Debutto nazionale per “Mio padre votava Berlinguer” al Teatro Miela

Trieste – Il teatro Miela anche quest’anno ha inaugurato la sua attività con una programmazione ricca di eventi. In scena stasera mercoledì 25 ottobre alle ore 21, domani giovedì 26 alle ore 19.30 , venerdì 27 alle ore 21 e sabato 28 alle ore 19.30, per la serie On/Off va in scena “Mio padre votava Berlinguer” – Tratto dal romanzo di Pino Roveredo – una prima nazionale per la regia  di Massimo Navone con Pino Roveredo, Alessandro Mizzi e Tania Arcieri  (organetto), una produzione Bonawentura.
Due generazioni a confronto che continuano a incrociarsi e a scambiarsi memorie delusioni, nostalgie, vittorie e sconfitte.
“Continuo a scrivere papà, scrivere veloce, con la parola che attacca la parola, la riga che rincorre la riga, con lo spazio che si accorcia, e con le cose da dire che pretendono di essere raccontate.”
Una confessione al padre, un padre operaio-calzolaio sordomuto. Scomparso ma ancora vivo nel ricordo e nelle parole. Un padre che votava Berlinguer, ma, prima che per una scelta ideologica, per la consapevolezza che lui era “una brava persona”. E questo giudizio continua a premere sulla realtà rimasta, di oggi, e a porre problemi. Un buon padre, certo, anche se l’alcol era una delle sue debolezze. E un figlio che ripercorre una sua vita di cadute e risalite, private e pubbliche. Un figlio che rivendica la sua terza media, il suo operaismo, la sua irregolarità di scrittore, e che si pronuncia sull’attualità rimpiangendo, ma a occhio asciutto, la “fatica” di un tempo, la solidarietà.

Note di regia: ‘Mio padre votava Berlinguer’, nata come lettura per il Lunatico Festival, è diventata ora una vera e propria performance sul palco del Teatro Miela.

La trasformazione di un racconto letterario in azione drammatica è sempre una scommessa affascinante e allo stesso tempo impegnativa. Come tradurre fisicamente e visivamente nei limiti del palcoscenico il flusso d’immagini che la scrittura produce nella mente del lettore, superando ogni confine di tempo e di spazio? Come far coincidere i ritmi della parola pronunciata sonoramente in scena dagli attori con i ritmi emotivi interni e silenziosi dello scrittore che l’ha generata ?

Queste sono le prime domande che da regista mi pongo ogni volta che mi trovo a confrontarmi in scena con un testo che non è nato per il teatro. Ma in questo caso c’è un elemento fondamentale che aiuta e determina l’impostazione del gioco: è lo stesso Pino Roveredo ad essere al centro della scena, è la sua voce autentica a riproporre le immagini del suo racconto. Non fa l’attore, ‘è’ l’autore stesso che reinventa, con la complicità del pubblico, un dialogo dal vivo con le sue visioni.  Prima fra tutte è quella del padre, interlocutore e specchio, a cui un attore esperto come Alessandro Mizzi presta quella concretezza recitativa che, dal teatro elisabettiano in poi, spetta a tutti i ‘fantasmi’ evocati sulla scena.

Il terzo elemento a completare il gioco è la musica, creata dal vivo da Tania Arcieri che con il suo organetto è pronta a modulare ritmi ed atmosfere, impersonando a tratti il profilo della madre.

Tre artisti diversi per tre diversi linguaggi: letteratura, recitazione e musica. E’ dall’equilibrio

di queste  espressività che prende vita il nostro spettacolo di cui la vera protagonista è la ‘scrittura’. Scrittura intesa come atto creativo autentico, che proietta l’esperienza personale dell’autore, la sua memoria, la sua visione del mondo che cambia, attraverso temi che ci riguardano tutti e su cui si sente l’urgente bisogno di una riflessione condivisa.

Parole che saranno anche protagoniste dello spazio scenico, scandito da 10 grandi fogli sospesi su cui è impresso il testo dell’intero spettacolo. (Massimo Navone)

Ingresso € 12,00, ridotto € 10,00. Prevendita c/o biglietteria del teatro tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. oppure su vivatiket : bit.ly/2yvdyN9

 

 

 

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