Copertura della donna nell’osservanza islamica, approvata in Consiglio proposta di legge nazionale per il divieto
Trieste – Il Consiglio regionale ha approvato martedì 18 marzo, a maggioranza, la proposta di una legge nazionale che mira a modificare la legge Reale sulla sicurezza, attualmente in vigore, eliminando il riferimento al “giustificato motivo” per il volto coperto. Secondo il capogruppo della Lega Antonio Calligaris, primo firmatario del provvedimento, questa espressione ha di fatto permesso l’uso di burqa e niqab in Italia, a seguito di una sentenza interpretativa del Consiglio di Stato.
Nessuna sorpresa sul piano politico: la maggioranza di Centrodestra ha fatto valere i propri numeri, mentre le opposizioni – Partito Democratico, Patto per l’Autonomia-Civica Fvg e Movimento 5 Stelle – hanno deciso di abbandonare l’Aula prima della votazione, come già accaduto in Commissione.
L’unica esponente di minoranza rimasta a tentare di correggere il testo è stata Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra), che ha visto respinti tutti e quattro i suoi emendamenti, confermando poi il suo voto contrario, così come Furio Honsell (Open Sinistra Fvg).
Il governatore Massimiliano Fedriga ha difeso la proposta di legge, affermando che essa rappresenta un passo verso una vera integrazione. “L’integrazione si ha quando ci sono regole e queste vengono rispettate”, ha dichiarato, criticando un approccio che definisce “finto perbenismo” e che, a suo avviso, rischia di svuotare il concetto stesso di inclusione.
Di parere opposto il Partito Democratico, che pur ribadendo la contrarietà a elementi che ostacolano il riconoscimento della persona – come dimostrato dal voto favorevole a una mozione di Calligaris nel 2019 – ha definito la nuova proposta di legge “strumentale”. La consigliera Laura Fasiolo ha sottolineato che “a una questione complessa non si deve rispondere con reazioni fondamentaliste, ma con soluzioni che favoriscano il dialogo”. Per questo i dem hanno lasciato l’Aula prima della discussione dell’articolato.
Una posizione condivisa anche dal Patto per l’Autonomia-Civica Fvg. Enrico Bullian ha spiegato che “vivere a volto scoperto in una società libera e democratica non è solo una questione di sicurezza, ma di espressione della propria personalità”. Tuttavia, secondo il consigliere, il cambiamento deve avvenire attraverso “un percorso di crescita e rispetto reciproco”. Rivolgendosi alla maggioranza, ha aggiunto: “A voi basta che le donne non siano visibili agli occhi, noi invece vogliamo costruire per loro nuovi diritti”.
Anche Rosaria Capozzi (M5S) ha scelto di non partecipare al voto, ritenendo che la questione meritasse un maggiore coinvolgimento. “Esiste già una legge nazionale che vieta di coprirsi il volto, e in Francia il divieto del velo non ha ridotto il fenomeno, ma ha solo marginalizzato ulteriormente le donne musulmane”, ha affermato.
Furio Honsell ha invece votato contro la proposta, definendola “una norma sbagliata, che manca di rispetto proprio a quelle donne che il Centrodestra sostiene di voler tutelare”. L’ex sindaco di Udine ha ribadito più volte che il tema dovrebbe essere affrontato non a suon di divieti ma con l’ausilio di mediatori culturali, offrendo alle giovani donne musulmane opportunità di confronto e crescita all’interno della società.