Giorno della Memoria e campagne di discriminazione di oggi: verso un’altra epoca dell’odio?
FVG – Lo scorso 24 gennaio, l’account ufficiale della presidenza degli Stati Uniti (“@WhiteHouse”) ha pubblicato sul social network “X” (già Twitter) un’immagine in cui si vede una fila di migranti ammanettati e incatenati che vengono fatti salire su un aereo cargo militare. Sulla figura appare in sovrimpressione la scritta: “I voli di deportazione sono iniziati. Promessa fatta, promessa mantenuta”. E, a commento: “Come promesso, il presidente Trump sta inviando un messaggio forte al mondo: chi entra illegalmente negli Stati Uniti andrà incontro a gravi conseguenze”. Il post ha rapidamente raccolto migliaia di like e condivisioni.
Cosa succede quando uno stato sovrano – quindi non un gruppo di esagitati sui social, ma un’istituzione in cui vige, o dovrebbe vigere, il diritto – alimenta campagne sistematiche e violente contro determinate categorie di persone?
Il ritorno dell’età dell’odio: il messaggio di ICS
Proprio oggi, Giorno della Memoria, è l’ICS – Ufficio Rifugiati di Trieste – a porsi la domanda, in un comunicato dal titolo “Il ritorno dell’età dell’odio”.
“La cosiddetta ‘soluzione finale’, ricordata nel Giorno della Memoria – scrive ICS – non fu una decisione improvvisa, ma l’esito di un percorso quasi decennale (dal 1933 al 1942) scandito da una serie di provvedimenti amministrativi e legislativi improntati a discriminazione, segregazione e criminalizzazione delle persone di origine e religione ebraica, e non solo. Questo processo fu alimentato dalla creazione e dalla diffusione sistematica di campagne d’odio, che prepararono il terreno per una progressiva disumanizzazione delle vittime. Identificate come esseri ‘di scarto’, colpevoli non per le loro azioni ma per la loro ineliminabile condizione personale, le vittime furono spogliate di ogni umanità: un presupposto che rese possibile quello che resta uno dei più grandi crimini della storia dell’umanità”.
“Pur evitando indebite analogie storiche – prosegue la nota – è necessario, senza sottovalutare il presente, riconoscere che viviamo in un’epoca segnata da inquietanti manifestazioni di degenerazione sociale, culturale e politica. Oggi, chi attraversa i confini degli stati più ricchi in condizioni di estrema necessità o per richiedere asilo (un diritto fondamentale, nato proprio in seguito alle persecuzioni di massa del XX secolo) è vittima di un violento processo di disumanizzazione, accompagnato da incitamenti all’odio e alla violenza”.
“Fenomeni gravi lo dimostrano con evidenza: la diffusione incontrollata di veri e propri campi di confinamento per migranti, strutture concepite per controllare e ghettizzare intere masse umane considerate ‘in eccesso’, che assumono pericolose caratteristiche di natura concentrazionaria. Non meno allarmante è la crescente accettazione sociale di prassi violente e illegali – ormai normalizzate – come i respingimenti di massa e le deportazioni, accompagnate dall’esibizione dei corpi dei deportati come trofei, atti a eccitare i più bassi istinti. Purtroppo, gli esempi potrebbero continuare a lungo”.
“Non sappiamo se e fino a quale punto questa fase regressiva si arresterà, ma è evidente che la sua estrema pericolosità per le nostre già fragili democrazie non viene adeguatamente compresa. In questo contesto, lo stesso Giorno della Memoria rischia di ridursi a un rituale stanco e vuoto, privo di una reale riflessione sul presente”.
Così conclude il messaggio di ICS: “Tramandare in modo non celebrativo la memoria delle milioni di persone vittime in Europa di dittature fondate sull’ideologia dell’appartenenza etnica, sulla violenza razziale e sulla xenofobia, riflettendo su come ciò sia stato possibile, deve diventare un obiettivo urgente e necessario per prevenire nuove tragedie”.
Un’opera di formazione e sensibilizzazione sempre più urgente: “Qualsiasi regime, qualsiasi tragedia, qualsiasi ingiustizia non può fare a meno del consenso dei più” scrive Tonio Dell’Olio. Quel preoccupante consenso testimoniato dai “mi piace” sul post della Casa Bianca.
Un incontro formativo sulle zone di illegalità
A questo proposito, ricordiamo che il prossimo lunedì 3 febbraio, alle ore 17, presso il Circolo della Stampa di Trieste, si terrà l’incontro “Un’area senza diritti?” in cui si parlerà della “Rotta balcanica” tra violenze, respingimenti, mancato accesso alla protezione e forme di auto-organizzazione dei migranti, nell’ambito del ciclo formativo “Capire le migrazioni internazionali” organizzato da ICS, ASGI, Ordine dei Giornalisti del FVG, Fondazione Luchetta, D’Angelo, Hota, Hrovatin, Articolo 21, Assostampa FVG.
(Immagine da Pixabay)