Elezioni USA, attenzione anche in FVG: Election Day Party e dichiarazioni dei politici

FVG – Anche il Friuli Venezia Giulia ha seguito con attenzione le elezioni presidenziali negli Stati Uniti che hanno visto già dalla prima mattinata la vittoria di Donald Trump.

Presso l’Associazione Italo Americana FVG / American Corner Trieste si è svolto un Election Night Party per seguire da vicino l’evento. I soci hanno trascorso la serata immersi nell’atmosfera elettorale, con dibattiti e momenti di condivisione.

La sala è stata animata dalle sagome a grandezza naturale di Kamala Harris e Donald Trump, offrendo spunti fotografici e momenti di allegria. In aggiunta, è stato organizzato un voto interno per coinvolgere tutti in un’esperienza partecipativa (nella foto).

I politici del FVG

On. Debora Serracchiani

L’on. Debora Serracchiani, deputata ed ex governatrice del FVG, ha reso noto il suo pensiero con una nota in cui si legge: “Gli elettori di Trump hanno dato una sberla a una leadership e a un governo che sentivano lontani e che li ha delusi. Le dimensioni e lo spessore della sua vittoria sono di per sé significativi. Dunque non commettiamo l’errore di cercare giustificazioni in fattori esterni alla dinamica del dialogo che Trump e i suoi hanno saputo mantenere e rafforzare con strati estesi e differenziati di popolazione”. Lo scrive sui suoi social la deputata Debora Serracchiani, della segreteria nazionale del Pd, commentando l’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

Chiarito che “nelle condizioni date Harris ha fatto il possibile”, Serracchiani scrive che “c’è un malessere profondo e crescente di classi sociali, in Usa, in Europa, in Italia, che percepiscono il rischio di impoverire, che non credono alle istituzioni e si sentono mettere ai margini delle decisioni, che vedono nei flussi migratori un pericolo epocale, nel globalismo una sciagura”.

“A noi sta imparare la lezione o ignorarla – riflette la deputata dem – continuare a coltivare l’orto sicuro delle nostre certezze valoriali o fare i conti con le asprezze, le incertezze e i bisogni di persone in carne e ossa che misurano i soldi, cui dell’Europa, della Russia o della Cina importa poco o nulla”.

“Da oggi l’Europa sarà più sola e – continua Serracchiani – la sinistra europea ancora di più. E quello che farà l’Europa conterà più di quello che temiamo possa fare Trump: ci hanno dato le chiavi di casa e ci hanno detto arrangiatevi. Oggi possiamo decidere di diventare rapidamente adulti, affrontare i temi scomodi che muovono le masse, offrire una proposta alternativa e convincente. Oppure possiamo rassegnarci pensosamente ad accompagnare un declino delle democrazie occidentali il cui sentiero – conclude la deputata – sembra già tracciato”.

Sebastiano Badin (Sinistra Italiana)

Per il segretario regionale di Sinistra Italiana, Sebastiano Badin, “La lezione americana parla a tutti noi: il partito democratico americano è fermo alle politiche economiche centriste e neoliberiste di Clinton e Obama. A parte la reazione a Trump che ha permesso l’elezione di Biden, le candidature di Clinton e Harris hanno fatto un flop clamoroso. La politica americana ed europea è polarizzata, le persone cercano soluzioni radicali a problemi economici, sociali e ambientali sempre più grandi. Non si vince più al centro ma con visioni di economia, ambiente e politica estera radicali”.

Furio Honsell (Open Sinistra FVG)

Anche Furio Honsell (Open Sinistra FVG) ha commentato i risultati d’oltreoceano: “L’elettorato americano ha preferito il candidato più abile nell’usare l'”effetto di verità” delle parole, come lo chiamava il filosofo Foucault, che è ben altra cosa della corrispondenza delle parole con la realtà. È stato convinto più dalle promesse di Trump che da quelle di Harris. Ha preferito chi proclama i valori tradizionali rispetto a chi proclama quelli più progressisti.

Le libere elezioni sono un aspetto importante della democrazia, ma non sono assolutamente l’unico. La democrazia si fonda soprattutto sulla separazione dei poteri: legislativo, giudiziario, esecutivo, e sulla libertà di stampa. Non sapremo mai se chi sarebbe stata la prima presidente donna degli Stati Uniti avrebbe mantenuto le sue promesse e assicurato tutti gli aspetti della democrazia. Potremo invece constatare se uno tra i presidenti più maschilisti lo farà. Riteniamo che il ruolo dell’opposizione sarà molto importante nel governo Trump, proprio ai fini del controllo. Esattamente come adesso in Regione e in Italia.

Certamente ci sarà un impatto economico sull’Europa e sull’Italia, perché Trump ha da sempre proclamato politiche antieuropeiste. Infine va espresso un giudizio negativo sul quadriennio di Biden che non ha voluto, o forse saputo, fermare, ma ha invece alimentato, la guerra in Ucraina e nel Medio Oriente.”

Marco Dreosto (Lega)

Di tutt’altro tenore il commento di Marco Dreosto, senatore e segretario della Lega FVG: “Con la vittoria del Presidente Trump si aprono nuovi scenari che vedono l’Italia ma anche il Friuli Venezia Giulia potenzialmente coinvolti. Una nuova fase di stabilizzazione delle aree calde del mondo è necessaria, in particolare modo si tratta di rilanciare gli accordi di Abramo – sottoscritti durante la prima presidenza Trump – per la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Israele e alcuni Paesi arabi che verrebbero così coinvolti nel nuovo progetto di collegamento tra Indo Pacifico e Mediterraneo, quel corridoio commerciale e infrastrutturale IMEC che potrebbe vedere il Friuli Venezia Giulia con il Porto di Trieste e il suo tessuto industriale come terminal finale. Come Lega da sempre abbiamo dimostrato vicinanza con il partito repubblicano, incontrando io stesso alti funzionari e dirigenti USA sia a Washington che a Roma proprio per rafforzare quel rapporto transatlantico che lega i nostri due Paesi.”

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