Grave carenza di personale e risorse insufficienti, proclamato stato di agitazione in Azienda sanitaria Friuli Centrale
Udine – A seguito dell’assemblea di tutto il personale della Dirigenza medica e sanitaria di ASUFC (Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale) i sindacati Fp Cgil Udine, Anaao Fvg e Uil Fpl Fvg hanno avuto il pieno mandato a proclamare lo stato di agitazione per le problematiche attinenti a grave carenza di personale dirigente medico e sanitario in ASUFC, mancata valorizzazione economica e professionale del personale dirigente medico e sanitario, nessuna garanzia del recupero della quota di 3.000.000 di euro tolta alla Dirigenza medica di ASUFC a seguito dell’abolizione delle ex RAR e della “perequazione”.
“La grave disaffezione verso il Sistema Sanitario Pubblico e la fuga verso il privato – spiega Uil Fpl Fvg in una nota – trova radici per molta parte nel mancato sviluppo delle tematiche di cui sopra, soprattutto per quanto riguarda la mancanza di adeguata valorizzazione, economica e non, del personale della Dirigenza Medica e Sanitaria”.
“Ad oggi – prosegue la nota – riscontriamo una carenza di Dirigenti medici che si avvicina alle 100 unità, e a questo si aggiunge che c’è una continua emorragia di personale che fugge verso il privato”.
“In tale quadro, ad oggi, la Direzione Aziendale ASUFC non ha fornito alcuna risposta né garanzia in relazione ai 3 milioni di euro tagliati alla Dirigenza Medica e anzi fa capire che quelle risorse non sono necessarie per dare i giusti riconoscimenti a tutti i professionisti che ogni giorno prestano la loro opera a favore dei Cittadini, bensì vorrebbe finanziare le sole eccedenze orarie con risorse non storicizzate, impiegabili per progettualità o per incrementare il salario di base di tutti i medici.
Attorno a questi 3.000.000 c’è un gravissimo clima di omertà sia da parte della Direzione Aziendale che da parte della Regione e questo è totalmente inaccettabile in quanto sono soldi pubblici”.
Conclude Uil Fpl: “non abbiamo nemmeno contezza che ci siano le risorse necessarie per pagare tutte le eccedenze orarie prodotte dal personale. In una situazione come questa ci risulta anche difficile credere che sarà possibile abbattere le liste d’attesa vista la grave carenza di organico e l’incertezza sui fondi, quindi i proclami fatti hanno più un sapore di campagna elettorale piuttosto che di una reale soluzione”.
Le affermazioni dell’assessore Riccardi
Nei giorni scorsi, durante un convegno dedicato alla situazione sanitaria in regione svoltosi a Gemona, l’assessore r alla Salute Riccardo Riccardi aveva affermato che “Quello del Friuli Venezia Giulia è un impianto organizzativo sanitario che ha ottenuto conquiste straordinarie nei campi della ricerca e della tecnologia, ma continua a faticare nelle situazioni ordinarie. Questo perché negli ultimi 30 anni non sono stati attuati gli interventi necessari per restare al passo dell’evoluzione demografica e dei mutati bisogni di salute della popolazione. È improcrastinabile mostrare il coraggio di modificare queste dinamiche, prendendo decisioni che consentano di migliorare i livelli essenziali di assistenza, l’appropriatezza delle cure e le condizioni in cui il personale sanitario si trova a operare”.
“A fronte di un’aspettativa di vita che nel tempo è costantemente cresciuta, e con essa il progressivo invecchiamento della popolazione, non si può non tenere in considerazione come la domanda di assistenza sanitaria abbracci sempre di più l’elemento della cronicità e dell’integrazione sociosanitaria – aveva affermato Riccardi – . È il capitale umano l’elemento fondamentale da cui deve partire il processo di cambiamento. In questo contesto, la Regione partecipa alla ricostruzione del sistema, consapevole che le scelte prese oggi produrranno risultati nel lungo periodo”.
“Non chiuderemo alcun ospedale del territorio – aveva aggiunto Riccardi – ma non si può negare la necessità di destinare le strutture di rete, specie se a breve distanza l’una dall’altra, a specializzazioni differenti”.