Continua la crisi da inquinamento dell’acqua potabile nelle Valli del Natisone

Udine – La crisi idrica nelle Valli del Natisone persiste, con i Comuni di Savogna (Ud) e Pulfero (Ud) alle prese da oltre tre settimane con la contaminazione dell’acqua potabile da idrocarburi, un’emergenza che ha colpito ben 19 frazioni della zona.

A causa del rischio di inquinamento, il 17 ottobre i sindaci hanno emesso un’ordinanza che vieta l’uso dell’acqua per scopi alimentari, obbligando così i cittadini a utilizzare sacchetti d’acqua potabile da tre litri distribuiti localmente. Questo approvvigionamento temporaneo, però, non risolve le difficoltà che i residenti stanno affrontando quotidianamente.

Nella giornata di martedì 5 novembre, si è svolto un incontro riservato tra i rappresentanti delle istituzioni locali e il Consorzio Acquedotto Friuli Centrale (Cafc) per affrontare l’emergenza e valutare nuove strategie.

Nonostante le rassicurazioni degli ultimi test effettuati dal Cafc, che escluderebbero rischi immediati per la salute, l’acqua in alcuni punti continua ad avere un forte odore di gasolio. Preoccupa, inoltre, l’assenza di una causa accertata dell’inquinamento, lasciando i cittadini incerti pure sull’utilizzo dell’acqua per lavatrici e lavastoviglie.

La riunione ha visto anche la partecipazione di rappresentanti del Dipartimento di Prevenzione, che hanno esaminato i più recenti campioni d’acqua prelevati dalle fontane pubbliche e dalle abitazioni. Tuttavia, i risultati non hanno ancora portato a una soluzione definitiva, mentre cresce l’esasperazione della popolazione, che chiede risposte concrete e misure di sostegno economico per fronteggiare le spese straordinarie sostenute.

Tra le richieste avanzate dai cittadini ci sono i rimborsi per i costi aggiuntivi legati all’acquisto di acqua potabile e la proposta di installare una casetta dell’acqua fissa nella zona, oltre a contributi per dotarsi di depuratori domestici.

 

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