Grande mostra di Maurits Escher, 200 opere al Salone degli Incanti di Trieste
Trieste – La grande mostra dedicata al geniale artista olandese Maurits Cornelis Escher è aperta al pubblico al Salone degli Incanti di Trieste dal 18 dicembre 2019 al 7 giugno 2020.
Scoperto dal grande pubblico negli ultimi anni, Escher è diventato uno degli artisti più amati in tutto il mondo, tanto che le mostre a lui dedicate hanno battuto ogni record di visitatori.
Escher nasce nel 1898 in Olanda e vi muore nel 1972. Nel 1922 visita per la prima volta l’Italia, dove poi visse per molti anni, visitandola da nord a sud e rappresentandola in molte sue opere. Inquieto, riservato e indubbiamente geniale, Escher nelle sue celebri incisioni e litografie crea un mondo unico, immaginifico, impossibile, dove confluiscono arte, matematica, scienza, fisica, design.
Oggi una mostra antologica – con circa 200 opere e i lavori più rappresentativi che lo hanno reso celebre in tutto il mondo – arriva a Trieste grazie alla collaborazione tra il Comune di Trieste e Arthemisia con Generali Valore Cultura che confermano un sodalizio già collaudato con il grande successo della mostra “I Love Lego”, ad oggi campione di incassi nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia.
La mostra Escher racconta il genio dell’artista olandese con le opere più iconiche della sua produzione quali Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata, che appartengono all’immaginario comune riferibile al grande artista.
Esposta per la prima volta al mondo e novità assoluta della mostra triestina, la sezione con la serie I giorni della Creazione, un nucleo di sei xilografie realizzate tra il dicembre 1925 e il marzo 1926 che racconta i primi sei giorni della Creazione del Mondo.
Eventi collaterali
In programma il 22 gennaio una giornata di apertura gratuita per tutte le scuole (previa prenotazione del gruppo), alla quale seguiranno due tappe dei “Racconti dell’arte”, una dedicato agli studenti delle scuole secondarie e ai loro insegnanti e l’altra rivolta al pubblico generico. Si tratta di una narrazione moderna e coinvolgente a cura del critico e curatore artistico Sergio Gaddi, che dialoga con i nuovi linguaggi per ampliare la narrazione, approfondire la mostra e la vita dell’artista. L’iniziativa sarà realizzata nella sede storica di Generali a Palazzo Berlam, edificio icona della città, legato profondamente alla storia della Compagnia, recuperato e riaperto alla città dopo un’importante ristrutturazione.
A partire dal 16 dicembre, Feltrinelli Real Cinema e Wanted Cinema, presentano nelle sale cinematografiche italiane il primo docu-film di Robin Lutz dedicato all’artista, dal titolo “Escher-Viaggio nell’infinito”.
Grazie alla partnership tra Arthemisia e Wanted Cinema, sono state pensate per il pubblico due speciali tariffe: conservando il biglietto del film proiettato in uno dei cinema di Trieste, è possibile visitare la mostra Escher a una tariffa ridotta; viceversa, presentando il biglietto della mostra presso uno dei botteghini di Trieste, sarà possibile vedere il film a una tariffa scontata.
Inoltre, in tutte le sale cinematografiche su scala nazionale in cui verrà proiettato il film, presentando al botteghino il biglietto di una qualsiasi mostra in corso prodotta da Arthemisia, è possibile usufruire di una speciale riduzione per la visione del docu-film.
Organizzazione e offerte
Promossa e organizzata dal Comune di Trieste, Assessorato alla Cultura e Gruppo Arthemisia con Generali Valore Cultura, in collaborazione con M. C. Escher Foundation, la mostra è curata da Mark Veldhuysen – CEO della M.C. Escher Company – e Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e vede il supporto di PromoTurismoFVG, special partner Ricola e media coverage by Sky Arte.
La mostra è sostenuta da due partner d’eccezione: PromoTurismoFVG e Generali Valore Cultura con l’obiettivo di rendere queste iniziative artistiche e culturali accessibili a un pubblico sempre più ampio, valorizzando il territorio.
PromoTurismoFVG, con Confindustria Venezia Giulia, Federalberghi Trieste e Associazione Bed and Breakfast FVG, consentirà di attuare un’iniziativa unica e sperimentale in Italia: offrire il biglietto gratuito della mostra a tutti coloro che soggiorneranno almeno una notte nelle strutture ricettive di Trieste che aderiscono all’iniziativa.
Quest’ultima, battezzata “Gift for Guests”, mira a incentivare il turismo culturale in Città, premiando i turisti con un meraviglioso regalo offerto dall’Amministrazione grazie agli introiti dell’imposta di soggiorno (www.discover-trieste.it).
Allo stesso tempo Generali Italia attraverso Valore Cultura conferma la sua presenza a Trieste come attore di sviluppo della città offrendo iniziative di crescita culturale per il territorio.
La mostra
A Escher, artista sui generis che amava dire “lo stupore è il sale della terra”, si deve il merito di aver amplificato le possibilità immaginative della grafica e aver donato lo stupore, appunto, a tutti coloro che hanno osservato e osservano la sua opera dove tutto è connesso: scienza, natura, rigore analitico e capacità contemplativa.
Partendo dalle opere di impronta art-noveau risalenti al periodo della formazione presso la scuola di Jessurun de Mesquita, la mostra pone l’accento sul periodo del viaggio italiano di Escher.
Ispirato e influenzato dall’arte a lui contemporanea e del passato, l’artista declina costruzione geometrica e rigore nel segno visionario della ricerca estetica più pura. Artista poliedrico e contemporaneo al suo tempo, fu però capace di anticipare intere correnti artistiche come quelle del Surrealismo e dell’Optical Art di cui può essere considerato un esponente ante litteram. Infatti, egli non trova solo nel mondo dei numeri, della geometria e della matematica l’unica chiave dar forma al suo universo creativo. Genio complesso che attinge a piene mani ai vari linguaggi fondendoli in un nuovo intrigante percorso, può, in questo senso, considerarsi un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi che emoziona sempre il grande pubblico.
L’arte di Escher, che le nuove tecnologie digitali sembrano rincorrere facendone propri i risultati, infatti, non accusa i segni del tempo, sebbene siano trascorsi quarantasette anni dalla scomparsa del suo ideatore.
Con circa 200 opere complessive, la mostra è divisa in 8 sezioni:
Opera giovanile
Paesaggi Italiani
Tassellazione
Struttura dello spazio
Metamorfosi
Paradossi geometrici
Lavori su commissione
Eschermania
Particolarità del percorso di mostra è la presenza, all’interno delle sezioni, di giochi ed esperienze che permettono di entrare nel meraviglioso mondo di Escher da protagonisti, ossia misurandosi attivamente con i paradossi prospettici, geometrici e compositivi che il grande artista pone in essere nelle sue opere.
Di seguito alcune delle opere più significative esposte alla mostra:
Prima sezione – Opera giovanile
In questa sezione si ripercorrono i primi passi dell’esperienza artistica del giovane Escher che, pur deludendo le aspettative del padre, che lo avrebbe voluto ingegnere come lui, dimostra subito una spiccata capacità disegnativa. Apprezzata da Jessurun de Mesquita, incisore di cultura art noveau, l’abilità di Escher si va sempre più affinando, imparando rapidamente non solo la tecnica ma anche la dedizione al lavoro. È qui che si avvicina al tema della tassellazione, intesa come metodo della divisione regolare del piano con intenti decorativi. È in questo primo periodo olandese che nascono anche le illustrazioni per Flor de Pasqua (Fiore di Pasqua) e per Emblemata. In questa mostra saranno esposte per la prima volta anche tutte le sei xilografie della serie Giorni della creazione realizzate tra il dicembre 1925 e il marzo 1926. Esse mostrano i primi sei giorni della Creazione, come descritte nella bibbia.
Seconda sezione – Paesaggi italiani
La formazione di Escher non sarebbe stata completa se non ci fosse stato il soggiorno in Italia che completò la personalità dell’artista e gli offrì le prime opportunità di lavoro, come la prima personale a Siena nel 1923 e la realizzazione degli Emblemata (tutti esposti in mostra) che costituivano un libretto di motti illustrati, concepito insieme al grande storico dell’arte olandese Godefridus Johannes Hoogewerff, suo amico ed estimatore. Qui si pone l’accento sugli stimoli che il paesaggio italiano, la natura e la storia del Bel Paese, ebbero sulla fervida mente dell’artista, mostrando scene degli Abruzzi, della Campania, della Calabria e della Sicilia. Non mancano le vedute della città che aveva scelto come sua residenza, Roma, ritratta sia di giorno sia di notte.
Terza sezione – Tassellazione
È in questo segmento della mostra che si affronta il tema della tassellazione che rivela subito le radici art noveau di Escher. Nella sua foga didattica Escher, che teneva conferenze e dimostrazioni per spiegare in cosa consistesse la divisione regolare del piano, realizzò un vero e proprio libretto uscito nel 1957. La sezione include un filmato dedicato all’Alhambra, il monumento di Granada che Escher visitò e in cui si trattenne a ricopiare i disegni, da cui trasse ispirazione per le sue tassellazioni.
Quarta sezione – Struttura dello spazio
Quel che affascinava Escher era sondare la “Struttura dello spazio” ed è per questo che a un simile tema è dedicata un’intera sezione, dove gli approcci si declinano secondo le diverse problematiche: la prima riguarda le “superfici riflettenti” (a cominciare da quella curva e specchiante di Mano con sfera riflettente); si passa poi alla struttura dello spazio vera e propria, ben esemplificata dall’incisione Profondità (che troviamo in mostra trasformata in un ambiente reale e percorribile in una prospettiva reiterata); completano il percorso i temi dei nastri e dei solidi geometrici.
Quinta sezione – Metamorfosi
Un altro importante aspetto affrontato da Escher è la riflessione sul mondo: la trasformazione di una forma in un’altra che trova la sua massima espressione nel celebre capolavoro intitolato Metamorfosi II (1939). La grande xilografia affronta così il tema della trasmutazione di un’immagine che, senza soluzione di continuità, lascia il posto a un’altra che deriva dalla prima, in un percorso circolare. Si parte, infatti, dalla parola olandese «metamorphose» e a questa si torna dove aver attraversato le situazioni più inimmaginabili che vanno dalle lucertole all’alveare, dagli uccelli al duomo di Atrani.
Sesta sezione – Paradossi geometrici
La sezione affronta il tema del passaggio dalle due alle tre dimensioni. Il paradosso e, soprattutto, la sfida è riuscire ad arrivare a ottenere l’effetto illusivo senza debordare dal limite del foglio, ovvero suggerire l’effetto realistico di questa trasformazione, disegnando e incidendo qualcosa che inganni l’occhio, come le incontenibili Tre sfere. Sono queste le premesse indispensabili per accedere al paradosso dello spazio di Escher, quello di Altro mondo, di Su e giù e di Relatività, fino all’estenuante reiterazione dell’immagine ricorrente ottenuta grazie al cosiddetto effetto Droste utilizzato, per esempio, in un’incisione come Galleria di stampe.
Settima sezione – Lavori su commissione
Come tutti gli artisti, però, la produzione di Escher non passa solo da grandi opere: la quotidianità richiedeva all’artista anche la necessità di trovare occasioni di guadagno, pur non avendone un particolare bisogno, grazie alla sua condizione agiata. La sezione è quindi dedicata ai “Lavori su commissione” che vanno dagli ex libris (foglietti che si usava inserire nei libri appartenenti a una stessa biblioteca privata), fino ai biglietti d’auguri, alle illustrazioni o ad altre commissioni occasionali. Il fatto straordinario è che la qualità di questa produzione non diminuisce affatto rispetto a quella delle grandi opere: questi impegni “minori” sono spesso occasioni per sperimentare soluzioni che saranno poi utilizzate nelle “grandi opere”.
Ottava sezione – Eschermania
La grandezza di un artista si misura anche dalla capacità d’influire su altri artisti, come pure sulla società circostante. Per questo la mostra si conclude con la sezione intitolata col neologismo di “Eschermania”. La lezione di Escher, infatti, ha dimostrato che questi due parametri sono stati pienamente soddisfatti. La sua arte è uscita dal torchio del suo studio per trasformarsi in scatole da regalo, in francobolli, in biglietti d’auguri; è entrata nel mondo dei fumetti e in quello della moda, è finita sulle copertine degli LP dei grandi della musica pop, fino ad arrivare al mondo della pubblicità e del cinema. Ma ciò non basta: la grande arte di Escher ha influito più o meno direttamente su altre figure di rilievo dell’arte del Novecento – come Victor Vasarely, il principale esponente dell’Optical Art – o su una lunga schiera di seguaci che ancora oggi guarda alla sua produzione come a quella del loro maestro.