Facevano entrare concittadini in Europa per ridurli in schiavitù: sgominata banda criminale cinese

Trieste – La Polizia di Stato di Trieste ha portato a termine un’importante operazione di polizia giudiziaria, denominata “Chinese Shuttles”, che ha permesso di smantellare una rete criminale cinese dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso la rotta balcanica.

L’operazione è stata condotta sotto la direzione della locale Procura della Repubblica — Direzione Distrettuale Antimafia, con il coordinamento del sostituto procuratore Federico Frezza.

L’indagine è iniziata ad aprile con l’arresto di un cittadino cinese durante un controllo di frontiera a Trieste, mentre trasportava quattro connazionali in modo irregolare, appena entrato in Italia dalla Slovenia. Questo arresto ha permesso agli investigatori della Polizia di Frontiera di scoprire un flusso costante di immigrati cinesi che arrivavano in Europa attraverso i confini esterni, principalmente in Serbia, grazie all’esenzione del visto. Da lì, venivano trasportati in auto attraverso Bosnia Erzegovina, Croazia e Slovenia fino all’Italia.

Una volta entrati in Italia, i cittadini stranieri venivano portati in una “casa sicura” a Cazzago di Pianiga (VE), dove sostavano per uno o due giorni prima di essere smistati verso le loro destinazioni finali, principalmente in città italiane come Venezia, Milano e Prato, ma anche in altri Paesi europei come Francia e Spagna. Durante la permanenza nella “casa sicura”, i passaporti usati venivano ritirati e rispediti in Cina, rendendo gli immigrati praticamente invisibili.

L’indagine ha portato all’identificazione di 77 cittadini stranieri introdotti in Italia dalla banda, tra cui molte donne e alcuni minori tra i 15 e i 18 anni. Sono stati arrestati nove cittadini cinesi per favoreggiamento aggravato all’immigrazione clandestina, tra cui il presunto organizzatore del traffico.

Tutti gli arresti sono stati convalidati dal GIP di Trieste, Massimo Tomassini, che ha applicato le misure cautelari del caso. Inoltre, 27 persone sono state denunciate a piede libero, di cui tre per favoreggiamento e ventiquattro per ingresso illegale.

Durante le perquisizioni nella casa di smistamento, sono stati trovati tre cittadini cinesi in attesa di essere trasferiti, che sono stati poi espulsi dal territorio nazionale. La polizia ha sequestrato 10.000 euro in contanti, 22 carte di credito internazionali e 86 documenti, tra cui 54 passaporti e carte d’identità contraffatti.

L’arresto dell’organizzatore e il sequestro dell’immobile utilizzato come base dell’organizzazione hanno interrotto definitivamente i transiti delle “navette cinesi”, che collegavano quotidianamente la fascia confinaria italo-slovena con le principali città del nord Italia.

I 18 veicoli utilizzati per i trasporti illegali sono stati sequestrati e, secondo le norme del Testo Unico sull’immigrazione, una parte di essi potrà essere confiscata e affidata alle forze di polizia per combattere ulteriormente il crimine transfrontaliero.

Questa operazione ha messo in luce la complessità e l’organizzazione di una rete criminale che sfruttava connazionali in condizioni di estrema vulnerabilità, rendendoli autentici schiavi, senza diritti o possibilità di una vita libera.

 

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