Green Pass: oltre 60mila firme per l’Appello a Trieste “scienza, lavoro, cultura e responsabilità”: ora a Roma
Trieste – Da domenica 31 ottobre è attiva su change.org una petizione promossa da Mitja Gialuz e Tiziana Benussi dal titolo “Appello a Trieste. Perché Trieste è scienza, lavoro, cultura e responsabilità”
“Nelle settimane scorse – si legge nell’Appello – la nostra città è stata teatro di manifestazioni contro il green pass: da qui è nata l’idea che Trieste sia la capitale italiana dei no vax, dei no green pass e della cultura antiscientifica. Trieste non è questo. E vuole dirlo a gran voce”.
“Trieste è la capitale italiana della scienza e della scienza si fida. È una città che ha sofferto a causa di una pandemia che ha stroncato troppe vite, ha fatto soffrire tante persone e ha depresso l’economia”.
“Trieste è una comunità di persone razionali, responsabili e consapevoli che possono uscire dalla tempesta soltanto tutte assieme. Ciascuna con un’assunzione di responsabilità verso le altre”.
“Il vaccino ci restituisce la libertà. La libertà di essere curati. La libertà di lavorare e di fare impresa. La libertà di studiare in classe e nelle università. La libertà di coltivare i propri interessi e di riprendere una vita sociale. La libertà di fare sport e di viaggiare”.
“Chi combatte contro i vaccini e contro il green pass non deve mettere in pericolo queste libertà e la salute dei cittadini; non può danneggiare l’economia”.
“Nello spazio pubblico – conclude l’Appello – facciamo sentire anche la voce della grande maggioranza dei cittadini che si sono vaccinati, mettendo in sicurezza sé stessi e adempiendo un dovere di solidarietà sociale, scolpito nell’art. 2 della Costituzione e richiamato dalle massime autorità civili e religiose. È venuta l’ora della responsabilità. Di tutti”.
L’Appello, che ha superato in queste ore le 59mila firme, è stato siglato anche dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga e dalla vicesindaca di Trieste Serena Tonel.
I firmatari premono sul governo
“Mandiamo a Roma il nostro Appello, rendendolo sempre più forte – scrivono domenica 7 novembre i promotori, all’indomani del corteo No Green Pass che ha bloccato la città. – Ieri Trieste era deserta. Serrande dei negozi abbassate. Disdette negli alberghi e nei ristoranti”.
“Un muro inquietante a dividere in due le rive cittadine. Il tutto per una manifestazione nella quale, prima non sono state rispettate le prescrizioni delle autorità e poi si è tentato di entrare in piazza Unità con la forza. All’urlo di “Piazza Unità è nostra e Trieste è nostra””.
“Continuate a firmare per ribadire che Trieste non è di una piccola parte, ma di tutti e, quindi, anche di una larghissima maggioranza responsabile, che crede nel vaccino come strumento di libertà”.
“Continuate a firmare per riaffermare che il diritto a manifestare non è assoluto, ma deve rispettare altri diritti costituzionalmente riconosciuti, come il diritto alla salute, il diritto al lavoro e il diritto all’iniziativa economica”.
“Continuate a firmare perché vogliamo portare l’Appello all’attenzione del Governo e chiedere un intervento che consenta di affrontare questa emergenza con strumenti normativi nuovi e più adeguati”.
“Trieste e l’Italia hanno bisogno di un’assunzione di responsabilità da parte di Governo e Parlamento per ristabilire l’ordine costituzionale”.
No Green pass granitici: tutti succubi della dittatura sanitaria
Per i No Green pass invece, granitici nella lotta senza esclusione di colpi contro istituzioni e giornalisti che invitano a vaccinarsi e difendono il Green Pass, la maggior parte della popolazione sarebbe plagiata da big pharma, poteri forti e dittatura sanitaria.
Ecco cosa si legge nell’ultimo “post” Facebook del Coordinamento 15 ottobre su Facebook: “Sui Media si sente una sola voce… Anche i siti antibufale, finanziati da un’unica fonte, ripetono tale voce… Risulta quindi possibile che la massa dei cittadini si siano convinti di tale narrazione, anche perchè chi risulta contrario alla narrazione viene brutalmente attaccato e screditato!”