Come azzerare lo spreco di cibo: la tesi di laurea di una studentessa friulana

Udine – Un modello per combattere lo spreco alimentare e promuovere la sostenibilità: è quanto emerge dallo studio condotto da Greta Schneider, studentessa del corso di laurea in Scienza e cultura del cibo dell’Università di Udine.

Attraverso la sua tesi, che ha ottenuto il massimo dei voti, Greta Schneider ha analizzato il ruolo della filiera corta nella riduzione degli scarti alimentari, sia dal lato dei produttori che dei consumatori.

Il progetto è stato realizzato grazie alla convenzione tra Coldiretti Fvg e l’ateneo friulano, che ha permesso alla studentessa di svolgere un tirocinio presso i mercati di Campagna Amica.

Lo studio, basato su due questionari – uno rivolto ai produttori ortofrutticoli di Campagna Amica nelle quattro province del Friuli Venezia Giulia e l’altro ai consumatori del mercato coperto di Udine – ha fornito un quadro chiaro sull’entità dello spreco alimentare. Dal lato dell’offerta, i produttori dichiarano di generare scarti alimentari che oscillano tra lo 0% e il 24% durante la loro attività, con perdite maggiori nelle fasi iniziali della filiera, come la coltivazione e la raccolta. La gestione dei prodotti post-raccolta e la vendita rappresentano invece una minima parte del problema. Tuttavia, emerge come l’attenzione alla prevenzione degli sprechi sia intrinseca al lavoro dei piccoli agricoltori, che integrano la sostenibilità nel loro approccio produttivo.

Sul fronte della domanda, il profilo degli intervistati – persone con un’elevata istruzione, età compresa tra i 30 e i 64 anni e una sensibilità spiccata verso tematiche legate alla sostenibilità e alla territorialità – evidenzia una consapevolezza marcata nelle scelte d’acquisto. La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di buttare cibo “quasi mai” o “meno di una volta a settimana”. In termini quantitativi, questo si traduce in meno di un cucchiaio di verdura fresca e un quarto di frutto, con un terzo degli intervistati che ha affermato di non aver gettato né verdura né frutta fresca nella settimana precedente.

Secondo Vanessa Orlando, responsabile regionale di Coldiretti Fvg Campagna Amica, la ricerca di Schneider conferma che la filiera agroalimentare corta rappresenta una valida soluzione per mitigare gli sprechi alimentari e favorire un sistema più equo e sostenibile. Orlando, che ha collaborato al lavoro insieme a Enrico Biasi, responsabile del mercato coperto di Udine, ha sottolineato l’importanza di modelli alternativi come Campagna Amica per promuovere la responsabilità alimentare.

Parallelamente, un’altra studentessa, Ilaria Panichi, ha svolto un tirocinio analogo, focalizzandosi sull’aspetto antropologico della relazione tra consapevolezza alimentare e caratteristiche demografiche dei consumatori. Entrambi i lavori testimoniano come i mercati contadini possano rappresentare un modello di riferimento per un’alimentazione più responsabile e sostenibile, evidenziando i benefici concreti di un sistema che valorizza la filiera corta.

 

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