Ferriera: scintille tra il sindaco di Trieste Dipiazza e il vicepresidente della Regione Bolzonello
Trieste – Scintille tra il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello su uno dei temi caldi dell’economia, la Ferriera di Trieste.
Il sindaco Dipiazza ha rilasciato alcune dichiarazioni sul tema al termine del tavolo convocato dal responsabile dell’unità di gestione vertenze imprese in crisi, Gianpietro Castano, per esaminare la situazione dell’impianto siderurgico triestino.
Assieme ai funzionari ministeriali e alla Regione FVG, all’incontro romano erano presenti il sindaco di Trieste, i rappresentanti dell’Autorità di Sistema Portuale e rappresentanze dell’azienda e dei sindacati.
Il confronto è servito per compiere una verifica sull’avanzamento delle attività di reindustrializzazione a seguito di quanto previsto nell’accordo di programma del 21 novembre 2014 e nel successivo decreto interministeriale del 2 novembre 2015, con particolare riferimento all’ampliamento del laminatoio e alla realizzazione dell’impianto di decapaggio.
Durante l’incontro, l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito ha ricordato che, nel mese di novembre, la Regione ha comunicato la conclusione positiva del procedimento di screening di Via, a seguito della quale ora si è in attesa della convocazione della conferenza di servizi del ministero dell’Ambiente per l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto di decapaggio.
Il sindaco del capoluogo ha così commentato gli esiti della riunione: «I fatti hanno ulteriormente dimostrato l’efficacia dell’attività che sta portando avanti il Comune di Trieste per la tutela della salute dei lavoratori dello stabilimento e dei cittadini. Inoltre fa piacere che il candidato Bolzonello sconfessi quanto sino a oggi fatto dalla Regione FVG e condivida con me la necessità di chiudere l’area a caldo individuando nuove opportunità».
Immediata la risposta del vicepresidente Bolzonello: «Con Dipiazza ci conosciamo da tanti anni e ci parlo volentieri, quindi non vorrei mi attribuisca concetti che non mi appartengono o parole che non ho detto».
«Io parto dal presupposto oggettivo che oggi – ha continuato Bolzonello – alternative all’area a caldo non ce ne sono, nessuno ha presentato nulla. Non si possono proporre chiusure a prescindere: resterebbero macerie sia per il lavoro sia per l’ambiente».
«Con questi presupposti ritengo che – ha aggiunto – se arrivasse dall’imprenditore una progettualità capace di superare l’area a caldo, la Regione avrebbe il dovere di prenderla seriamente in considerazione».
«Nessuno giochi a mettere in contraddizione me stesso con la politica industriale della Giunta di cui faccio parte. Ho delle idee per il futuro di Trieste ma per l’appunto – ha concluso Bolzonello – idee realizzabili e non velleità».
Da parte sua il sindaco aveva elogiato «l’atteggiamento responsabile dei rappresentanti dei lavoratori, allertati rispetto agli alti livelli di emissioni e giustamente preoccupati per l’assenza da parte della proprietà di un credibile piano industriale e di investimenti idonei per realizzare un’industria compatibile sul piano ambientale» ma aveva rimarcato che «sono purtroppo ancora una volta emersi ritardi sul rispetto delle prescrizioni da parte della proprietà in base agli accordi di programma e all’AIA».
«Preoccupa – ha detto ancora il Sindaco – l’atteggiamento della Regione FVG propenso a cancellare i limiti sulla produzione imposti con precedente diffida, a sua volta sollecitata da questa Amministrazione Comunale, e ciò nonostante che gli stessi rappresentanti dei lavoratori abbiano più volte evidenziato che, pur essendo stata svolta una manutenzione ordinaria che mancava da tre anni, non si sono viceversa realizzati importanti interventi strutturali».
«Oltre a evidenziare come gli ultimi dati relativi alle emissioni non siano rassicuranti e il pericolo di sversamenti in mare negati dalla proprietà, le parti – ha concluso Dipiazza – hanno mostrato attenzione a quanto come Amministrazione Comunale già chiediamo da tempo, ovvero di iniziare a pensare a dei percorsi occupazionali e soprattutto di riconversione dell’area a caldo dello stabilimento».
L’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito ha definito il tavolo «Un incontro positivo, durante il quale la Regione da un lato ha ribadito la sua fermezza nelle attività di controllo ambientale e, dall’altro, ha illustrato il decisivo passo in avanti compiuto dall’ente verso l’autorizzazione per l’impianto di decapaggio per lo stabilimento della Terriera di Servola a Trieste».
«L’incontro di oggi – ha detto Vito a conclusione dei lavori – è stato positivo perché ha permesso di compiere un deciso passo in avanti sulla vicenda legata agli interventi in materia ambientale ma anche di definire le prossime attività da compiere per lo sviluppo del sito. Abbiamo mantenuto fede all’accelerazione dei tempi per la valutazione di impatto ambientale e ora attendiamo che il Ministero conceda l’autorizzazione finale per l’ampliamento richiesto dall’azienda».
L’assessore regionale ha ribadito la fermezza e la costanza della propria attività di controllo compiuta attraverso l’Arpa, nonché la continua attenzione che la direzione centrale dell’Ambiente, per la parte di sua competenza, riserva a questa pratica.
Sia il rappresentante dell’azienda che del Ministero hanno ricordato tutti gli interventi finora effettuati; inoltre hanno sottolineato che da un lato l’abbandono dei siti industriali comporta l’impossibilità di procedere ai risanamenti ambientali e, dall’altro, come la situazione ambientale del sito sia decisamente migliorata nel corso degli ultimi anni, come testimoniano i dati di Arpa.
Le organizzazioni sindacali hanno invece posto l’accento sulla necessità di chiarire la politica industriale dell’impresa e lo sviluppo dei tre settori della produzione a caldo, a freddo e logistica, ricordando l’importanza di continuare a incrementare gli investimenti.
La riunione si è conclusa con l’invito del Mise affinché l’azienda dichiari la disponibilità a un successivo incontro con i sindacati e le altre parti presenti al vertice, per illustrare le proprie strategie e, in particolare, il piano industriale.