Contrasto alla prostituzione e alla tratta: sgominata rete di centri massaggi cinesi
Trieste – I poliziotti della Squadra Mobile – sezione “Criminalità diffusa, extracomunitaria e prostituzione” di Trieste hanno scoperto e bloccato un giro di prostituzione che faceva capo ad un “centro massaggi” gestito da cittadini di origine cinese.
L’inchiesta
A partire dai primi di luglio di quest’anno, gli agenti della Polizia di Stato hanno eseguito svariati servizi di osservazione su un centro massaggi, gestito da cittadini cinesi, supportati anche da telecamere installate all’interno del locale.
Hanno così accertato come le giovani massaggiatrici, previo pagamento del corrispettivo, oltre a massaggi corporali, offrissero ai clienti anche pratiche sessuali consistenti nella masturbazione e in alcuni casi nella consumazione di rapporti sessuali completi.
Sulla scorta degli elementi acquisiti, il Pubblico Ministero titolare dell’indagine ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di agevolazione e/o favoreggiamento della prostituzione, la cittadina cinese Y.Y., classe ’82, titolare del centro massaggi, emettendo a suo carico, nonché nei confronti delle due connazionali impiegate nel locale, un decreto di perquisizione personale e locale che è stato eseguito nella giornata del 28 luglio presso due centri massaggi, situati in via Rapicio e in via Margherita, riferibili a Y.Y., nonché presso l’abitazione della donna, dove erano ospitate anche le due massaggiatrici.
All’esito dell’attività delegata dalla procedente Autorità Giudiziaria, oltre all’individuazione di un’ulteriore cittadina cinese dedita alla prostituzione all’interno di uno dei due centri massaggi perquisiti, è stata rinvenuta nella camera da letto in uso a Y.Y. un’ingente somma di danaro in contanti, verosimilmente provento dell’attività di prostituzione, ammontante ad oltre 40.000 euro, che è stata sottoposta a sequestro così come l’intero appartamento.
La Polizia ha sequestrato il centro massaggi oggetto di monitoraggio.
Y.Y., unitamente al proprio coniuge J.H. classe ’77, dovrà, altresì, rispondere della violazione al Testo Unico dell’Immigrazione per aver favorito la permanenza nel territorio dello Stato di due delle tre massaggiatrici risultate prive dei requisiti per l’ingresso e la permanenza in Italia.
Il contrasto alla tratta di giovani schiave del sesso
Come già emerso in precedenti attività di indagine sul medesimo contesto criminale, le ragazze, che sono costrette a lavorare ininterrottamente dalle 8 alle 23, non percepiscono, infatti, nemmeno in minima parte, il guadagno per la loro attività.
Le ragazze vengono smistate da una città all’altra e da un centro all’altro senza mai avere voce in capitolo, stante il loro stato di clandestinità ed il loro debito con chi le ha fatte arrivare illegalmente in Italia. Le indagini mirano ad andare in soccorso delle vittime di tale indegno sfruttamento, che assomiglia non poco ad una sorta di schiavitù, sia pure a tempo, cioè fino all’estinzione del debito.
Coordinamento delle indagini
L’indagine è stata coordinata dalla locale Procura della Repubblica diretta dal dr. Antonio De Nicolo. Le Le investigazioni, dirette dal P.M. titolare del fascicolo processuale dr. Federico Frezza ed esperite da personale della sezione “Criminalità diffusa, extracomunitaria e prostituzione” della Squadra Mobile del capoluogo giuliano