Confcommercio FVG: appello a non perdere il treno dei fondi UE
Pordenone – Utilizzare meglio i fondi comunitari rispetto a quanto realizzato finora. Questo l’appello che Confcommercio del Friuli Venezia Giulia ha lanciato alle istituzioni nazionali e regionali in occasione del convegno “Dove sei Europa – come la Ue ci semplifica la vita”, svoltosi lo scorso 10 giugno a Pordenone nella sede di Palazzo Montereale Mantica.
Il presidente regionale Giovanni Da Pozzo ha invitato “a non perdere l’occasione, in una fase di perdurante stallo delle risorse pubbliche, di mettere in circolo i finanziamenti che arrivano dall’Unione europea”.
“Certamente l’Europa rimane un’incognita – ha detto Da Pozzo –, e a sua volta deve liberarsi dei vincoli del passato a riuscire a trovare una sintesi più virtuosa tra Paesi con caratteristiche e prospettive di sviluppo molto diverse tra loro. Ma la questione dell’utilizzo dei fondi rimane aperta. I dati che indicano anche nel territorio italiano una gestione a macchia di leopardo tra Nord e Sud confermano l’urgenza di trovare una soluzione”.
Anche Alberto Marchiori, presidente di Confcommercio Pordenone e delegato dalla Confederazione nazionale alle Politiche comunitarie, fa emergere la criticità: “Siamo per un’Europa unita che deve cambiare e migliorare. Ma siamo anche altrettanto determinati ad affermare che l’Italia si deve saper scrollare di bosso una burocrazia che, purtroppo, decuplica la burocrazia Ue. Con il risultato di allontanare imprenditori e cittadini e far loro scaricare le responsabilità solo sull’organismo comunitario”.
La proposta di Confcommercio Fvg? “Siamo stati superati perfino dagli ultimi arrivati, pure sui fronti del riuscire a fare lobby e di saper creare strategie trasversali con gli altri Stati, un lavoro da tradurre poi in direttive comunitarie. Materia che la politica italiana come anche le rappresentanze imprenditoriali continuano colpevolmente a trascurare. Le richieste al rinnovato europarlamento? Maggiore unificazione dell’Europa, un nuovo sistema bancario, revisione del patto di Dublino. Bisogna inoltre ridare respiro all’economia con politiche che non favoriscano, al contrario, la recessione”.