Disegno di legge regionale sullo sviluppo delle imprese: inizia l’iter per l’approvazione
Trieste – La Giunta del Friuli Venezia Giulia ha approvato il 17 gennaio, in via preliminare, su proposta dell’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, il ddl ‘SviluppoImpresa’ ovvero la legge regionale di riforma del comparto. Il disegno di legge sarà esaminato dal Consiglio delle autonomie locali nella seduta di lunedì per poi passare in commissione e approdare successivamente in aula.
“La maggior parte dei contenuti – ha dichiarato Bini – è il frutto del costante confronto con i diversi portatori di interesse: dalle associazioni di categoria e sindacali, ai consorzi di sviluppo economico locale fino ai cluster e ai diversi imprenditori e punta a supportare una nuova idea di sviluppo non solo nell’ottica della difesa dell’esistente ma anche in quella dell’accompagnamento del sistema manifatturiero regionale verso quella che appare come una sfida decisiva ovvero la rivoluzione digitale”.
“I pilastri del disegno di legge che rinnova gli strumenti di accesso al credito e potenzia il ruolo dei consorzi di sviluppo economico locale – ha proseguito Bini – riguardano l’economia circolare e l’efficientamento energetico, il supporto e lo stimolo alle micro e Pmi, l’innovazione e digitalizzazione delle imprese del Friuli Venezia Giulia, la riqualificazione/rigenerazione del patrimonio edilizio produttivo inattivo e commerciale dei centri urbani e il miglioramento della qualità dell’accoglienza turistica. Con questo articolato si è voluto dare ristoro a tutti i settori economici del Friuli Venezia Giulia”.
Le critiche dell’opposizione
“Un brodino caldo non fa male, aiuta, ma non guarisce dalla bronchite. Per quella servono gli antibiotici e pare che l’assessore Bini non abbia il ricettario. Peccato aver impiegato due anni per ordinare il consommè”.
È il commento del responsabile Economia del Pd Renzo Liva alle linee della legge SviluppoImpresa.
“I contenuti più significativi sono nostri – ricorda Liva riferendosi alle proposte lanciate dal Pd lo scorso settembre – dalla richiesta di un tavolo permanente di monitoraggio e gestione delle crisi aziendali, all’impianto dei provvedimenti che sono stati costruiti attorno alla legge RilanciImpresa della scorsa legislatura”.
“Quello che non va è tutto di Bini e Lega che – indica l’esponente dem – non vedono differenze tra industria manifatturiera e bed&breakfast, fra politica industriale e turismo. Esemplare quanto accade a Trieste, dove qualcuno nel centrodestra pensa si possa vivere di turismo e servizi”.
Per Liva “è già un errore confondere il credito finalizzato allo sviluppo e all’innovazione con l’aumento delle garanzie pubbliche a tutela del sistema bancario e del rischio d’impresa. Ma poi – aggiunge – manca tutto il resto: sfidanti e significative politiche di sviluppo nell’innovazione, nello sviluppo sostenibile, nell’internazionalizzazione, nella qualificazione degli investimenti, nello sviluppo delle risorse umane, interne ed esterne, nell’attrazione di capitali pubblici e privati, nella crescita dimensionale e nella capitalizzazione del nostro tessuto industriale. Dare un’anima e una visione strategica a questa legge – conclude Liva – è la dura sfida che ha davanti il Pd”.