“De Profunis” di Vukašin Šobot inaugura alla JulietRoom di Muggia

Muggia (Ts) – Si inaugura la personale “De Profunis” del fotografo, cameraman e regista sloveno Vukašin Šobot, sabato 12 aprile 2025 alle ore 18.00 nella JulietRoom di Muggia, (via Battisti 19/a) spazio promozionale dell’Associazione Juliet. La mostra, composta da circa venticinque fotografie, sarà introdotta da Elisabetta Bacci.

Alla JulietRoom verrà presentato il progetto “De Profundis”, un lavoro che va considerato come un work in progress i cui esiti non sono ancora stati del tutto determinati. La mostra è composta da foto dove il focus sta nei soggetti ripresi nell’atto di fumare e ogni singolo ritratto ferma il momento in cui si manifesta il piacere che il fumatore prova in ciò che sta facendo, senza particolari segni di preoccupazione per la sua salute. Le foto esposte sono tutte prive di cornice in modo da suggerire al fumo una via di fuga. Nella sequenza di questi scatti, la centralità della narrazione risiede nella capacità da parte dell’autore di tradurre la percezione ottica del singolo soggetto, per trasformare il semplice sguardo sulla realtà, in rappresentazione. Nel giocare, per esempio, nei dettagli espressivi su un volto o sulle nuvole di fumo, queste fotografie divengono allora processo di conoscenza per l’autore e per chi le guarda, in una tensione di rimandi e di richiami di responsabilità.

In definitiva, possiamo dire che Vukašin Šobot, fotografo a pieno titolo, è capace di segnare il gol della partita e proprio per questo mi sento di suggerire a tutti i fotoamatori di venire a visitare questa mostra per prendere atto di un progetto davvero interessante.

Dopo la rivoluzione delle fotocamere digitali e dopo che i telefoni cellulari sono stati potenziati a tal punto da diventare capaci di scattare foto in condizioni di luce estrema, sorpassando le possibilità delle tradizionali macchine fotografiche, fino a raggiungere la capacità di lavorare in parallasse raddrizzando eventuali linee cadenti o non ortogonali, parlare oggi di fotografia suona un po’ complicato e talvolta perfino azzardato. Oltretutto la proliferazione delle immagini è diventata parte connaturata alla società dello spettacolo, tanto che tutti vi sono immersi, diventando sia autori e sia spettatori e molta professionalità si è persa per strada, assieme alla coscienza storica che alla fine dovrebbe essere l’ultimo argine chiamato a segnare la differenza.

Ma chi è Vukašin Šobot?  All’inizio Vukašin Šobot ha esordito nel mondo del lavoro dedicandosi alla gestione di progetti informatici e solo dopo il 1990 ha affiancato al suo lavoro per un quotidiano sloveno l’attività di fotografo freelance. Da quel momento ha compreso che la fotografia era qualcosa che meritava di essere sviluppato a livello professionale e che trovava quella modalità espressiva del chiaroscuro molto pertinente alla sua volontà di descrivere il mondo; così, dopo aver completato la sua formazione da un punto di vista tecnico, ha iniziato a collaborare con diverse testate nazionali e internazionali, proponendo lavori di reportage. Al lavoro di fotografo ha poi affiancato quello di videogiornalista, soprattutto per realtà locali oltre a produrre filmati di documentazione.

Tuttavia, notando una mancanza di dibattito culturale, nel comprensorio di Zagorje, dove risiede, nel 2018, affiancato dalla moglie Tina, ha aperto l’Istituto Noire, finalizzato alla promozione della fotografia e del video, e qualche anno dopo ha avviato l’attività della Galerija f 2,8 che si dedica, in via esclusiva, alla promozione del discorso fotografico.

In sintesi possiamo affermare che Vukašin Šobot è fotografo, cameraman e regista indipendente con oltre vent’anni di esperienza nel campo della fotografia e quindici anni nella produzione video, e che l’apice della sua espressione viene toccato con la fotografia documentaristica e giornalistica. Nel suo curriculum vanta la partecipazione a oltre quaranta mostre collettive e ha realizzato una decina di mostre personali.

La mostra chiuderà il 30 giugno.

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