Dismissione stabilimento Wärtsilä di Trieste, il 30 novembre tavolo di confronto in extremis
Trieste – Dismissione dello stabilimento Wärtsilä di Trieste: l’atteso tavolo di confronto tra l’azienda finlandese, il governo, la Regione e i rappresentanti dei lavoratori è stato finalmente fissato, in extremis: l’appuntamento è per il 30 novembre prossimo.
La scadenza degli ammortizzatori sociali è il 31 dicembre 2023, quindi si tratta di una situazione di massima urgenza per i lavoratori e per la città.
L’annuncio è stato fatto dall’assessore al regionale al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia Alessia Rosolen proprio nel corso del convegno “L’industria a Trieste: luci e ombre”, organizzato dal Centro culturale Veritas e svoltosi nel pomeriggio di giovedì 16 novembre presso la Stazione Marittima di Trieste.
Un convegno sull’industria con la questione Wärtsilä al centro
Il convegno, organizzato e promosso dal Centro Culturale Veritas di Trieste, ha visto come relatori, oltre all’assessore Rosolen, il direttore generale di Confindustria Alto Adriatico Massimiliano Ciarrocchi e i rappresentanti sindacali Michele Piga, Alberto Monticco e Antonio Rodà, rispettivamente delle segreterie regionali di Cgil e Cisl e della segreteria provinciale Uil.
Assente invece Giampietro Castano, responsabile dell’Unità Gestione Vertenze del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che era stato invitato a parlare della situazione Wärtsilä.
Ad introdurre e moderare l’incontro, p. Luciano Larivera S.I., direttore del Centro culturale Veritas.
L’evento è stato molto animato: era presente tra gli altri una folta rappresentanza delle RSU della Wärtsilä, che ha espresso con forza le preoccupazioni dei lavoratori.
Concordi i sindacati nell’affermare che lo sviluppo del settore industriale, benché essenziale per il Paese, non è al momento attuale al centro della programmazione nella zona di Trieste. C’è quindi un autentico allarme per la sorte di un grande stabilimento come quello di Wärtsilä, che alimenta un consistente indotto. E i lavoratori dell’indotto – questa la tesi dei sindacati – ha meno protezioni di fronte alla crisi industriale.
Anche il direttore di Confindustria ha manfestato le sue preoccupazioni per il declino di un settore che attualmente in provincia di Trieste arriva a malapena a rappresentare il 10% del Prodotto interno lordo locale.
Per l’assessore Rosolen “La Regione sta lavorando assiduamente per sostenere le politiche di ricerca e innovazione delle imprese industriali presenti in Friuli Venezia Giulia, come testimoniano i risultati ottenuti sul porto, sulla logistica e sulla Valle dell’idrogeno”.
“Il messaggio lanciato da Trieste è univoco: oltre alla salvaguardia occupazionale di ogni singolo lavoratore, è strategico inserire questo sito industriale nella filiera nazionale. La soluzione per Wärtsilä sarà certamente complessa ma la Regione – ha aggiunto Rosolen – continuerà a presidiare ogni passaggio di questo percorso fondamentale per il futuro del nostro territorio”.
Il messaggio del vescovo di Trieste
Il vescovo di Trieste mons. Enrico Trevisi ha inviato da Assisi, dove si trovava per una riunione della Conferenza episcopale italiana, un messaggio ai partecipanti, di cui riportiamo il testo integrale:
Sono dispiaciuto per non poter essere presente. E sono grato per questo convegno che mi auguro porti a guardare al futuro con impegno e speranza. Se la speranza è virtù che viene da Dio, essa però richiede l’impegno responsabile di ciascuno. Dal singolo lavoratore ai responsabili politici, dai sindacati agli imprenditori, a tutti quanti.
Vi auguro di avere attenzione alla sostenibilità integrale (cioè a tutte le dimensioni: non solo a quella economica ma anche a quella sociale e ambientale). Anche Trieste necessita di uno sguardo ampio e prospettico pure riguardo alla politica industriale.
Vi auguro il coraggio di immaginare un futuro di comunità per cui vale la pena entusiasmarsi e anche fare sacrifici. Il futuro è il pensare anche ai figli e ai nipoti, non solo al benessere individuale.
E che figli e nipoti abbiano un lavoro degno. Vogliamo che pensino a noi come a degli irresponsabili o come a chi ha lottato per coniugare lavoro e dignità, sviluppo e pace, ricchezza e giustizia?
Vi auguro di fare attenzione a chi rischia di restare sempre più emarginato e impoverito. Penso alla questione di chi è espulso dal lavoro (licenziato) e non riesce a rientravi, di chi fatica a lavorare per inadeguata formazione o perché con qualche disabilità o perché ex-carcerato. Penso alla questione dei salari ingiusti.
La dottrina sociale della Chiesa non conosce la categoria di salario minimo ma quella di giusto salario (cfr. Rerum novarum 34). Certe problematiche vanno affrontate con il pragmatismo di chi esce dalle polemiche per avviare processi di giustizia.
Vi auguro un convegno da cui tutti possiate uscire arricchiti. E impegnati perché guardando all’industria a Trieste le luci rischiarino le ombre.