Continua la tournée digitale dei Teatri del Nordest
FVG – Una lettura profonda e disincantata della figura del padre, una grande commedia goldoniana con la maschera simbolo del teatro italiano, una rivisitazione horror di un classico della letteratura slovena e la rappresentazione teatrale della vita di una piazza osservata dall’occhio del premio Nobel Peter Handke.
È quanto mai varia la proposta dei Teatri del Nordest che, per l’ottavo weekend, portano nella tournée digitale di “Una Stagione sul sofà” alcune delle migliori produzioni: In nome del padre, Arlecchino, Il servitore di due padroni, Il Re di Betajnova e L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro sono gli spettacoli a cui il pubblico a casa potrà assistere in streaming sui canali YouTube dei teatri stabili del Veneto, di Bolzano, de Il Rossetti e del Teatro Sloveno di Trieste da venerdì 15 a domenica 17 maggio.
Come di consueto ad inaugurare il weekend è il Teatro Stabile di Bolzano che venerdì 15 maggio, a partire dalle ore 20.00, presenta in streaming lo spettacolo In nome del padre. Scritto, diretto e interpretato da Mariano Perrotta, questo testo nasce da un intenso confronto con lo psicanalista Massimo Recalcati, che alle relazioni familiari ha dedicato gran parte del suo lavoro. Un padre. Uno e trino. Niente di trascendentale: nel corpo di un solo attore tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa.
La produzione del Teatro Stabile del Veneto presenta sabato 16 maggio a partire dalle ore 20.00 per la tournée digitale di questo weekend l’Arlecchino e Il servitore di due padroni per la regia di Giorgio Sangati con una compagnia di 9 attori.
In una strana soffitta ingombra di vecchi bauli una vivace compagnia di attori rimette in moto la perfetta macchina teatrale goldoniana, la polvere vola via a suon di canti e musica, i personaggi e le maschere riprendono vita e trascinano il pubblico in una girandola di colori, emozioni e divertimento anche attraverso la rete.
Compagnia di 9 attori con Anna De Franceschi, Francesco Folena Comini, Eleonora Fuser, Irene Lamponi, Marta Meneghetti, Michele Mori, Stefano Rota, Laura Serena e Marco Zoppello.
Solito doppio appuntamento per domenica 17 maggio: alle ore 18.00 (e per le 48 ore successive) il Teatro Stabile Sloveno trasmetterà in lingua originale con sottotitoli in italiano un classico della letteratura teatrale slovena in versione horror, “Il Re di Betajnova”, mentre a partire dalle ore 20.00 il Rossetti offrirà al pubblico “L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro”.
Il Re di Betajnova, testo di denuncia sulla corruzione del potere, scritto da Ivan Cankar nel 1902, è stato infatti affidato al giovane regista cinematografico Tomaž Gorkič, capofila della filmografia horror slovena. Lo spettacolo verrà corredato da sottotitoli in italiano e sarà l’occasione per far conoscere un testo iconico per la storia del teatro sloveno.
La stagione continua nel weekend e durante la settimana sui canali social del Teatro Stabile del Veneto con la rassegna di fiabe e racconti “Famiglie connesse”, Maturitorial, una web serie di tutorial in soccorso ai maturandi alla perese con il maxi orale, il laboratorio teatrale di cittadinanza online condotto da Mattia Berto “L’ora d’aria”, con le letture in podcast di romanzi a cura degli allievi della Scuola Teatrale d’Eccellenza e l’immancabile appuntamento con la fiaba della buonanotte “Sogni d’oro”.
Proseguono anche nella prossima settimana gli appuntamenti che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia diffonde sui propri profili Facebook e Instagram: molte le sorprese in arrivo per il ciclo #cerianchetu? teso a creare una “galleria” di emozioni e ricordi teatrali da condividere con gli spettatori. Per il ciclo #TeatroDaCasa sono in programma alcuni interessantissimi contributi: Slava Polunin l’acclamato e poetico clown russo, sarà protagonista venerdì, mentre nel corso della settimana gli attori della compagnia Stabile Andrea Germani e Romina Colbasso si confronteranno rispettivamente con la prosa di Luis Sepulveda e con la scrittura di Paolo Rumiz, e sarà assolutamente da non perdere il frammento della Compagnia di danza Käfig.