Controlli valutari della Guardia di Finanza ai confini, intercettati oltre 5 milioni di euro trasportati illegalmente
Trieste – Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trieste ha intensificato il controllo dei flussi monetari lungo la fascia confinaria, svolgendo oltre 300 ispezioni che hanno portato alla scoperta di movimentazioni illecite di valuta per un totale di 5,5 milioni di euro. Sono state comminate sanzioni per un ammontare complessivo di 334 mila euro e sequestrati titoli per circa 245 mila euro.
Questi controlli, effettuati lungo il confine e nelle aree doganali, hanno consentito di intercettare 4,1 milioni di euro in entrata (3,8 milioni dall’UE e 270 mila da paesi extra-UE) e 1,4 milioni di euro in uscita (660 mila dall’UE e 700 mila da paesi extra-UE). Nella maggior parte dei casi, la valuta scoperta era in euro, con una minima parte in valuta estera. Le violazioni rilevate si sono verificate nel 75% dei casi in entrata e nel restante 25% in uscita. I trasgressori, principalmente di cittadinanza serba, rumena e croata, hanno avuto la possibilità di avvalersi del pagamento immediato di una sanzione calcolata in base all’importo eccedente il limite consentito.
Il provvedimento ha riguardato principalmente il mancato rispetto dell’obbligo di dichiarazione preventiva per il trasporto di titoli superiori a 10.000 euro, come stabilito dal D.Lgs. n.195/2008. Nei casi in cui sono emersi indici di rischio maggiori, sono stati avviati approfondimenti investigativi per verificare la coerenza tra le risorse economiche dei soggetti coinvolti e il loro profilo patrimoniale, con l’obiettivo di contrastare fenomeni di evasione fiscale e riciclaggio.
Questi controlli fanno parte dell’impegno della Guardia di Finanza nel settore della lotta alla criminalità economico-finanziaria. Monitorare i flussi di valuta è uno strumento efficace non solo per individuare violazioni amministrative, ma anche per intercettare capitali di provenienza illecita, prevenendo attività economiche irregolari che potrebbero alterare la concorrenza e inquinare il mercato.