Flex, ancora un’impresa che minaccia di andar via: a farne le spese soprattutto i lavoratori interinali
Trieste – Si è svolto oggi uno sciopero generale con un’assemblea di fronte ai cancelli della sede della Flextronics di Trieste: ancora un’impresa che potrebbe andar via dalla città.
“Da fonti istituzionali – fa sapere Sasha Colautti per l’Usb Lavoro Privato – Federazione di Trieste – abbiamo appreso che Flex ha interrotto unilateralmente i contratti di lavoro degli 80 lavoratori in somministrazione. Un fatto gravissimo, che avviene a un giorno dal tavolo ministeriale: un macigno per gli 80 lavoratori, molti dei quali alla Flex da più di 10 anni”.
L’azienda ha di fatto utilizzato i lavoratori interinali come lavoratori dipendenti. La differenza emerge ora, con l’assenza di garanzie per chi ha prestato servizio tutti i giorni, per anni.
“Insieme ad altri lavoratori a somministrazione ho lavorato ininterrottamente in azienda, frequentato corsi ed acquisito conoscenze e competenze su procedure complesse – racconta un lavoratore interinale. – Ora tutto questo investimento sarà vanificato. Non sappiamo cosa sarà di noi. Si tratta di persone che lavorano nello stabilimento da più di 10 anni, molti dei quali hanno acquistato l’abitazione, stipulato mutui”.
“La Flextronics – prosegue – non è in crisi, anzi i suoi affari sono in crescita. Sta smarcandosi dal nostro territorio per spostarsi dove il lavoro costa meno. È la logica di chi ha come unico obiettivo il massimo profitto”.
Come spiegano le segreterie regionali di FeLSA, CISL, NIdiL, CGIL e UILTemp, la chiusura dei contratti di somministrazione doveva rimanere sospesa fino ad oggi, come deciso dopo l’ultimo incontro ministeriale, quando era stato definito il percorso istituzionale da seguire.
Di recente l’azienda, attiva nella produzione di apparati per la trasmissione di dati ad alta velocità, aveva annunciato 280 esuberi a Trieste, di cui 80 interinali. Sullo sfondo l’ombra della delocalizzazione di alcuni reparti in Romania.
Per FeLSA, CISL, NIdiL, CGIL e UILTemp la situazione è della massima gravità. Le sigle chiederanno al Mise la convocazione immediata di un tavolo ufficiale, per “dar seguito al percorso istituzionale avviato – si legge in una nota diramata dalle sigle nel pomeriggio di ieri – e nel quale poter chiedere a Flex di chiarire la propria posizione, smentendo quanto da noi appreso e fornendo le dovute garanzie occupazionali a tutti i lavoratori impiegati”.
Da parte loro i sindacati autonomi attaccano: Flextronics aveva firmato un accordo sindacale con FIM FIOM e UILM, che, secondo USB “ha svenduto la vertenza complessiva su Flex e sacrificato i lavoratori in somministrazione/staff leasing”.
Usb “non ci sta e proclama per tutta la giornata uno sciopero generale e un’assemblea davanti ai cancelli alle 14.30″, durante la quale “valutare l’esito del tavolo ministeriale e decidere come rispondere a questa decisione drammatica e ingiusta della multinazionale Flex”.