
Per queste ragioni, Moretuzzo – con gli altri capigruppo in Consiglio regionale – ha sottoscritto la mozione congiunta di condanna della guerra e di vicinanza al popolo ucraino e ai concittadini residenti in Ucraina. “La guerra – ricorda – non è mai un mezzo per risolvere i conflitti, la storia insegna”.
“Condividiamo la posizione già espressa da European Free Alliance/Alleanza libera europea, di cui il Patto per l’Autonomia fa parte, che sollecita l’Unione europea ad agire in accordo con i propri valori e principi e a fare del suo meglio per incrementare la diplomazia, il dialogo, la mediazione. D’accordo con Efa – conclude Moretuzzo -, sosteniamo il diritto dell’autodeterminazione e il rispetto incondizionato della dignità delle persone e dei diritti umani avendo ben chiaro che i confini si possono cambiare, ma mai attraverso minacce, coercizione o invasioni militari, bensì soltanto attraverso processi democratici e accordi politici”.