Consiglio Regionale: dimissioni e surroga di quattro consiglieri. Approvate mozioni su chiusure festive negozi
Trieste – Il 1° ottobre il Consiglio Regionale del Friuli venezia Giulia ha preso atto delle dimissioni dei consiglieri Barbara Zilli, Pierpaolo Roberti, Stefano Zannier, tutti e tre della Lega, e Sergio Emidio Bini di Progetto FVG.
Tutti ricoprono il ruolo di assessore nell’attuale Giunta.
L’Assemblea ha quindi votato la surroga dei candidati alla carica di consigliere, in precedenza individuati dalla Giunta delle elezioni in base a quanto stabilisce il Regolamento interno del Consiglio.
A prendere il posto dei dimessi sono i primi dei non eletti nelle medesime circoscrizioni: Luca Boschetti, Antonio Lippolis e Alfonso Singh della Lega e Edy Morandini di Progetto FVG, che hanno prestato quindi giuramento, Morandini anche in friulano.
Il presidente del Consiglio Zanin ha loro dato il benvenuto e formulato gli auguri di buon lavoro a favore della Comunità.
La seduta si è aperta con la commemorazione dell’ex consigliere regionale Luigi Ferone, morto lo scorso agosto, da parte del presidente Piero Mauro Zanin.
L’Aula ha quindi approvato con 35 sì e 2 astensioni la proposta di Bilancio consolidato per l’esercizio 2017 della Regione Fvg, che ha l’obiettivo di rendere più efficiente e trasparente la gestione e l’utilizzo delle risorse pubbliche.
“Si tratta di un documento consuntivo di esercizio – ha spiegato il relatore unico Alessandro Basso (FdI/An) – che, composto dal conto economico, dallo stato patrimoniale e dai relativi allegati, rappresenta la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Regione aggregata ai risultati delle società partecipate individuate dalla Giunta, consentendo una visione d’insieme dell’attività svolta dall’ente attraverso il “gruppo amministrazione pubblica”.
La precedente Giunta regionale nel febbraio scorso aveva definito gli enti da considerare e individuato sei società partecipate: l’Areoporto Friuli Venezia Giulia S.p.A., controllata al 100%; Friuli Venezia Giulia Strade S.p.A., controllata al 100%; Gruppo Friulia, controllata al 77,84%; Insiel – Informatica per il Sistema degli enti locali S.p.A., controllata al 100%; Società Ferrovie Udine-Cividale S.a r.l., controllata al 100%; U.C.I.T. S.r.l.-Servizio controllo impianti termici, controllata all’80%.
Confermata in Aula dall’assessore Zilli la volontà, più volte espressa, di valutare la possibilità di ampliare in futuro il numero delle partecipate comprese nel Bilancio consolidato “per rendere l’amministrazione pubblica un palazzo di vetro sempre più efficiente e al servizio dei cittadini”.
Nel corso della seduta, il Consiglio ha approvato due mozioni riguardanti il commercio.
La mozione n. 5, presentata dai consiglieri del Gruppo M5S e illustrata da Sergo, primo firmatario, riguarda la revisione della liberalizzazione degli orari del commercio: impegna la Giunta ad attivarsi in ogni sede opportuna per modificare l’articolo 3 del decreto legge 223 del 4 luglio 2006 (convertito con modificazioni dalla legge 248 del 4 agosto dello stesso anno) per riportare la competenza legislativa e la potestà di regolamentare nel settore del commercio alle regioni e agli enti locali, ai quali spetta il compito della pianificazione della turnazione delle festività lavorative che non ricada pesantemente sui diritti dei lavoratori ma che tuteli contemporaneamente i diritti dei consumatori.
La mozione n. 6, di Zanin e Piccin (FI), Bordin (che l’ha illustrata), Polesello, Spagnolo, Mazzolini e Miani (Lega) e Honsell (OpenFVG) – a sostegno dei lavoratori per il mantenimento del riposo domenicale e festivo, impegna l’Esecutivo a farsi promotore nei confronti del Governo affinché venga modificata la norma del decreto Salva Italia del 2011, restituendo alla Regione e agli altri enti locali la possibilità di decidere sulla regolamentazione delle aperture domenicali e festive in base alle necessità di quel territorio.
Inoltre, impegna l’Amministrazione a prendere una posizione netta e chiara a difesa del riposo domenicale e festivo, contro le aperture domenicali ovvero contro il lavoro domenicale nei settori in cui non risulti assolutamente necessario per salvaguardare i lavoratori e le piccole attività per sostenere la famiglia, fulcro fondamentale della società.