Consiglio regionale: no ai referendum per abrogare la legge su autonomia differenziata. Il dibattito

Trieste – Il Consiglio regionale nella seduta dello scorso giovedì 19 settembre ha respinto a maggioranza la proposta di indire referendum abrogativi della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, respingendo anche la mozione sullo stesso tema proposta dal Patto per l’Autonomia-Civica Fvg con prima firma del capogruppo Massimo Moretuzzo.

Il Friuli Venezia Giulia non si aggiunge dunque alle cinque Regioni italiane (Campania, Puglia, Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna) che si sono espresse a favore del referendum.

L’esito – scontato sul piano politico dopo l’analogo pronunciamento di qualche giorno fa da parte della V Commissione – è maturato al termine di un’accesa discussione moderata dal presidente Mauro Bordin, in cui molti consiglieri hanno fatto riferimento a precedenti pronunciamenti del campo politico avverso.

Le ragioni delle opposizioni

Al governatore Massimiliano Fedriga, che faceva riferimento “all’imbarazzo di alcuni esponenti di opposizione” rispetto a un referendum ritenuto contrario alle autonomie, Massimo Moretuzzo ha replicato che “anche la Lega nel 2001 votò contro la riforma costituzionale, non perché fosse un partito centralista ma perché non ne condivideva gli specifici contenuti”.

Il capogruppo del Pd Diego Moretti ha ribadito che s”i può essere regionalisti ma contro la legge Calderoli. Da noi in Fvg il no all’autonomia differenziata ha ragioni peculiari, diverse da quelle espresse in altri territori”.

Chi era favorevole ai referendum contro la legge nazionale numero 86 sull’autonomia differenziata ha usato innanzitutto l’argomento del rischio che correrebbe l’autonomia speciale del Fvg. “È questa la nostra preoccupazione, condivisa anche da personalità del centrodestra”, ha rimarcato Moretti.

“C’è il rischio – ha ribadito Moretuzzo – che aumenti il fastidio verso le autonomie speciali”.

“Saremmo ingenui – ha sottolineato Francesco Russo (Pd) – se pensassimo di non subire ripercussioni in Fvg”.

Gli esponenti delle opposizioni hanno anche sollevato il tema del potenziale attentato ai princìpi di uguaglianza e solidarietà tra le Regioni.

“Questa legge lascia aperta la possibilità di servizi molto diversi nei vari territori”, ha affermato Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) che ha definito la legge 86 “ipocrita, irrazionale e pericolosa”, in linea con la collega del gruppo Misto Serena Pellegrino (Avs), convinta che la riforma “potenzierà solo le ricche regioni ordinarie del nord: ogni Regione cercherà di far fuori quella vicina e i diritti dei cittadini del sud e del nord resteranno molto diversi”. ”

Altri esponenti delle opposizioni hanno posto la questione delle risorse economiche. Per Massimo Moretuzzo “Parlare di invarianza finanziaria è grave, così si cristallizzano le disuguaglianze”.

“Non esiste riforma al mondo che si possa fare a costo zero – ha osservato Francesco Russo. Per Francesco Martines (Pd) “sarà difficile trovare risorse, questa rischia di rimanere una legge-quadro inapplicata”.

Le risposte della maggioranza

Antonio Calligaris, capogruppo della Lega e relatore di Maggioranza, ha ricordato invece che l’autonomia differenziata venne di fatto introdotta con la legge costituzionale 3 del 2001 voluta dal governo di Centrosinistra guidato da Amato.

Secondo Calligaris, i benefici della legge potranno ricadere anche sulle Regioni ad autonomia speciale.

Per Diego Bernardis (Fedriga presidente) “non si tratta di una minaccia alla nostra autonomia ma di una grande opportunità per ottenere competenze ancora maggiori”.

Andrea Cabibbo, capogruppo di FI, ha sostenuto che l’autonomia “è nel nostro dna di consiglieri di una Regione speciale e dunque dovremmo essere tutti favorevoli”.

Markus Maurmair di FdI ha rimarcato come la norma lascia libertà di scelta a ogni Regione, che potrà rivendicare o meno nuove competenze.

Secondo Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga presidente, non si creerà un divario tra nord e sud ma tra classi dirigenti responsabili e meno responsabili.

Sulla questione finanziaria è intervenuto personalmente il governatore Massimiliano Fedriga, che ha ricordato come la copertura non possa esserci in quanto i Lep (livelli essenziali di prestazione, ndr) non sono stati ancora definiti.

“Proprio grazie a questa riforma – ha sostenuto Fedriga – i diritti potranno essere garantiti a tutti, senza penalizzazione per le Regioni speciali che, lo ricordo, hanno uno statuto di rango costituzionale”.

Anzi, secondo il presidente della Giunta “in caso di vittoria dei no alla legge, la Corte Costituzionale cambierebbe atteggiamento rispetto agli statuti di autonomia speciale” andando nel senso della loro compressione.

“Io sono orgoglioso di guidare una Regione autonoma, voglio valorizzare il Fvg ma non posso tenere gli altri territori con la testa sotto la sabbia”, ha concluso.

 

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