Crisi Flextronics, il 18 novembre al Ministero il tavolo di confronto per tutelare l’occupazione

Trieste – “L’Amministrazione regionale ha fissato con il Ministero delle imprese e del Made in Italy la riunione del tavolo nazionale Flextronics che si terrà a Roma il prossimo 18 novembre”.

Lo ha annunciato l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen precisando come la convocazione segua alla richiesta formulata in tal senso dalle organizzazioni sindacali e all’interessamento della Regione.

L’Amministrazione regionale sta costantemente monitorando l’evoluzione della situazione della sede triestina dell’azienda, a seguito del mancato rinnovo della principale commessa in portafoglio, anche con riferimento al ricorso ad ammortizzatori sociali conservativi che contribuiscano a tutelare il mantenimento dell’occupazione.

La lunga crisi della Flextronics

La crisi dell’impresa Flextronics, specializzata nella produzione di componentistica elettronica, ha radici profonde e si è intensificata negli ultimi anni a causa di diversi fattori economici e geopolitici.

Flextronics, controllata dalla multinazionale Flextronics International con sede a Singapore, ha visto un aumento delle difficoltà legate al costo delle materie prime. Nel 2022, i sindacati avevano segnalato il rischio di 280 esuberi presso lo stabilimento di Trieste, un numero significativo considerando che l’azienda impiega circa 600 persone.

La pandemia ha aggravato la situazione, interrompendo le catene di approvvigionamento globali e causando carenze di componenti cruciali, in particolare dai fornitori taiwanesi.

La Nokia non rinnova i contratti di fornitura

Nel settembre 2024, Flextronics ha affrontato una nuova crisi quando Nokia ha deciso di non rinnovare i contratti di fornitura, aggravando ulteriormente la precarietà della situazione.

Questo sviluppo ha riacceso le preoccupazioni per il futuro dello stabilimento triestino e per l’occupazione locale.

Risposte strategiche

Per affrontare la crisi, Flextronics ha adottato strategie come la regionalizzazione del reshoring, spostando alcune produzioni nell’Est Europa e nel Sud Est Asiatico. Tuttavia, questo approccio ha comportato un ridimensionamento dell’occupazione e ha suscitato proteste tra i lavoratori.

L’azienda ha anche cercato di aumentare la produttività attraverso investimenti significativi, ma le promesse iniziali di trasformare Trieste in un centro globale di eccellenza non sono state mantenute.

Situazione finanziaria

Nonostante le difficoltà, la Flextronics International nel 2024 ha riportato un incremento dell’utile netto, giunto a 1,006 milioni di dollari, anche se le vendite nette sono scese rispetto all’anno precedente.

La diminuzione delle vendite nel 2024 rispetto al 2023 può essere attribuita a vari fattori, tra cui la volatilità della domanda e i colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento. L’aumento dell’utile netto dell’azienda è dovuto essenzialmente al taglio dei costi, tra cui quelli del personale. Una prospettiva preoccupante per il futuro dell’occupazione.

Futuro incerto

La crisi di Flextronics è rappresentativa delle tensioni attuali nel settore manifatturiero globale, dove le interruzioni della supply chain e le pressioni economiche stanno costringendo molte aziende a rivedere le loro strategie operative. La situazione a Trieste rimane precaria, con il futuro dell’impianto e dei suoi lavoratori che dipende da come l’azienda affronterà queste sfide nei prossimi mesi.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi