Genitori e studenti in piazza Unità a Trieste contro la “DAD”
“Dimenticati A Distanza”. Centinaia di ragazzi e genitori in piazza Unità a Trieste, per chiedere la scuola in presenza.
Trieste, 21.03.21 – La protesta, organizzata dal comitato “Scuole in presenza” che si è tenuta dalle ore 11 questa mattina nella piazza dell’Unità, ha visto una presenza importante di genitori e figli, con cartelli contro la didattica a distanza e per il ritorno immediato della scuola in presenza.
Sul selciato sono stati lasciati simbolicamente scarpe, zaini e libri, a simboleggiare l’abbandono degli studenti da parte delle Istituzioni. Anche al di là di ogni evidenza scientifica che nega qualsiasi correlazione tra scuola e criticità sanitarie relative ai più giovani, la didattica a distanza (la c.d. “DAD”, altro acronimo della neolingua in tempi di covid che i manifestanti hanno declinato in “dimenticati a distanza”) sembra essere diventata ormai strutturale, consuetudine. Ma la didattica a distanza non è scuola. Questa nuova consuetudine non solo ostacola il naturale apprendimento dei ragazzi ma ostacola anche, enormemente, pure i genitori che sono costretti ai salti mortali per poter gestire lavoro, impegni, e ora i figli a casa.
La pandemia ha sempre bisogno di nuovi untori sui quali puntare il dito: prima erano gli studenti, poi è stata la volta di ristoratori, titolari di bar e palestre; la realtà è che i veri responsabili della crisi sanitaria sono il Governo e le Regioni che hanno fatto errori su errori, continuamente, fallendo sia sul piano pandemico-sanitario che su quello organizzativo (ad es: trasporti, scuola, sanità).
Arianna Magrini, portavoce del Comitato Scuole in Presenza – una rete nazionale che riunisce famiglie italiane da nord a sud – difende il diritto costituzionale all’istruzione e ricorda : “Sono stati vinti tutti i ricorsi al Tar fatti da varie regioni d’Italia perché i giudici non ritenevano sufficienti i dati epidemiologici riportati per una chiusura delle scuole tanto prolungata nel tempo, anche in Fvg”. “Il diritto costituzionale dev’essere garantito in tutto il territorio in maniera omogenea, ci sono regioni d’Italia che sono chiuse da un anno per ogni ordine e grado, come la Campania e la Puglia. Ci sono ragazzi che hanno bisogni educativi speciali, ragazzi che hanno la legge 104, che sono stati spesso abbandonati a se stessi e di cui non parla nessuno. In molte famiglie si sono vissute situazioni tragiche”.
Un gruppo di mamme piuttosto esasperate, sul finire della manifestazione, è riuscito ad entrare nel Palazzo della Regione pretendendo un colloquio col presidente Fedriga, il quale ha concesso un incontro a tavolino per discutere del problema, la prossima settimana.
La protesta continuerà il 26 marzo, data indetta per uno sciopero della DAD organizzato da COBAS per chiedere che una consistente parte del Recovery fund sia destinata alla scuola.