Ex dipendente di banca ha truffato e derubato clienti per 2 milioni e mezzo di euro
Udine – Truffa aggravata e continuata, appropriazione indebita e l’utilizzo fraudolento di carte di pagamento intestate a terze persone: questi sono i capi di imputazione per una ex dipendente di banca. Il suo ex consorte dovrà rispondere del grave reato di riciclaggio.
Questi i risultati delle indagini sulla condotta una ex dipendente di un noto istituto di credito, la signora C.M. ed il suo ex marito, M.A.. Il procedimento è stato chiuso nei giorni scorsi.
Le indagini, eseguite in collaborazione tra i militari della Compagnia della Guardia di Finanza ed i militari della Stazione Carabinieri di Tolmezzo, hanno consentito di ricostruire una cinquantina di posizioni relative a persone truffate e depauperate dei loro risparmi per un totale complessivo superiore a 2,5 milioni di euro.
Le truffe perpetrate dall’infedele impiegata bancaria sono state numerose e gravi.
Sono stati accertati centinaia di prelevamenti allo sportello (anche di somme consistenti, nell’ordine di decine di migliaia di euro) avvenuti tramite la presentazione di firme contraffatte o anche carpite con l’inganno ai clienti.
L’attività investigativa, consistita nella raccolta di testimonianze delle persone interessate dalle truffe, supportata da un’ampia documentazione e dall’analisi delle celle telefoniche, ha comprovato, con certezza assoluta, l’impossibilità fisica delle persone truffate ad eseguire i prelevamenti sulla cui distinta era riprodotta o riportata la loro firma.
È il caso, ad esempio, di un cinquantenne del luogo, che all’atto di un prelevamento di denaro contante a suo nome, avvenuto presso lo sportello bancario di Tolmezzo, si trovava a Roma, nell’espletamento della sua attività lavorativa che lo vedeva alla guida di un autobus turistico o della ragazza carnica che, appena qualche minuto dopo un consistente “prelevamento” di denaro contante avvenuto sempre presso lo sportello della filiale di Tolmezzo utilizzando la sua firma (carpita con l’inganno in altre circostanze), effettuava un prelevamento con la sua carta bancomat in una località della Puglia distante oltre 1.200 Km..
In altre circostanze l’impiegata bancaria incriminata, sfruttando la sua abilità persuasiva e la sua innata facilità nell’attrarre la fiducia delle persone, approfittando, in alcuni casi, anche delle loro condizioni di minorata difesa (derivanti dall’età avanzata, da una scarsa scolarizzazione, da condizioni fisiche e patologiche gravi ovvero da comprovata invalidità civile) riusciva a farsi consegnare consistenti somme di denaro contante, con la promessa di procedere ad investimenti in prodotti finanziari definiti “vantaggiosissimi”; la bancaria convinceva le sue vittime che l’occasione andava presa al volo altrimenti si rischiava di “perdere l’affare”, mettendo loro fretta ed alimentando nelle stesse un concreto stato d’ansia.
Migliaia sono i contatti telefonici censiti tra la bancaria e le sue vittime, evidentemente non compatibili con una mera relazione professionale.
La ricostruzione – purtroppo parziale – della destinazione del denaro sottratto ai clienti ha permesso di appurare che questo è stato impiegato, oltre che per alimentare un circuito di falsi investimenti, per le più varie spese personali, compresi il pagamento del combustile della propria abitazione e per il pagamento di materiale edile utilizzato in lavori di ristrutturazione.
Altre somme sono state invece utilizzate per il pagamento del dentista a favore dell’ex marito M.A. e per il saldo dell’autovettura a lui intestata, una prestigiosa AUDI Q3, già sottoposta a sequestro nel corso delle indagini.
Tali ultime condotte integrano, in capo a quest’ultimo, il reato di riciclaggio che già si era evidenziato a fronte dei numerosi versamenti di denaro contante confluiti sul suo conto corrente, assolutamente non compatibili con l’attività lavorativa svolta e non riscontrati in ulteriori legittime disponibilità economiche della coppia.
Tale evidenza ha portato anche al sequestro preventivo dell’immobile adibito a civile abitazione a lui intestato, essendosi evidenziata una diretta correlazione tra parte dei versamenti di denaro contante ed il pagamento delle rate del mutuo per l’acquisito dell’immobile in questione.