Difensore civico FVG: 267 casi nel 2024, specchio delle criticità nei servizi pubblici
Nonostante il numero contenuto di casi – 267 nel corso del 2024 – l’attività del Difensore civico del Friuli Venezia Giulia si conferma come un utile indicatore delle criticità presenti nel sistema dei servizi pubblici regionali. La relazione annuale, presentata dal Difensore civico FVG Arrigo De Pauli, tratteggia una mappa dei nodi amministrativi e sanitari che più frequentemente sollevano dubbi e contenziosi tra cittadini e istituzioni.
Sanità e amministrazione sotto la lente
Quasi la metà dei casi trattati (47%) ha riguardato provvedimenti amministrativi, mentre un quarto ha interessato il comparto sanitario. Le segnalazioni più ricorrenti in questo ambito toccano alcuni punti strutturali: “Le criticità – spiega De Pauli – sono dovute alla carenza di personale medico e infermieristico e discendono da molteplici fattori, tra cui la difficile programmazione del fabbisogno, che ha un saldo negativo tra nuove assunzioni e quiescenze”.
Un problema che si intreccia anche con la crescente difficoltà nel trattenere il personale: “Le risorse incentivanti, a fronte di carichi lavorativi importanti, non sono state sufficienti a motivare le figure appartenenti alla dirigenza e al comparto, che preferiscono trasferirsi nelle strutture private accreditate, dove hanno un guadagno in termini di qualità della vita”.
I concorsi pubblici non riescono a compensare questa emorragia: “Si registrano poche persone in graduatoria rispetto alle domande iniziali e, molto spesso, chi vi rientra non accetta l’incarico perché vincitore altrove o attratto da offerte del privato”.
Disparità territoriali nei rimborsi sanitari
Il quadro si fa ancora più critico sul fronte dell’accesso ai percorsi di tutela e dei rimborsi, dove emergono forti squilibri tra le diverse aziende sanitarie: “L’Asugi risultava non avere ancora evaso nel 2023 più di mille richieste di attivazione dei percorsi di garanzia, contro soltanto sette autorizzazioni al rimborso, Asufc non risultava aver dato corso ad alcun rimborso e Asfo non ne aveva autorizzato nessuno”.
Un servizio ancora poco conosciuto
Il Difensore civico, figura indipendente che agisce a tutela dell’imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione, mantiene rapporti diretti soprattutto con enti locali (88 casi) e, in misura minore, con enti statali o parastatali (39 e 35 rispettivamente), e con la Regione (35). Solo in 15 casi l’interlocuzione ha riguardato soggetti privati.
De Pauli ricorda che dal 2009, con la soppressione dei difensori civici comunali, le funzioni sono state accentrate a livello regionale o provinciale, ma le convenzioni stipulate con i Comuni restano limitate: “Sono state sottoscritte apposite convenzioni con 31 Comuni per la risoluzione di diversi contenziosi: una piccola fetta (14%) rispetto ai 215 Comuni presenti sul territorio regionale”.
Oltre le segnalazioni, un ruolo educativo
Oltre alla gestione dei casi, De Pauli sottolinea come “si è cominciato a sperimentare un altro aspetto, non secondario, della mission del difensore civico quale tutore dei diritti fondamentali dei cittadini”. Da qui l’impegno in attività di divulgazione della Costituzione e la partecipazione a iniziative pubbliche.
Lo sguardo è già rivolto al futuro, con particolare attenzione ai diritti sanitari: “Particolare impegno – assicura – verrà speso per la verifica dell’effettivo livello di tutela riservato ai percorsi di garanzia per le visite ambulatoriali specialistiche, agli accertamenti diagnostici e ai livelli essenziali di assistenza”.